Nuova via a Meteora in Grecia per Luca Giupponi, Rolando Larcher e Maurizio Oviglia

A marzo sulla Sourloti Tower di Meteora in Grecia Luca Giupponi, Rolando Larcher e Maurizio Oviglia hanno aperto la via di più tiri Pythagoras (150m, 7a max, 6c obblig.). Il report di Oviglia.
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Rolando Larcher sul quinto tiro della via Pythagoras a Meteora in Grecia, aperta insieme Luca Giupponi e Maurizio Oviglia, marzo 2023
Maurizio Oviglia

Nel 2014 avevo visitato le torri di Meteora, nella Grecia Centrale. In quell’occasione ero stato "introdotto" alla scalata ed alle regole etiche locali da Petros Lappas (oggi affermato produttore di materiale per chiodatura) che mi aveva presentato alcuni arrampicatori locali, tra cui Vangelis Batsios. Dopo un paio di vie ripetute con Petros, mi ero ingaggiato con la mia compagna sulla famosa Action Directe (aperta proprio da Vangelis molti anni fa) e la non meno popolare Traumpfeiler, una delle classiche di Hasse. Abbastanza per farmi un’idea di base e per sognare di lasciare un giorno la mia firma su queste incredibili torri di conglomerato. In particolare ero rimasto impressionato da alcune torri sopra il villaggio di Kalambaka ed avevo subito chiesto a Vangelis se fosse consentito aprire vie a spit, visto che sembrava alquanto improbabile riuscire a salire con altri mezzi di protezione. Mi rispose di sì, purché ci fossimo attenuti all’etica locale, cioè salire dal basso e mai aprire dall’alto… Occorre infatti precisare che Meteora è un’isola in cui sopravvivono degli "endemismo etici" di natura sassone a cui i locali si sentono molto legati. E’ insomma uno di quei posti dove non si può fare quello che si vuole ma ci si deve attenere seguendo il motto, sempre valido, "non capisco ma mi adeguo". ;-)

Per diversi anni quell’idea è sedimentata dentro di me senza che avessi avuto modo di tornare in Grecia, pur rimanendo sempre in contatto con Petros. Dopo la pandemia ho parlato del mio progetto a Luca Giupponi, che ha subito aderito con entusiasmo. A noi si è unito infine Rolando Larcher (un po’ più scettico per via della roccia e della prevedibile difficoltà ad aprire nel nostro stile, che si avvale notoriamente dei cliff hanger) con un lapidario "vengo a farvi sicura" anche se sapevamo non sarebbe stato così. La nostra cordata si è così ricostituita dopo ben 7 anni di stop: era infatti dal Messico che non aprivamo più una via tutti insieme. Ormai siamo tutti e tre ultra cinquantenni e alle prese con vari acciacchi ma le idee e l’entusiasmo, nonostante tutto, non ci mancano mai!

I primi approcci con l’apertura, il primo giorno, sono stati un po’ disastrosi e demoralizzanti. Avevamo visto una linea da aprire ma, dopo aver battagliato per più di tre ore su un tiro sporco e difficile, abbiamo deciso di comune accordo di abbandonare e provare altrove. In generale abbiamo capito presto due cose: uno, il conglomerato è molto più difficile di quel che sembra da sotto e, due, dei nostri cliff non ce ne saremmo fatti un bel niente. In poche parole occorre bucare tenendosi con una mano alle pietre svasate, sperando che esse non fuoriescano di colpo… un bel thriller!

Con queste premesse, sempre condividendo le nostre idee con Vangelis, ci siamo rivolti ad un obiettivo più abbordabile di roccia più solida o, meglio, di roccia che non richiedesse due giorni di pulizia per ogni tiro, tempi che non ci saremmo potuti permettere. La torre del Suorloti, sopra il paese, sembrava ben meglio di quella dove avevamo fatto il tentativo ma, per non avere sorprese, abbiamo comunque deciso di ripetere prima una via esistente. Un veloce giro su Sophokles di Aris Theodoropoulos ci ha permesso di individuare una nostra linea e, il giorno stesso, abbiamo cominciato ad aprire. Per tutta la settimana a nostra disposizione le temperature sono scese in picchiata e la parete esposta al vento gelido del nord, continuo e fastidioso, non ha certo aiutato, rendendo l’apertura più simile ad un’avventura patagonica che mediterranea. Ma in ogni caso in tre giorni, non senza soffrire un po’, abbiamo portato a termine l’apertura. E l’ultimo giorno l’abbiamo liberata, come di consueto. Possiamo dire che, nonostante le difficoltà più contenute del solito, questa via ci ha impegnato abbastanza, considerato il genere di roccia che ha richiesto uno sforzo supplementare per tenere fede ai nostri principi etici, e cioè di non fare passi artificiali tra le protezioni e non usare trucchi pur di salire. E questo non ci è sembrata cosa di poco conto: meglio aprire qualcosa di più semplice che scendere a patti con il diavolo!

Essendoci già una via di Dietrich Hasse (grande estimatore e pioniere della scalata qui sulle torri) che taglia tutta la parete non abbiamo potuto fare a meno di incrociarla. Considerato che la via si chiama Hypotenuse, ci è parso in tema battezzare la nostra Pythagoras… Nonostante il meteo non ci siamo tuttavia fatti mancare nulla. Oltre a Sophokles abbiamo ripetuto una bellissima linea di fessure, Corner of Madness (qui le vie hanno generalmente i nomi in tre lingue; in primis in tedesco, poi in greco ed infine, non sempre, in inglese). E poi non poteva mancare una salita dell’incredibile guglia dello Spindel, che porta le firme prestigiose di alcuni miti della scalata come Heinz Zak e Kaspar Ochsner. La via normale di questo dito di quasi 55 metri è stata definita da Rolando "uno dei 5 tiri più belli della mia vita" il che è senz’altro una bella recensione!

Desideriamo ringraziare Vangelis Batsios, fra un paio di mesi uscirà la sua nuova guida sulle torri, e Petros Lappas per la disponibilità. Chissà… non è proprio escluso che ci si riveda… ora che sappiamo com’è il gioco magari riusciamo ad alzare il tiro! ;-)

di Maurizio Oviglia (CAI, CAAI, Alpine Club)

I primi salitori desiderano ringraziare per il supporto tecnico le ditte Petzl, La Sportiva, Montura, Mammut, E9 e Totem Cams

SCHEDA: Pythagoras, Sourloti Tower, Meteora




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