Matador per Marlier e Farina al Mont Blanc du Tacul
Il 14/04 Ezio Marlier e Massimo Farina hanno aperto Matador, nuovo itinerario di ghiaccio e misto sul versante est del Mont Blanc du Tacul.
Ezio Marlier e Massimo Farina il 14 aprile scorso hanno aperto Matador, nuovo itinerario di ghiaccio e misto sul versante est del Mont Blanc du Tacul. La via si sviluppa tra le storiche e classicissime vie "Gervasutti" (a sinistra) e "Boccalatte" (a destra) che percorrono rispettivamente il Pilastro e lo Sperone omonimi. In apertura i due forti alpinisti valdostani hanno complessivamente impiegato 11 ore per superare i primi 550 metri (del tutto autononomi) di Matador; quindi, raggiunta la cresta, sono usciti in vetta al Pilastro Gervasutti lungo la via classica. La difficoltà della via è stata valutata ED (IV-4-M6+). MATADOR - Mont Blanc du Tacul di Ezio Marlier Matador percorre il canale-goulotte posto tra il Pilastro Gervasutti e il Boccalatte, e ha un dislivello complessivo di 800 metri, con difficoltà ED (IV-4-M6+). Di questi 800 metri, 550 sono nuovi perché, una volta raggiunta la cresta, la salita si unisce alla classica Gervasutti e al Super-couloir in corrispondenza della breche tra il gendarme più alto della Gervasutti e la Tour Carrée, percorrendo il grande diedro a sinistra appunto della Tour Carré. In tutto abbiamo impiegato 11 ore per aver ragione della linea. L'attacco è 50 metri a destra della via Gervasutti all'omonimo Pilastro (sosta con cordone blu). Le difficoltà maggiori si trovano sui primi tre tiri di misto. La parte mediana, con i due nevai, l'abbiamo superata in conserva. Il diedro finale si sale con 5 lunghezze di misto abbastanza difficili in ambiente severo (5/5+ su misto). C'è voluto molto tempo per cercare informazioni su quest'evidente linea: nelle guide infatti non risulta alcuna salita. Alla fine ho scoperto che, nel 1986, due francesi, dopo aver attaccato dalla via Boccalatte, all'altezza dei due nevai hanno piegato a sinistra fino alla base della Tuor Carrée, e da lì hanno proseguito a destra lungo il canale tra la Tour Carreé e la Tour Rouge. La nostra via, invece, supera con una linea più diretta i nevai, probabilmente più a sx sui nevai e a sx della torre sommitale quindi, per quel che ne sappiamo, è indipendente... Va detto che nel primo tiro abbiamo trovato delle fettucce e un chiodo, con tutta probabilità da ricondursi ad un errore d'attacco del Pilastro Gervasutti, o ad una ritirata dallo stesso. In alto non abbiamo trovato nessuna traccia di precedenti passaggi. Una volta raggiunta la cresta, dove si incrocia la via Gervasutti, ci sono due opzioni: o si sale in punta e si scende lungo la "Normale", oppure con alcune doppie o desecalade si raggiungono le doppie del Supercouloir. Quest'ultima è l'opzione adottata anche da noi, perché siamo stati investiti dal brutto tempo (con temperature molto basse e vento forte); così abbiamo preferito non rischiare un eventuale bivacco durante la discesa, considerato anche che non avevamo il materiale necessario. Pensiamo di aver salito una bella linea, forse l'ultima evidente di quella zona. Ci aspettavamo di trovare difficoltà maggiori... Ma va bene così: una via nuova in un posto del genere è pur sempre qualcosa... Un grazie a Mello's, Scarpa, Grivel testo di Ezio Marlier (ph arch. E. Marlier) Nelle foto: il tracciato di Matador e alcune fasi dell'apertura della via. |
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