Saint-Ours II 6, M6 per Marlier, Chenal e M. Farina
Ezio Marlier, Francesca Chenal e Marco Farina hanno aperto in gennaio Saint-Ours II 6, M6, nuova via di ghiaccio a Fenille, Valsavarenche (AO).
Una nuova, grande e difficile, via di ghiaccio è nata sulla bastionata rocciosa dietro il villaggio di Fenille, in Valsavarenche (AO), ad opera del (solito) Ezio Marlier, accompagnato nell'occasione dalla moglie Francesca Chenal e da Marco Farina. Saint-Ours II 6, M6, questo il nome e la difficoltà della nuova nata, va così ad aggiungersi alla vicina Coesion 0 II-7, aperta da Marlier e Buccella, e unico grado 7 d'Italia. Fenille, insomma, con questo nuovo itinerario, conferma ancora una volta di essere un punto di riferimento per l'arrampicata su ghiaccio, in Val d'Aosta (e non solo), sia per la concentrazione di linee di alta difficoltà, sia per le possibilità che offre per future altre linee di grande impegno. Senza dimenticare, poi, quello che Fenille offre a tutti i ghiacciatori con le sue molte vie, di tutte le difficoltà, tra cui spicca per bellezza Anoressica II-5 (Marlier - Buccella - Moine). "Una via da scalare! Ogni tiro è diverso, da scoprire. Certamente si tratta di un'arrampicata adrenalinica (molto adrenalinica), ma sicuramente molto bella!" Così è stata la Saint-Ours di Francesca Chenal. Certamente si tratta di una via bella e intensa, com'è evidente dalla descrizione di Ezio Marlier e dalle foto di Francesca. SAINT-OURS, Carpe diem su ghiaccio nuova via di ghiaccio, Fenille, Valsavarenche di Ezio Marlier L'abbiamo battezzata Saint-ours (San Orso), in onore del santo del giorno, e del mio compleanno. Insomma, mi sono fatto il regalo che più desideravo: salire questa linea che mi stava sul groppo da un bel po'. L'anno scorso, insieme a Massimo Max Farina, l'avevamo puntata per qualche giorno. Ma, quando si decise di attaccare, un vento caldo (temperatura +15°) ci ricacciati alla "solita" grotta Haston a tirare sul misto. Poi la cascata non si è più riformata è c'è toccato rimandare tutto allinverno successivo. Gennaio 2004. Dopo un inizio di stagione che lasciava presagire un'annata favolosa, il solito vento caldo ci ha relegati al lavoro, e a far foto a eventuali linee con la speranza che si formassero. Poi, finalmente ecco una settimana degna di gennaio. Fa freddo, molto freddo, nevica e (finalmente) ci sono le condizioni per i nostri progetti su ghiaccio. Adesso, però, manca il socio di cordata Max è impegnato con un corso militare a cui non puà mancare... E io che faccio? Sono fortunato: Francesca Chenal e Marco Farina, fratello minore di Max, si legano alla mia corda, e proviamo. La nostra cascata è a Fenille, in Valsavarenche. Battiamo la traccia, e in 25 minuti siamo alla base del canale. Ora si parte... Un primo tiro facile ci porta alla base del muro di 120m (sosta a sx, 1 chiodo con cordone). Parto per la seconda lunghezza: il ghiaccio è sottile, molto sottile. Riesco a mettere una protezione, ma è come fosse infissa sul cartone. Non mi resta che sperare Poi attraverso qualche metro alla ricerca di ghiaccio sufficiente per ancorare le picche. Me la sto letteralmente facendo addosso: se la picca o un rampone non tengono, mi pianto nella neve vicino ai compagni. Che paura... finalmente arrivo alla base di una candelina veramente misera, e decido di fare la seconda sosta,. Anche il tiro successivo (il terzo) mi mette a durissima prova. Un cordino in chevlar, passato in una clessidra dovrebbe essere sufficiente in caso di volo. Cerco di convincermi, però mi accorgo subito che anche questa protezione non terrà un volo, ma non posso fare diversamente: vado avanti. Un indefinito numero di vibrate, fisiche e morali, minvestono. Sto in ansia finché, dopo aver superato la candelina di 15 metri con quellunica protezione di m.... riesco a mettere un chiodo da ghiaccio, corto. Continuo per un tratto di misto e attraverso versa destra, poi un friend del 2 mi mette il cuore in pace e percorro il ghiaccio successivo fino alla sosta 3. Pensavo che nella parte alta le difficoltà calassero di molto, ma non è così. Il quarto tiro mi bastona: un bel passo di misto e riesco a mettere due chiodi. Adesso la scalata è sempre dura, ma decisamente più rilassante, e finalmente comincio veramente a divertirmi. La sosta 4 è comoda, Francesca e Marco mi raggiungono e affrontiamo l'ultimo tratto del muro centrale. Il 5° tiro si lascia salire bene, un piccolo passaggio ancora delicato in uscita e siamo sul pendio mediano, fuori dai casini. Percorriamo il canale e l'ultimo salto, poi ci caliamo. L'esposizione è veramente notevole! Poche cascate mi hanno impressionato per l'esposizione, questa è sicuramente una di quelle. Abbiamo fatto un buon lavoro. Qualche spit avrebbe sicuramente reso più sicura la giornata, ma va bene così. La Valsavarenche, e più precisamente la zona di Fenille, con questa salita diventa il polo dell'alta difficoltà in Valle D'Aosta. Alcune centinaia di metri più a valle di Saint-ours, infettai, sale la linea più dura, Coesion 0 II-7 (aperta da Marlier e Buccella), di fronte cè la bellissima Anoressica II-5 (Marlier - Buccella - Moine), e ancora molte altre linee, di tutte le difficoltà. L'unico neo della zona è che le cascate sono di difficile formazione. Ma il bello è anche questo: attendere il momento giusto, il giorno in cui la linea è salibile... Sai che potrà crollare dopo qualche giorno, questo è il sale di questa attività, trovare il "Carpe diem"." Ezio Marlier
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