Enrico Lovato sulle orme di Rolando Larcher: dalla Val di Tovel alla Marmolada

Il racconto di Enrico 'Cobra' Lovato che quest'estate ha ripetuto una serie di vie aperte da Rolando Larcher e compagni di cordata come 'L’Ora del Garda' a Mandrea (Arco), 'Fine di un’Epoca', 'Recessione Globale' e 'Silverado' alla Cima Cee e 'Don Lurio' alla Cima Omet in Val di Tovel, e 'Invisibilis' in Marmolada.
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Enrico 'Cobra' Lovato in partenza sul sesto tiro di 'Invisibilis' (Marmolada).
Gabriele Gorobey

Dopo anni di falesia e bouldering, che mi hanno dato diverse soddisfazioni personali, circa tre anni fa decisi che era ora di cercare nuovi stimoli, e dove se non nelle emozionanti vie lunghe che le nostre alpi offrono. Così è iniziata questa fantastica avventura.

Sfortunatamente, nel 2021, a causa di una brutta caduta mi ruppi gravemente il piede. Mi aspettavano quindi svariati mesi di recupero per tornare a scalare al meglio. Il 2022 è stato un anno di transizione, ho avuto il piacere di scalare vie più facili ma di stampo puramente alpinistico, dove l’esperienza e la mente la fanno da padrone. Infine, dopo 13 mesi dall’infortunio sono riuscito a salire in libera la Via Attraverso il Pesce (IX-, 1200 mt) con il grande amico Giacomo Segata sulla sud Marmolada, li è stato amore a prima vista!

A primavera 2023 decisi che era ora di tornare sulle dure multipitch sportive. Dove abito io, a Trento, quando si parla di vie lunghe a spit c’è un nome che riecheggia sopra tutti, ovvero Rolando Larcher, un idolo per me! Così con Giacomo siamo andati a ripetere L’Ora del Garda aperta insieme a Luca Giuppioni (8a max, 7b+ obb, 360 mt) a Mandrea (Arco) e successivamente con Davide Prandini ho provato a vista la famosa Giallo Dream (8a max, 240 mt, ) in Vallaccia, tentativo bloccato a causa della parete bagnata.

Vista quindi la bellezza e la logica delle vie del Rolly, ho sfruttato la mia buona forma fisica e mentale per dedicare questa lunga estate alle sue vie in ambiente Dolomitico. In questo stile di vie, chiamato alpinismo sportivo, il buon livello di arrampicata libera va unito al fattore mentale e all’esperienza nel saper proteggere in stile Trad. Sicuramente tra le varie pareti, quelle che più spiccano per la qualità della roccia sono quelle della Val di Tovel e la parete sud della Marmolada, senza però dimenticare la Val D’Ambiez e la Vallaccia.

Le compattissime pareti calcaree della Val di Tovel
Considerati i violenti temporali pomeridiani tipici di giugno e luglio, mi sono concentrato sulla vicina Val di Tovel nelle Dolomiti di Brenta, così da essere a casa nel pomeriggio ed evitare brutte esperienze.

Dapprima mi sono cimentato sulla compattissima parete di Cima Cee, praticamente una colata di cemento. Qui le vie sono state chiodate recentemente dalla formidabile coppia Rolando Larcher - Luca Giupponi con uno stile prevalentemente sportivo da integrare con qualche Totem Cam. Dapprima assieme a Marco Ferrari ho ripetuto la loro dura Fine di un’Epoca (8a+ max, 7b obb, 215 mt), molto continua e impegnativa, su roccia superba caratterizzata da tasche e tacche perfette. Successivamente assieme a Teo Monfrini (CAI Eagle Team) abbiamo avuto il piacere di aggiudicarci la prima ripetizione della nuova via Recessione Globale (7c+ max, 7a obb, 250 mt), molto particolare per la presenza di passi molto fisici in strapiombo ma anche di placche lisce di aderenza. Infine, assieme ad Alex Piazzalunga abbiamo scalato quella che, secondo me, è la più bella della parete, Silverado (8a/+ max, 7b obb, 200 mt), caratterizzata dal suo tiro chiave di 50 metri, una vera e propria sagra della tacca in leggero strapiombo, una lunghezza spaziale! Un vero peccato averla sbagliata a-vista per un nulla.

