Rocco Micheletto a Massone centra il 9a con Thunder Ribes
Giovedì 27 settembre, dopo una ventina di minuti di arrampicata sto rinviando la catena del mio primo 9a, e mentre vengo calato penso alla strada che mi ha portato a questo momento.
Se come me nasci ad Asiago e vuoi arrampicare in falesia hai la sfortuna di avere poche opzioni a disposizione, ma la grande fortuna di avere il Covolo a mezz’ora da casa. E’ stato quindi naturale per me nascere come climber in uno dei muri più famosi del Nord Italia.
Non sono mai stato un enfant prodige, ho però sempre avuto una grande motivazione e una passione particolare per l’allenamento. Dopo qualche anno passato a arrampicare nel mio piccolo pannello di casa, a 20 anni salgo il mio primo 8b+. Elettrizzato da questa salita provo a mettermi in gioco nel circuito di Coppa Italia ma con risultati deludenti. L'arrampicata si limita a qualche gara sporadica nei weekend e il quasi totale abbandono della falesia, e dopo l’ennesima competizione andata male capisco che sto perdendo la passione per lo sport che ho amato per anni e decido di fare un passo indietro. Fortunatamente conosco delle persone splendide che mi spingono a rimettermi in gioco su roccia, così nel 2015 salgo il mio primo 8c, poi il secondo e entro fine anno arrivo a salire Super Ale 8c+.
La strada verso il 9a inizia con i primi timidi tentativi su L’Attimo al Covolo. Dopo diversi mesi mi sento vicino alla salita. È l’ottobre del 2016, durante un tentativo il mio ginocchio fa un rumore inquietante e invece di tornare a casa con la libera del tiro rientro con un menisco rotto. Nella stagione seguente ci riprovo senza successo e il 9a torna ad essere solo un bel sogno.
Alla fine del 2017 vedo per la prima volta la linea di Thunder Ribes, e a febbraio del 2018 inizio a frequentare Massone con i miei amici. Salgo un paio di vie per prendere confidenza con lo stile della falesia e decido a provare questo mostro di resistenza. Quando a maggio cado nella parte finale del tiro capisco di poterla fare, ma decido di non sprecare tempo provandola con il caldo e passo tutta l’estate allenandomi in maniera specifica nello stesso pannello polveroso dove ho iniziato ad arrampicare.
Giovedì scorso torno sotto la via e provo ad abbassare la tensione prima di partire. Sono in forma e so che potrebbe essere il giorno giusto, ma ricordo ancora la lezione imparata su L’Attimo e so che niente è scontato. Ad ogni riposo nella via sento la ghisa che scende e l’ansia che sale, arrivo abbastanza fresco al riposo completo prima dell’ultimo blocco e mi fermo per un eternità. Quando riparto riesco ad impostare perfettamente l’ultimo blocco di sensazione e a tenere duro fino alla catena, avverando un sogno che credevo inarrivabile fino a qualche anno fa.
Scendo a terra con la consapevolezza che, per me, l’arrampicata sia lo sport più bello al mondo.
Rocco Micheletto
Ringrazio S.C.A.R.P.A. per il supporto.