La falesia Rocca Miloro e l’arrampicata in Val di Susa
La bassa Val di Susa è una delle culle dell’arrampicata sportiva, al pari con la zona di Arco. Apparentemente non è una zona ricca di falesie ma puntualmente esce sempre qualcosa di nuovo, anche quando (lo si dice da decenni) si era convinti che tutto fosse ormai esaurito. Evidentemente, proprio per il fatto che l’arrampicata sportiva ha qui profonde radici, c’è una certa tradizione e voglia di fare da parte del valsusini e dei torinesi e questo è senz’altro positivo.
Particolarmente lodevole e degno di nota, come in questo caso, è l’occasione in cui si rispolverano dall’oblio falesie dimenticate da tutti. La Rocca Miloro è una di queste e, devo dire la verità, anche io che della Valle pensavo di essere al corrente di (quasi) tutto, non ne conoscevo l’esistenza. Ci troviamo proprio sopra le storiche falesie di Borgone, dove Gian Carlo Grassi aveva chiodato le prime vie alla fine degli anni settanta.
Chiodata da Diego Cordola nel 1992, la Rocca Miloro è stata ora completamente rivista e ampliata da Stefano Lacastellana. Si tratta di una ventina di tiri anche lunghi (quasi più di 35 m, corda da 80 m consigliata) su splendido gneiss granitoide, chiodati generosamente e ben esposti al sole ad una quota prossima ai 1000 m. Stefano ha liberato anche la via più dura, la bella fessura di Avanguardie del Futurismo (7c+), senza dubbio la linea più accattivante della parete. Unico neo, la lunga strada di avvicinamento in macchina necessaria per raggiungere la base della parete. Ma, come si suol dire, "Parigi val bene una messa"!
Ringrazio Stefano Lacastellana che ha in serbo altre novità di cui ci racconterà lui stesso prossimamente
di Maurizio Oviglia
SCHEDA: Rocca Miloro, Val di Susa