La seconda parete che sono andato a "visitare" è la est di Cima Omet, sopra il Lago di Tovel, immersa in un contesto naturalistico da favola. Con Giacomo ho scalato la via più impegnativa della parete, Don Lurio (7c+, 7b obb, 300 mt), aperta quasi 30 anni fa insieme a Roberto Pedrotti, Massimo Concini, Michele Cagol e Michele Fedrizzi. Don Lurio è uno spettacolare concentrato di spalmo e forza di dita, dove l’equilibrio e il posizionamento dei piedi sono fondamentali per non cadere. Per me è stata la via più tecnica che abbia mai scalato, infatti, come mi disse scherzosamente Rolando: "per salire questa via è necessario il patentino 5 stelle di placca, solo per intenditori e amanti dello stile".

Invisibilis, il capolavoro di alpinismo sportivo sulla sud della Marmolada
Ad inizio agosto finalmente il meteo si è sistemato, e una finestra di bel tempo mi ha permesso di fare la mia seconda visita alla fantastica sud della Marmolada, la parete d’argento, la perfezione!

Esattamente un anno prima trovai Rolly in falesia, io gli esposi quanto amassi lo stile spit/trad e lui mi consigliò di andare a provare Invisibilis, aperta insime a Geremia Vergoni e che, a dir suo, è la via più bella e educativa su questo stile di apertura. Detto fatto, mercoledì 6 agosto con gli amici Alex e Gabriele "Sbisi" Gorobey, in modo totalmente inaspettato, sono riuscito a salire Invisibilis (7c+, 7a+ obb, 405 mt) on-sight, ovvero tiri chiave saliti a vista, e flash, ovvero tiri di 7b da secondo. Mi sbilancio tranquillamente nel dire che è la via più bella che abbia mai scalato. Questa è veramente la via capolavoro di Rolando, super continua, roccia bellissima, buchi perfetti da tirare e da proteggere a friend e molte clessidre. Lo stile è più Trad che sportivo, basti pensare alla presenza di soli 12 spit in 11 lunghezze e 400 metri di parete. Infine, devo ringraziare i miei compagni che mi hanno incitato e dato forza sui tiri scalati a vista, la soddisfazione è stata veramente enorme, un’esperienza che ricorderò per tutta la vita!

Conclusione
Come concludere questo racconto? Innanzitutto per quanto riguarda la Val di Tovel e questo fantastico angolo del Brenta, vorrei mostrare il mio dispiacere; infatti, non riesco a comprendere come vie così belle con roccia di qualità superba possano contare solo pochissime ripetizioni (meno di cinque in alcuni casi). La Cima Cee è facile e veloce da raggiungere, e con il gran livello dei Climbers ai giorni d’oggi credo che queste vie dovrebbero diventare delle classiche dell’alta difficoltà. Nella speranza che questo articolo possa essere una buona "pubblicità" per far conoscere le bellezze della Val di Tovel.

Poi: come definire brevemente queste vie del Rolly e compagni di cordata in due parole? Sicuramente logica e qualità, l’essenza dell’arrampicata libera! Sono vie che non regalano nulla, a volte molto impegnative e frustranti, ma che alla fine ti donano una soddisfazione che non è facile trovare in altre salite. Le grandi emozioni che mi hanno dato queste vie rimarranno per sempre cucite nel mio cuore. Grazie mille Rolando e compagni di cordata per aver aperto queste bellissime linee!

di Enrico 'Cobra' Lovato

Lovato ringrazia Saltic Italia




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