Rück n Roll, la nuova via alpinistica sul Mittelrück (Pizzo Loranco) in Val Loranco

Il report di Fabrizio Manoni che sulla parete est del Mittelrück, o Pizzo Loranco, insieme a Tommaso Lamantia e Luca Moroni ha aperto Rück n Roll (500m, ED+, 7b+, 6c obb). La nuova via sale una linea indipendente su una delle montagne simbolo dell'alpinismo ossolano.
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Durante l'apertura di Rück n Roll alla parete est del Mittelrück (Pizzo Loranco), Val Loranco (Tommaso Lamantia, Fabrizio Manoni, Luca Moroni 08/2021)
Tommaso Lamantia

Il Mittelrück è una delle montagne simbolo dell'alpinismo ossolano. Soprattutto di quello degli ultimi 40 anni. Mittelrück significa roccia di mezzo ed è il nome walser con cui molto più comunemente gli alpinisti chiamano il Pizzo Loranco. Non è altissimo e visto da lontano la sua sagoma quasi scompare rispetto ai vicini 4000. Comunque i suoi 3363 metri sono di tutto rispetto, per intenderci è qualche metro più alto della regina delle Dolomiti, la Marmolada.

Il versante svizzero non riveste interesse per gli scalatori. Quello italiano invece presenta un salto roccioso considerevole. Già più di 100 anni fa il 15 luglio 1918 Aldo Bonacossa scalò con A.Ravel lo sperone est, quello che oggi viene chiamato comunemente " Cresta Lago Maggiore". Una scenografica cresta di 600 metri di dislivello. Molti di più di sviluppo. Difficoltà classiche su roccia di 3 e 4 grado. Sul risalto finale un tiro di 5 grado. Una via famosa e nota a molti alpinisti.

Quella che attira di più l'attenzione degli scalatori odierni è però la grande parete est con il suo liscio e verticale scudo centrale. Fu salita per la prima volta dalle guide e alpinisti valligiani Gian Franco Moroni, Gino Rametti e Dante Valterio il 25 giugno 1966. Il tracciato della loro via passa sulla destra seguendo un percorso logico anche sullo zoccolo, evitando ovviamente gli strapiombi e le placconate centrali dello scudo. Non so se la via sia mai stata ripetuta. Viene spesso battuta da scariche di pietre che partono dal cappello sommitale della montagna costituito da sfasciumi.

Dodici anni dopo, il 9 ottobre 1978 i forti e giovanissimi ossolani Graziano Masciaga (19 anni) e Roberto Pe (18) aprirono una bella linea sul margine sinistro della parete. I due giovani, dopo aver imboccato il canale che delimita a sinistra la parete, si portarono sullo spigolo dello zoccolo e poi dopo la grande cengia per un sistema di diedri rimasero alla sinistra dello scudo centrale. La via è oggi nota con il nome di "Diretta".

Il 14 e 15 agosto 1986 fu il momento del capolavoro della "Direttissima" ad opera di Roberto Pe e Marco Borgini. La via passa attraverso lo scudo della parete con un percorso elegante e di grande intuizione. Il tiro chiave è un 7b su spit di piccola sezione e piantati a mano. Il resto solo chiodi normali e protezioni veloci. È considerata la via alpinistica di alta montagna più difficile di tutte le alpi Pennine e Lepontine, non tanto per le difficoltà tecniche, ma soprattutto per l'impegno generale. Negli anni 90 ci fu il tentativo di aprire un’altra via a destra della direttissima da parte dei domesi Roberto Colli e Dario Bossone che rinunciarono credo a causa della qualità della roccia.

Ripetizioni da ricordare furono la prima invernale sulla cresta Lago Maggiore da parte di Benito Giovannone e Franco Fontana nel 1976, la prima invernale sulla Diretta da parte di Carlo Tabarini, Maurizio Pellizzon e Dario Bossone, la prima solitaria della diretta ad opera di Maurizio Pellizzon e la prima invernale della direttissima da parte di Paolo Stoppini, Stefano Deluca e Pietro Garanzini.

In questo quadro generale da tempo si parlava negli ambienti alpinistici Ossolani della possibilità di aprire una nuova via. Dopo il tentativo di Bossone e Colli le idee si sono concentrate sulla porzione di parete compresa tra la diretta e la direttissima. I molti dubbi suscitati dallo spazio non molto ampio tra le due vie e la concreta possibilità che quello spazio fosse poco scalabile o di roccia non buona hanno dissuaso chi ci aveva fatto un pensiero. Era un po' che volevo metterci le mani. Non facile trovare il momento giusto. Difficile trovare i compagni di cordata. Fino all'incontro con Luca Moroni e Tommy Lamantia. Alpinisti varesini che potrebbero essere miei figli ma che hanno maturato una grande esperienza su tutte le Alpi, in Himalaya e sulle Ande.

E allora in pochi giorni abbiamo trovato il giusto feeling e siamo partiti. Uno dei nostri obiettivi era quello di non andare a incrociare le due vie esistenti, e anche se in alcuni punti si avvicinano siamo riusciti a mantenere indipendente la linea. Ci siamo trovati anche in difficoltà nella scelta della linea tra liscioni inscalabili e (sullo zoccolo) fessure con intrusioni di lame instabili e pericolose. Quindi tra lo scalare brutte fessure e belle placche abbiamo cercato di usare il buon senso. Alla fine credo che sia venuta fuori una linea bellissima da scalare, quasi sempre su roccia buona, creando un unicum tra zoccolo e parete soprastante.

Sempre parlando di buon senso abbiamo deciso di mantenere un minimo di sicurezza cosi abbiamo attrezzato tutte le soste con doppio spit e anello di calata e sui tiri abbiamo aggiunto qualche spit solo dove non siamo riusciti a proteggerci con protezioni mobili. Nella parte bassa abbiamo aggiunto qualche spit di direzione per indicare la linea seguita. Quindi il nostro stile su Rück n Roll è un mix sportivo avventuroso. Credo comunque rimanga una via più avventurosa che sportiva e l'ultimo tiro, un fessurone di 50 metri di 6c un po' "scary" ne è la degna conclusione. Ai ripetitori il giudizio!

di Fabrizio Manoni

Luca Moroni ringrazia: Ragni di Lecco, Crazy the original, CAMP, SCARPA, Vibram, DF Sport Specialist, Reload climb
Tommaso Lamantia ringrazia: Salomon, Suunto, BlueIce e DF Sport Specialist
Fabrizio Manoni ringrazia: Salomon

SCHEDA: Rück n Roll, Mittelrück - Pizzo Loranco in Val Lorancollo




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