Federica Mingolla, dall’incidente all 8c/+ in quattro mesi
Non so cosa mi aspettavo quattro mesi fa quando con due gessi fino al ginocchio e, diciamocelo, poca voglia mi allenavo al trave seguendo le schede online di Dani Andrada.
Probabilmente era soltanto noia la mia, che riuscivo a contrastare solo ed esclusivamente con la stanchezza che un buon allenamento al trave riusciva a darmi. O forse ci credevo davvero tanto nei risultati che sarebbero arrivati dopo un periodo passato a non usare i piedi e a trazionare. Ancora oggi non so quale delle due sia la risposta giusta, anzi probabilmente sono vere entrambe.
Quando non puoi avere la vita che vorresti, anche solo per pochissimo tempo, capisci che ogni cosa è in mano al caso, che non ti importa più se fuori è bello o brutto e nemmeno di cosa farai nei prossimi giorni, tanto è tutto uno schifo. Nessuno riesce ad alleviare il tuo dolore perché l’unico che può fare qualcosa sei proprio tu.
Non è la prima volta che l’arrampicata mi salva la vita (buffo eh?). Starete pensando: come salvarti la vita, non ti sei fracassata proprio mentre arrampicavi? Sì, in effetti è così. Però quello che molti non sanno è che quest’infortunio mi ha aperto moltissimo gli occhi sulla mia vita, e quello che ne è derivato dopo è stato solo grazie alla mia enorme passione per questa disciplina.
L’allenamento post-incidente è stato una valvola di sfogo e anche una forma di meditazione. Una prova fisica e mentale per capire il mio attaccamento al mio grande amore.. Perché diciamocelo, una persona con un po’ di senno non si appende a 3 metri da terra su delle tacche da 1,5 cm quando ha due piedi ingessati e l’estremo divieto di sfiorare i calcagni! Dal mio punto di vista però era il miglior modo per tornare in pista il prima possibile, e l’unico modo per essere felice.
Ora che sono appena tornata a casa dopo quasi un mese di scalata in Spagna guardo indietro a quel periodo e mi esce un sorriso, perché penso che ero proprio matta, ma a qualcosa è servito davvero.
Sono andata in Spagna con la consapevolezza di non riuscire ancora nemmeno ad infilare le scarpette del mio numero. Erano settimane che ci provavo ma ancora quel maledetto destro non voleva entrare. Poi ancora prima di mettere piede in terra spagnola, nella bella Ceüse, ecco che quel destro scivola dentro per la prima volta e pone fine ad ogni mia incertezza per lasciare spazio solo a tanta grinta e una voglia assurda di divorare chilometri di roccia.
Il mio viaggio si è diviso sostanzialmente in un periodo di due settimane a Siurana, durante il quale ho scalato diverse vie fino all’8b+ in pochi tentativi, e cinque giorni ad Oliana dove ho salito due bellissime vie di 8c, di cui una quasi 8c+, sempre comunque in pochi tentativi. Ma non voglio farvi una pappardella sui gradi e sul come e quando le ho salite.
Posso solo dirvi che erano tutte linee estremamente belle e continue, come piacciono a me e che ognuna di esse mi ha risvegliato qualcosa: la forza, la resistenza, la velocità, la spensieratezza nell’andar lunga sui chiodi, la tenacia…
Mi sentivo bene, soprattutto molto determinata. Non so dire se sono più forte di prima perché ormai sono anni che non dedicavo un mese intero all’arrampicata in falesia. La montagna è sempre la favorita nella mia vita ma in un momento come questo in cui non sono ancora al 100% sento di aver voglia di vedere fin dove posso spingermi.
Non è detto che non tornerò a far visita alla terra Caliente ancora una volta prima dell’estate per spingere ancora più in alto il mio limite. Credo di non averlo ancora nemmeno sfiorato. Chissà…
A presto!
Federica Mingolla
FEDERICA MINGOLLA IN SPAGNA
Siurana
Memorias de una sepia 8a, flash
Anabolica 8a, secondo tentativo
Brot de fonoll 8a, secondo tentativo
Pati pa mi 8b, secondo tentativo
El figot 8b, terzo tentativo
Renegoide 8b+, quinto tentativo
Oliana
Kale borroka 8b+, terzo tentativo
Fish eye 8c, terzo tentativo ed in giornata
Mind control 8c/+, quinto tentativo
Federica ringrazia: La Sportiva, Petzl, Salewa, Sherpa Mountain Shop
Link: www.federicaguidaalpina.com