Nuove vie di ghiaccio in Valsavarenche presentate da Ezio Marlier
La Valsavarenche insieme alla Valle di Rhemes è in assoluto il luogo che più sento vicino, e che più mi ha dato soddisfazioni in questi 35 anni di arrampicata su cascate di ghiaccio.
Si può asserire con ragionevole certezza che il concetto moderno di arrampicata con le piccozze ed i ramponi sia nato qui. La Grotta Haston ha rappresentato dalla fine degli anni '90 la spinta moderna dell’ice climbing e di conseguenza un modo diverso di concepire l’evoluzione della scalata su ghiaccio, dopo il primo step dato dalla Valle di Cogne e dalla corsa a Repentance nel 1989.
Erano anni in cui il terreno di apertura a disposizione era enorme, c'erano pochissimi scalatori a cimentarsi sulle cascate e si poteva stare a guardare una linea per settimane, nessuno sarebbe andato... all’epoca eravamo 4 gatti!
Faceva anche freddo e le linee erano grosse, gonfie e ce n’erano tante, bastava scegliere e aspettare. Se non si saliva oggi, si andava la settimana successiva, tanto le strutture erano gonfie e non sarebbero sciolte! A distanza di 20 anni è cambiato tutto, trovarsi soli su una linea è ormai quasi impossibile, l'ice climbing è diventato di massa, si è saliti praticamente su tutto.
A chi, come a me, piace scoprire linee nuove e aprire vie si palesa quindi la necessità di cambiare continuamente le visioni, cambiando il modo di avvicinarsi alla linea e provare a sperimentare un modo diverso di concepire l’organizzazione della salita.
Le stagioni sono sempre più complicate, tutto è diventato più veloce e rapido, quindi anche il modo di “vedere” necessariamente si deve adattare. Nell’arco di una settimana le temperature passano da +15 a -10 e i tempi di formazione sono sempre più risicati; carpe diem diventa la parola chiave per trovare l’attimo giusto per completare la salita.
Nonostante i molti anni di "aperture" non ricordo strutture delicate ed effimere come quelle contemporanee: i tempi di "concessione" sono sempre più corti. Queste ultime tre nuove salite sono nate così. Confesso che anni fa non le avremmo neppure guardate e magari giudicate in formazione; forse è il mio modo di “vedere” che si è adeguato ai cambiamenti di una natura che mi costringe alla ricerca di qualcosa di nuovo, che a volte va oltre alla semplice scalata di una linea!
Grazie Rolando Varesco, David Bacci, Luigi Santini, Alberto Corbella e Oliviero Gobbi che avete condiviso le paure e le titubanze di questi viaggi che per me rappresentano l’ennesimo salto nel mio futuro!
di Ezio Marlier
Ezio ringrazia gli sponsor Crazy Idea, Grivel, Mtbness, Movement Ski
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