Val Masino: sul Pizzo Torrone la nuova via di Tommaso Lamantia e Manuele Panzeri
Per concludere in bellezza una grande avventura iniziata l’estate scorsa mi sembra giusto prendere un violento temporale con annessa grandinata appena poggiato i piedi a terra in Val di Zocca, dalla parte opposta alla nostra nuova linea sul Pizzo Torrone occidentale.
Ma torniamo indietro a fine luglio dell’anno scorso, più precisamente il 30 luglio 2019: attacchiamo con mille incertezze una nuova linea in Val Torrone, siamo io e Manuele Panzeri, per me è la prima volta che salgo fino al bivacco Manzi e con stupore mi rendo conto di essere circondato da roccia e da pareti severe ad ogni direzione, lui invece la valle la frequenta da 30 anni e la conosce bene avendo già aperto diverse vie nuove.
La linea che ha adocchiato il Panza si trova verso ovest in direzione val di Zocca e più precisamente sulla bastionata est del Pizzo Torrone occidentale, una delle cime più elevate della valle che con i suoi 3351 m domina entrambe le valli (Torrone e Zocca). La parete dove decidiamo di aprire si trova tra il "Muro del Torrone" e i "Pilastri siamesi" e la direttiva è data da una rampa ascendente verso sinistra fino alla cengia, poi da un diedro/camino che punta a destra.
Il primo giorno, dopo aver salito la facile placconata di roccia lisciata dai ghiacciai alla base della bastionata est, ci dirigiamo verso il punto con minori difficoltà della parete e cominciamo a disegnare la nostra linea. Nella prima giornata riusciamo ad aprire qualche tiro sempre con difficoltà tecniche non troppo elevate fino ad una cengia, dove la parete si verticalizza e da dove decidiamo di scendere attrezzando bene le soste per le calate.
A metà agosto ritorniamo decisi a finire la via e, dopo una cena e una notte favolosa al bivacco, il 16 agosto riscaliamo più velocemente i tiri che avevamo aperto due settimane prima e ci troviamo alla cengia a metà parete! A questo punto la scalata riprende a ritmo più lento dell’apertura e, lottando tra fessure, placche e strapiombi, dopo una giornata intensa, ci troviamo la sera nel punto più alto raggiunto (scopriremo poi che all’uscita mancavano solo 45 metri).
Le lunghezze si susseguono sempre abbastanza impegnative e dopo un tiro con una sezione in artificiale che sale Manuele, mi trovo a cercare nel tiro seguente una soluzione per superare una fessura offwidth. Da sotto questo tiro sembra su placca appoggiata invece risulta leggermente strapiombante e si dimostra impegnativo. Dopo una lunga lotta mi trovo distante dall’ultima protezione, oltretutto con un friend posizionato tutto aperto e in posizione del tutto precaria, con i piedi spalmati su piccoli cristallini e con in mano nulla a preparare una sosta! Esperienza mistica, infatti per posizionare il primo spit in quella posizione credo di averci impiegato circa 40 minuti, imprecando senza ormai più energie e senza una goccia di saliva in bocca! Dopo tutte le imprecazioni la sosta è pronta e dopo aver bevuto tutto ciò che mi rimaneva decidiamo di calarci. Torniamo al bivacco stanchi, soddisfatti e convinti che ci manchino un paio di lunghezze e che con un'altra giornata saremo fuori.
Purtroppo nel 2019 io e il Panza non riusciamo a far combaciare i nostri impegni, cosi il tempo passa e troviamo gli unici due giorni quest’anno. Lunedì 20 luglio il tempo è bellissimo, ma già martedì pomeriggio il meteo sembra preannunciare possibili temporali pomeridiani. Siamo fiduciosi di riuscire a scendere nel pomeriggio, cosi al mattino partiamo molto presto e dopo essere arrivati nel punto dell’ultima sosta, scaliamo i 45 metri finali dell’ultimo tiro, attrezzandolo anche in modo un po’ più generoso rispetto ai tiri sotto e, con nostra sorpresa ci rendiamo conto di essere in cima alla bastionata!
Finalmente possiamo rilassarci un po’ sull’aerea cresta con una vista magnifica, a est verso la Val Torrone e a ovest verso la Val di Zocca. Preparata l’ultima sosta di calata per permettere comunque una discesa in doppia della via (alcune doppie sono un po’ impegnative), dalla cresta attraversiamo l’anfiteatro roccioso in direzione dell’avancorpo del Pizzo Torrone e con passi di III arriviamo alle soste di calata di una via a spit (Guronsan). Durante le calate in doppia il meteo minaccia con tuoni e lampi e appena arrivati a terra sui resti delle valanghe scese dopo l’inverno si scatena l’inferno. Non è piacevole prendere una grandinata in montagna, ma ormai per noi le difficoltà sono finite, con rassegnazione di chi non ha posti per ripararsi e la felicità di aver concluso un grande progetto ci dirigiamo verso il rifugio Allievi Bonacossa dove Armando ci offre per festeggiare un ottima bottiglia di Inferno della Valtellina, come a sottolineare le ultime sensazioni vissute!
La Leggenda di Charlie e il Dragone nasce da un’idea di dedicare una via nuova a due grandi amici, due alpinisti e volontari del soccorso alpino scomparsi nel 2018 sotto una valanga, Giovanni Giarletta per gli amici Charlie e Ezio Artusi che per tutti era il Drago.
La via è stata salita in libera dove possibile con alcune sezioni in artificiale, cercando di utilizzare il più possibile protezioni veloci e chiodi, ma sono presenti alcuni spit lungo i tiri e almeno uno in ogni sosta (escludendo la sosta n.2 che si trova su un grosso spuntone). Tutti gli spit sono stati messi con piantaspit a mano. I gradi sono stati dati durante l’apertura, confidiamo di tornare a ripeterla per confermarli o modificarli e per goderci la scalata.
Ringraziamo Salomon, Suunto, BlueIce, DF Sport Specialist e Alba Optics per il supporto
di Tommaso Lamantia
SCHEDA: La Leggenda di Charlie e il Dragone, Pizzo Torrone, Val Torrone, Val Masino