‘Mission Impossible’ in Valsavarenche, restyling e ripetizione dopo 20 anni da Niccolò Bruni e Francesco Civra Dano

In Valsavarenche, la via di misto 'Mission Impossible' è stata oggetto di un restyling da parte di Niccolò Bruni e Francesco Civra Dano. Le due guide alpine hanno poi ripetuto la via, autentico capolavoro di Mauro Bubu Bole del 2001, considerata all'epoca una delle più belle e dure vie di drytooling del mondo.
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Restyling di 'Mission Impossible' in Valsavarenche (Niccolò Bruni, Francesco Civra Dano, gennaio 2025)
archivio Niccolò Bruni

Mission Impossible è il tiro di misto per antonomasia, una linea spettacolare proprio difronte alla "mitica" grotta di Haston in Valsavaranche, aperta e liberata dal mitico Bubu Bole nel lontano 2001. Le poche ripetizioni degli anni a seguire portano la firma di grandissimi nomi, solo per citarne i primi che vengono in mente: Stevie Haston, Kurt Astner, Massimo Farina, Ines Papert, Dmitry Bychkov, Alexei Tomilov, Scott Muir, Robert Jasper, Ueli Steck, Ryan Nelson e Jared Ogden. Ma chissà se qualcun altro negli anni successivi si è cimentato su questo capolavoro di misto moderno.

Purtroppo dopo le prime ripetizioni, la via è rimasta nel dimenticatoio per circa 20 anni, secondo noi per due motivi: uno perché la frangia non si forma tutti gli anni, e due perché è una via a chiodi tradizionali, alcuni di dubbia tenuta, lontani e con un’uscita su frangia dove bisogna stare calmi, mentre l’ultimo chiodo si fa sempre più lontano.

Nel mese di dicembre 2024, passandoci sotto in macchina, notiamo che la frangia di uscita era formata benissimo, ed è così che scatta la motivazione mia e del mio grande amico e collega Francesco Civra Dano. In passato abbiamo già sistemato diversi tiri storici come X-Files, Twin Peaks e Tsunami, e l’8 gennaio, gasati come due bambini, decidiamo di andare a provare Mission. Investiamo tre giorni lì, appesi, solo per sistemarla. A piantare chiodi tradizionali, togliere alcuni blocchi instabili, creare un varco nel ghiaccio per uscire dalla frangia e mettere una buona sosta.

Nelle settimane successive, ogni volta che fa brutto tempo e quindi non si lavora, corriamo su a provarla; è diventata una vera ossessione. Finalmente dopo vari tentativi, riusciamo a moschettare la catena, Francesco il 30 di gennaio ed io il 1° di febbraio. Siamo increduli ma la gioia è immensa, non possiamo negare che, dall’emozione, una piccola lacrimuccia ci è scesa. È stata dura, ci siamo impegnati al massimo, ma sopratutto ci abbiamo creduto e la cosa più importante, ci siamo motivati tanto a vicenda.

Abbiamo fantasticato per anni, guardando le foto di Bubu, Massimo Farina e Kurt Astner appesi a testa in giù sotto quel grande tetto sulle varie riviste, una delle quali Pareti conservata maniacalmente da Francesco per ben 24 anni.

Finalmente le fantasie si sono trasformate in realtà, sotto quel grande tetto a testa in giù, questa volta c’eravamo noi due. Un sogno nel cassetto che si avvera. Mission Impossibile, per un attimo, è stata anche nostra.

di Niccolò Bruni




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