Pelmo d'oro 2014: premiati Dorotei, Tondini, Mondini e Villabruna
Sabato 2 agosto a Falcade (Dolomiti) sarà consegnato il Pelmo d'oro 2014 a Soro Dorotei per la sua grande carriera alpinistica, a Nicola Tondini per l'alpinismo in attività, a Carlo Mondini e Aldo Villabruna per la cultura. Menzione speciale alla memoria a Vittorio Cazzetta, mentre il 'Premio Giuliano De Marchi' va a Angelo Costola. Video intervista a Nicola Tondini.
Il 2 agosto avrà luogo un importante evento. Falcade ospiterà il Pelmo d’oro, giunto alla sua XVII edizione. Un riconoscimento all’alpinismo passato e futuro delle nostre Dolomiti. Uno stimolo per il mondo alpinistico a proseguire con le avventure che hanno e che continueranno a caratterizzare le suggestive pareti di dolomia.
Saranno protagonisti nomi noti, come quello di Soro Dorotei, con un repertorio infinito di nuove vie e ascensioni, che spaziano oltre le nostre montagne, per spingersi fino agli Ottomila Himalyani. A lui va un meritatissimo Pelmo d'oro per la carriera alpinistica con una motivazione del tutto condivisibile: “Guida alpina, protagonista di una straordinaria quarantennale avventura alpinistica nelle Dolomiti e nel mondo. Più di 1000 ascensioni, 130 vie nuove, esperto himalaysta. Sei volte su un Ottomila: Broad Peak, K2, Nanga Parbat, Annapurna, Manaslu, Lhotse. Testimone di un alpinismo lezione di vita”.
Sarà premiato anche chi, come Carlo Mondini e Aldo Villabruna, ha saputo valorizzare con grande dedizione il territorio delle Dolomiti sotto l’aspetto archeologico e culturale. La “Menzione Speciale alla memoria Pelmo d’oro 2014” sarà attribuita a Vittorio Cazzetta, mentre il “Premio Speciale 2014 Giuliano De Marchi” sarà ricevuto da Angelo Costola.
Al veronese Nicola Tondini sarà consegnato il premio per “l’alpinismo in attività”. Una soddisfazione, che senz’altro continuerà ad alimentare quella passione per l’estremo nell’arrampicata alpinistica che lo distingue da anni. 16 vie nuove sulle pareti più belle delle Dolomiti, dal Sella alla Marmolada, dalle Odle al Sass dla Crusc, fino al Civetta. E altre 10 vie sul Monte Cimo in Val d’Adige. Difficoltà che raggiungono il IX grado alpinistico, “portando l’arrampicata libera ai più alti livelli, utilizzando il più possibile quello che la roccia offre per proteggersi”.
Con questa intervista Nicola Tondini si racconta, con quello stile pacato, quasi timido, con cui affronta anche le sue avventure. In segno di rispetto verso un “qualcosa” che dopotutto rimarrà sempre più grande di noi.
Saranno protagonisti nomi noti, come quello di Soro Dorotei, con un repertorio infinito di nuove vie e ascensioni, che spaziano oltre le nostre montagne, per spingersi fino agli Ottomila Himalyani. A lui va un meritatissimo Pelmo d'oro per la carriera alpinistica con una motivazione del tutto condivisibile: “Guida alpina, protagonista di una straordinaria quarantennale avventura alpinistica nelle Dolomiti e nel mondo. Più di 1000 ascensioni, 130 vie nuove, esperto himalaysta. Sei volte su un Ottomila: Broad Peak, K2, Nanga Parbat, Annapurna, Manaslu, Lhotse. Testimone di un alpinismo lezione di vita”.
Sarà premiato anche chi, come Carlo Mondini e Aldo Villabruna, ha saputo valorizzare con grande dedizione il territorio delle Dolomiti sotto l’aspetto archeologico e culturale. La “Menzione Speciale alla memoria Pelmo d’oro 2014” sarà attribuita a Vittorio Cazzetta, mentre il “Premio Speciale 2014 Giuliano De Marchi” sarà ricevuto da Angelo Costola.
Al veronese Nicola Tondini sarà consegnato il premio per “l’alpinismo in attività”. Una soddisfazione, che senz’altro continuerà ad alimentare quella passione per l’estremo nell’arrampicata alpinistica che lo distingue da anni. 16 vie nuove sulle pareti più belle delle Dolomiti, dal Sella alla Marmolada, dalle Odle al Sass dla Crusc, fino al Civetta. E altre 10 vie sul Monte Cimo in Val d’Adige. Difficoltà che raggiungono il IX grado alpinistico, “portando l’arrampicata libera ai più alti livelli, utilizzando il più possibile quello che la roccia offre per proteggersi”.
Con questa intervista Nicola Tondini si racconta, con quello stile pacato, quasi timido, con cui affronta anche le sue avventure. In segno di rispetto verso un “qualcosa” che dopotutto rimarrà sempre più grande di noi.
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