Nuova via di misto al Crozzon di Val d’Agola (Dolomiti di Brenta) di Nicola Castagna e Francesco Salvaterra
Telefonata di Nicola Castagna. Non servono molte parole: "In Brenta Alta, di fronte alle cascate c’è una linea spettacolare, andiamo a farla!". Una decina di giorni dopo, alla prima giornata libera ci troviamo alle cinque in val Rendena. L’accesso con gli sci non è dei più comodi, poco dopo l’alba iniziamo a scalare.
Il primo tiro è tecnicamente abbastanza facile ma ben poco proteggibile, ci dà subito un’idea di quello che seguirà. Quando arrivo sotto un diedro strapiombante, la sorpresa: dei chiodi. L’hanno già fatta. Un accenno di nervoso ma è presto dissipato, la linea sembra di gran classe, la giornata è ottima, vorrà dire che tenteremo una ripetizione. Nicola sale un diedro difficile ma ben chiodato, con un camino liscio dove occorrono calma ed incastri inconsueti. I tiri si susseguono e non troviamo nessun’altra traccia di passaggio al di sopra del secondo tiro, i chiodi quindi erano di un tentativo.
Le descrizioni dei tiri sono noiose da leggere. L’arrampicata è bella, a tratti abbastanza difficile ed esposta da rimanere impressa nella memoria. Arriviamo in cima alle sette con una luce magnifica. Dopo una mezz’ora di buio la luna perfettamente piena è spuntata dalla cima Mandron, non un filo di aria, una temperatura piacevole. Non ci fermiamo molto sul punto più alto, ma la pace, il panorama e l’ambiente surreale sono stati un bel regalo. Avevamo entrambi bisogno di un’intensa giornata in montagna, un’egoistica dose di adrenalina ed endorfine tutta per noi.
La discesa è facile e veloce, utilizziamo le soste a fix che abbiamo attrezzato in salita, in meno di due ore siamo alla base e alle 10 riusciamo a sbranare una memorabile pizza alla pizzeria Civetta di Massimeno.
Buca per uno o buca per due, avremmo preferito lasciare tutte le soste con due fix ma ne abbiamo portati pochi, la via è attrezzata con un solo fix alle soste oppure con materiale tradizionale. I futuri corteggiatori oltre alla prima ripetizione possono aspirare alla rotpunkt: abbiamo scalato a vista ad esclusione del tiro chiave, dove sul finale un run-out scabroso mi ha consigliato caldamente un resting su una piccozza. Il tiro è stato liberato da Nicola da secondo e il grado è solo proposto.
A parte il materiale rinvenuto sulla seconda lunghezza, abbiamo usato tre chiodi di passaggio lasciandone due e in parecchie occasioni ci siamo protetti con tre pecker medi che abbiamo tolto. La neve pressata non permetteva di proteggersi con le viti a parte per un tratto sull’ottavo tiro, l’unico con del vero ghiaccio. Abbiamo successivamente appurato che il tentativo è stato di Roberto Parolari e compagno, i quali avevano intenzione di finire la via a giorni, ci dispiacciamo per l’involontario furto.
Il nome in slang argentino significa letteralmente: "la vagina della pappagalla". E’ un modo di dire che viene sovente utilizzato per vari scopi, dall’esclamazione colorita in una situazione avversa o diretto a un’altra persona o per definire un luogo molto isolato, di scomodo accesso, difficile da raggiungere.
di Francesco Salvaterra
Castagna ringrazia: SCARPA, racestore.it, Mountain Friends
Salvaterra ringrazia: Climbing Technology, Montura, SCARPA, Salice Occhiali
Info: www.francescosalvaterra.com, FB Francesco Salvaterra