Salvato Alexander Gukov sul Latok I
In quello che è un autentico miracolo, è stato salvato l’alpinista russo Alexander Gukov sul Latok I, bloccato da oltre sei giorni a quota 6200 metri dopo la morte del suo compagno di cordata Sergey Glazunov.
Aggiornamento ore 10:05 del 31/07/2018
Seguono tutti i dettagli dell’operazione di soccorso inviatoci da Anna Piunova di www.mountain.ru, scritti dal sul partner pachistano che sta coordinando il salvataggio.
Dopo aver perseverato e per due giorni consecutivi messo le loro vite in pericolo, i piloti del Quinto Gruppo Aviazione in Quota del Pakistan hanno dimostrato ancora una volta di essere tra i migliori salvando Alex Gukov con un'operazione di longline a 6300m.
Il cielo si era schiarito durante la notte: la natura finalmente aveva concesso una tregua... Stamattina il cielo è stato per lo più azzurro con alcune nuvole attorno al Latok. Ed è questo che ha spinto l'equilibrio a favore dei coraggiosi piloti dei ‘Fearless Five’. Tuttavia hanno dovuto combattere contro i forti venti a 6300m durante l'operazione di soccorso.
La formazione (2 X Écureuil B3s) è decollata da Skardu alle ore 04:55 ed è arrivata al campo base del Latok intorno alle 05:30. Sono passati per il campo base del Jhola Camp per alleggerire gli elicotteri. Al campo base del Latok i piloti hanno deciso di eseguire un primo volo per identificare l’esatta posizione di Alex Gukov. La longline è stata collegata all’elicottero B3 al campo base (ma è stata mantenuta all'interno del veivolo) e gli elicotteri sono decollati per la missione intorno alle 05:45. Il carburante è stato tolto al campo base per alleggerire i veivoli e per fare un deposito di carburante al campo base, pronto per essere utilizzato per successivi tentativi di salvataggio.
Gli Écureuils hanno risalito la montagna e hanno volato per circa 45 minuti a 6300 metri prima di avvistare Alex su una stretta cresta. A causa delle forti nevicate, la tenda arancione era sepolta dalla neve.
Il piano del primo tentativo era di individuare Alex e verificare il terreno prima di scendere al campo base, per poi ritornare per prelevare l’alpinista con il giusto carico di carburante. Tuttavia, una volta individuato Alex, gli elicotteri B3 avevano sufficientemente carburante per tentare subito un'operazione di soccorso. I piloti hanno deciso di provarci.
Il tempo era buono ma i forti venti hanno costantemente creato delle turbolenze per i B3. Con questi forti venti a quell’altitudine era difficile volare in hovering. Tuttavia, per una volta la natura è venuta in aiuto. La temperatura esterna era di -8 gradi e questo li ha aiutati a volare in hovering a 6300m (secondo i loro calcoli, idealmente avevano bisogno di -10 gradi). Ma negli ultimi due giorni, la temperatura era molto più elevata.
Un elicottero ha lanciato la longline volando vicino alla cresta. L'altro B3 era in bilico dietro e dava istruzioni per la regolazione della longline con l'anello D all'elicottero di soccorso. Quindi i due B3 hanno funzionato in tandem. Dopo aver provato per 15 minuti, Alex è finalmente riuscito ad afferrare la longline e a collegare l'anello D al suo imbrago. Il secondo elicottero ha confermato l’operazione e ha ordinato all'elicottero di soccorso di partire con Alex. A quel punto il livello del carburante si stava abbassando a livelli critici. L’operazione è stata incerta ulteriormente perché Alex si era dimenticato di togliere l'ancoraggio con il quale era fissato alla montagna. Così si è trovato collegato alla longline del B3 da una parte, e al Latok dall'altra perché… forse la montagna si rifiutava di lasciarlo andare. I piloti sono stati estremamente fortunati perché l'ancoraggio sul Latok di Alex ha finalmente ceduto, liberandolo. I B3 sono volati via e hanno portato Alex in salvo al campo base, da dove è stato poi portato direttamente all'ospedale militare di Skardu.
Sta bene ed i medici dell’ospedale si stanno prendendo cura di lui.
Riposa in pace, Sergey! Resterai nel nostro cuore e nelle nostre preghiere.
(Shamyl)