Mal di montagna acuto, lanciato il crowdfunding per lo studio sul Monte Rosa
Passeggiare in montagna o scalare una parete per raggiungere la vetta sono ormai pratiche molto comuni che appassionano persone di tutte le età. Purtroppo però la bellezza di queste attività all’aria aperta e a contatto con la natura possono a volte essere “rovinate” dall’insorgenza di sintomi connessi alla ridotta disponibilità di ossigeno (ipossia) come mal di testa, nausea, e vomito, prodromi di mal di montagna acuto. i meccanismi alla base dell’insorgenza di questa patologia, già ampiamente studiata dalla letteratura scientifica, non sono però ancora ben chiari.
Il gruppo di Fisiologia dell’Istituto di Tecnologie Biomediche del Consiglio Nazionale delle Ricerche, specializzato nello studio degli adattamenti del corpo umano agli ambienti estremi e già protagonista in diverse campagne scientifiche in alta quota, ha di recente avviato un nuovo progetto di ricerca finalizzato a capire la relazione tra le modificazioni dell’ossigenazione cerebrale durante esercizio e l’insorgenza di mal di montagna acuto.
Dopo aver eseguito alcuni test in normossia e in ipossia simulata, i partecipanti al progetto prenderanno parte ad una spedizione alla Capanna Gnifetti (3647m) sul Monte Rosa. I ricercatori intendono individuare modificazioni di alcuni parametri fisiologici correlati alla ossigenazione/deossigenazione cerebrale che possano chiarire meglio i meccanismi alla base del mal di montagna acuto.
Maggiori informazioni sono presenti al seguente link: experiment.com
Chi volesse contribuire attivamente al progetto può donare un piccolo contributo al link sopra riportato per aiutare a coprire le spese della spedizione (entro il 1 Giugno).