Tom, il film e il senso dell’alpinismo per Tom Ballard
Ai giorni nostri è difficile pensare ad un alpinista che somigli a Tom Ballard. Lui è unico, anzi la sua storia è unica. E non solo come alpinista. Non stiamo infatti parlando solo della sua bravura e delle sue salite, che pure sono assolutamente indiscusse. Stiamo parlando di quel giovane uomo e alpinista che dal 2009 - da quando viaggia per le Alpi in furgone con il padre - vive come un vagabondo facendo quello che più gli piace: stare in montagna, scalare le montagne e preferibilmente farlo da solo. Perché lui è un uomo e un alpinista solitario, vero e per davvero.
Ma non basta. La storia di Tom è molto più profonda, viene da più lontano. Sua madre lo portava in grembo da sei mesi quando, nel 1988, ha scalato la Nord dell’Eiger. Lei, la mamma, era Alison Hargreaves, la più grande alpinista britannica e una delle più grandi in assoluto, scomparsa nel 1995 mentre scendeva dal K2. Lui, Tom, insieme alla sorellina, è letteralmente cresciuto ai piedi delle pareti che sua madre e suo padre scalavano. A 4 anni, per esempio, era al campo base dell’Everest… Insomma, la sua è una storia speciale, di quelle che superano la fantasia. Questo ci racconta Tom il bel film di Angel Esteban ed Elena Goatelli: il “modo di essere” di un alpinista unico ed indistinguibile.
Il film ha come fil rouge il grande progetto che Tom Ballard ha realizzato nel 2015: la salita delle 6 grandi e classiche pareti Nord delle Alpi in solitaria e in unico inverno. E’ stato il primo a realizzare questo grande “viaggio”. E, giusto per dire… sua madre quelle stesse 6 Nord le aveva salite d’estate ed era la prima donna a farlo. Ma torniamo a Tom e alle sue 6 pareti in un unico inverno. Nord della Cima Grande di Lavaredo, Nord del Pizzo Badile, Nord del Cervino, Nord delle Grandes Jorasses, Nord del Petit Dru e infine la Nord dell’Eiger... è un po’ come recitare il “rosario” della storia dell’alpinismo.
Il film, e qui sta una delle intuizioni migliori dei registi, ci mostra ciò che avviene mentre sta accadendo. Una “presa diretta” che restituisce la tensione ma anche la tranquilla consapevolezza di Tom e il suo modo del tutto unico e solitario di vivere la montagna e l’alpinismo. Memorabile l’attesa del ritorno di Tom dopo la salita della via Comici - Dimai alla Grande di Lavaredo. E altrettanto significative le immagini scarne ma potenti che lo stesso Tom ha girato durante le sue salite. Un film nel film, poi, è il rapporto padre e figlio anche questa una storia nella storia. Per non parlare di quella loro casa e campo base che ormai da qualche anno è il campeggio di Campitello di Fassa. Il tutto in perfetto stile british.
“Il punto è scalare la montagna da solo senza nessuno attorno. Questo è l’importante” dice Tom nel film. E poi, riferendosi al minimo materiale che porta con sé nelle sue salite ma anche ai chiodi fabbricati dal padre perché “quelli in vendita costano troppo”, spiega: “Non è ciò che hai, è quello che fai con ciò che hai che conta”. Sì, Tom Ballard è davvero un alpinista unico, quasi fuori dal tempo. Anzi Tom è l’alpinista solitario che va oltre tutti i tempi perché questo è il suo modo di essere.
recensione di Vinicio Stefanello
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TOM
REGIA DI Angel Esteban ed Elena Goatelli
DURATA '67
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