Parete di San Paolo e Medusa, la via d’arrampicata di Matteo Rivadossi e Silvio Fieschi

'La parete di San Paolo probabilmente è simbolo dell’arrampicata plaisir non solo ad Arco ma in tutta la Valle del Sarca.' Il report di Matteo Rivadossi che, nella primavera del 2019 insieme a Silvio Fieschi, ha aperto Medusa a fianco della celeberrima via Ape Maia.
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Parete di San Paolo (Arco, Valle del Sarca): la parete sopra la Lanterna, Medusa si snoda al centro
archivio Matteo Rivadossi

La parete di San Paolo probabilmente è simbolo dell’arrampicata plaisir non solo ad Arco ma in tutta la Valle del Sarca. Un regalo per tutti noi, mai abbastanza riconoscenti al suo massimo valorizzatore, il mitico Heinz Grill.

Dopo tante ripetizioni più volte avevo adocchiato maliziosamente lo spazio compreso tra la classica Ape Maia e la più tecnica Spiderman: sopra la placca iniziale sporca ma a buchi si presentava un bel murone compatto sovrastato da placche e boschetti fino ad una fascia di tetti ondulati. Attorno solo boschi e rocce rotte mentre sopra incombeva una repulsiva fascia gialla senza alcuna scappatoia naturale: beh, allora andiamoci, ripetei a me stesso. Come una scommessa. Coinvolgere l’amico Silvio Fieschi fu come accattivarsi la fiducia di un bambino con delle caramelle: cioè questione di 30 secondi…

E così ad aprile 2019 con la premiata ditta ci buttammo a capofitto nell’ennesima apertura dal basso con il trapano, ben consapevoli che il lavoro più grosso da quelle parti sarebbe stata un’opera di pulizia sistematica. Non solo trapanate in bilico, in libera o sulle gocce da cliff appesantiti da chili e chili di ferraglia, ma polvere, terra, massi e cespugli: il solito gioco degli abbruttiti, insomma! Delle sgobbate titaniche magari poi liquidate dai ripetitori ingrati con il classico “via carina ma un po’ sporca…”. Ma va a c…re!

Comunque partendo da Spiderman, dopo il murone bello duro del 2° tiro, pur tra dubbi e fantasie, la nostra linea saliva, eccome! Ogni tiro la sua sosta comoda, il suo boulder ed il suo perché.

Giunti nel cuore dei tetti ad onde, dopo un paio di staffate e di runout disperati sul tiro chiave, escogitammo un aereo traversone di fuga verso destra. Scelta che ci ha permesso di evitare elegantemente le rocce rotte boscose sopra e di raggiungere un settore di roccia spettacolare. Senza mai spezzare quella linea ideale immaginata da sotto.

Da lì a fuori rimaneva solo una grossa incognita costituita da quella roccia gialla strapiombante: ma i dubbi sulle sue qualità e scalabilità se ne andarono con degli eleganti passi atletici in obliquo sul vuoto. Pagando un solo passo di A0, l’unico di tutta una via che aspetta qualcuno di bravo davvero.

Al bosco sommitale io e Silvio arrivammo dopo 4 uscite pesanti. Ahimè romanticamente, visto la penuria di volontari. Ma perché la nostra opera (certamente una delle linee più esigenti del bucolico San Paolo) fosse completa, mancava solo il… primo tiro! E fu così che da solo, una mattina di quel giugno bollente, sfruttando le prime luci dell’alba, mi regalai quei passi bellissimi dal basso seguiti da ben 3 ore di spazzola in calata.

Con le nocche sanguinanti e la polvere del trapano in faccia, negli occhi ed il lichene nero appiccicato al sudore, alla fine sembravo davvero una vittima pietrificata della perfida Medusa. E solo un miracoloso bagno nel Sarca a mezzogiorno mi riportò tra i mortali.

di Matteo Rivadossi

Ringraziamenti: Matteo Rivadossi ringrazia:Camp - Cassin, Montura, Kayland, ElBec

SCHEDA: Medusa, Parete di San Paolo, Valle del Sarca

LINK: Vai a tutte le vie nella Valle del Sarca nel database di planetmountain.com 




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