A Meteora una nuova via dedicata a Dietrich Hasse
Nella primavera e all'inizio dell'estate 1995 ho trascorso molto tempo con l'alpinista tedesco Dietrich Hasse. Tutte le nostre ore insieme ruotavano attorno all'arrampicata, perché di solito scalavamo durante il giorno e più tardi, quando tornavamo a casa, finivamo per parlare di arrampicata. All'epoca entrambi non desideravamo altro che arrampicare e nulla poteva saziare la nostra fame. In quei giorni, quasi 30 anni fa, abbiamo ripetuto alcune vie esistenti e aperto due nuove vie, la seconda chiamata The Grey Cat. Mentre osservavamo le torri di Meteora e le pareti per individuare una possibile nuova via, entrambi siamo rimasti molto colpiti dall'enorme contrafforte ovest situato a destra della Torre di Kalambaka. Il grande e ripido pinnacolo era inviolato e non sapevamo se avesse un nome. Non ricordo il motivo, ma Dietrich non era interessato a salirlo e così siamo andati a aprire The grey cat sulla Nun's Wall.
Dopo anni di assenza, nell'autunno del 2022 ho visitato Meteora e sono rimasto travolto da un oceano di ricordi. Ricordando la mia vecchia arte, ho salito in solitaria una nuova via. Ero da solo, ma nella mia mente ero sempre con il mio vecchio amico Dietrich. Era mancato qualche mese prima e avevo la sensazione di dialogare con lui durante l'apertura in solitaria. Ho chiamato la via 'The old soldier', il vecchio soldato, perché credo che le persone come me e il mio amico siano come soldati, dediti al loro obbligo e pronti a rischiare la vita per questo dovere.
Ancora una volta sono rimasto colpito da quella contrafforte ovest, per me senza nome, ancora inviolata. Così ho deciso di aprire due piccole vie partendo dal sentiero che porta in prossimità della vetta, e di installare una cassetta in metallo per un libro di vetta. Nel libro ho riportato il nome della vetta e dopo una lunga conversazione con gli alpinisti locali e guardando vecchi libri ho scoperto che la torre si chiama Kapelo, la parola greca per cappello . In effetti, la parte superiore della torre assomiglia ad un cappello.
Due anni più tardi sono tornato in Grecia, questo aprile, con l'intento di aprire un'altra via in solitaria. Sebbene avessi alcune idee, non ero esattamente sicuro dove scalare. Avevo preso in considerazione l'idea di aggiungere una terza via al Kapelo Peak, ma inizialmente volevo farlo con un compagno di cordata.
Quando finalmente mi sono trovato davanti alla contrafforte, cercando una linea logica tra fessure e placche, la verità mi è stata rivelata. Questa, ho capito, era la mia via e dovevo aprirla da solo. Era un progetto personale, e se fossi riuscito, gli avrei dato il nome del mio amico.
Non ero sicuro di essere abbastanza forte per salirla da solo. Ho 60 anni e innegabilmente sono l'ombra dell'alpinista che ero una volta, ma nonostante ciò, il giorno dopo ho iniziato ad arrampicare. Dopo alcuni giorni ed una notte in parete ho terminato la via e l'ho chiamata "Dietrich Hasse".
Sento che ancora una volta, proprio come un vecchio soldato, ho fatto il mio dovere verso il mio amico, verso la comunità degli alpinisti e verso me stesso. L'arrampicata è il mio modo personale di rinnovare il rispetto verso me stesso, che metto sempre in discussione. Sono il mio giudice più severo, quasi il mio peggior nemico, e l'arrampicata è la mia salvezza. L'arrampicata solitaria su una via lunga e faticosa supera i limiti dati dell'arrampicata, e non è altro che un modo estremo di comunicare con il sé più profondo, un lungo tuffo nell'abisso personale.
La via è ora in attesa di una seconda salita. Ad eccezione della prima parte del sesto tiro, una parete strapiombante e assolutamente. La relazione contiene tutte le informazioni necessarie per una ripetizione.