Latok 1, il report di Alexander Gukov

Nuovi dettagli sono emersi sulla tragica spedizione russa al Latok I in cui è deceduto Sergey Glazunov, mentre il suo compagno di cordata Alexander Gukov è stato tratto in salvo con una drammatica operazione di elisoccorso. Gukov in questo report dice di ritenere di aver raggiunto la fine della cresta nord.
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Sergey Glazunov sul Latok I
Alexander Gukov / www.mountain.ru

Il sito web russo www.mountain.ru ha ora tradotto in inglese il report dettagliato scritto da Alexander Gukov sulla tragica spedizione di Latok 1. Gukov afferma che dopo aver iniziato a scalare il 13 luglio, lui e Glazunov erano finalmente pronti per il loro tentativo di vetta 10 giorni più tardi. 10 giorni in cui, aggiungiamo, avevano affrontato difficoltà enormi che fino a quel giorno nessuno era mai riuscito a superare.

Dopo aver consumato le loro ultime provviste, i due sono partiti presto il 23 luglio verso la vetta, senza il sacco da bivacco, e progredendo lentamente a causa del maltempo. Gukov ha registrato la quota massima di 6.980 metri alle 14:40 prima che il suo tracker si spegnesse automaticamente a causa della batteria scarica. Poi, alle 16:00, si è reso conto che probabilmente non sarebbero riusciti a raggiungere la vetta. Ciò nonostante hanno continuato e alle 19:00 Glazunov, che saliva da capocordata dieci metri sopra Gukov, ha raggiunto un piccolo colle tra le rocce ed un seracco ed ha esclamato di aver raggiunto la cima del Latok I. È sceso immediatamente e ormai nel buio la cordata è discesa fino alla tenda.

Mentre Gukov non si ricorda i dettagli del 24 luglio, prima di continuare la discesa il 25 luglio ricorda di aver condiviso i suoi dubbi sulla cima con Glazunov: "Ricordo che il tempo era buono quando ci siamo svegliati. Ricordo di aver condiviso i miei dubbi con Sergey sul fatto che fossimo davvero stati in cima oppure no. Ancora oggi ho dei dubbi." ha scritto Glazunov, spiegando ulteriormente "Forse qualcuno potrebbe modificare i fatti e dire che era stato lì, ma io no. Non ho sentito la cima, non ricordo la cresta dell’antecima, non ci siamo abbracciati e non ci siamo divertiti sulla cima come sognavo. Penso che sia stata la cima della cresta nord o la "cima" occidentale del Latok I. Anche se ora riesco a vedere su Google Earth che c'erano solo 360 metri da quel punto alla cima principale con una piccola differenza di altezza, nella nebbia non l’abbiamo visto. Sergey e io abbiamo deciso che non avremmo mentito. Lui credeva che fosse la cima, io credevo che non lo fosse. Non abbiamo avuto una seconda possibilità di controllare. Se avessimo preso la tenda e ci fossimo fermati sui "funghi", l’avremmo scoperto. Ma non l'abbiamo presa."

Come è noto, poche ore dopo Glazunov è caduto e ha perso la vita durante una calata in doppia mentre Gukov è stato portato in salvo grazie a un'audace operazione di salvataggio in elicottero sei giorni più tardi.

Nel suo report Gukov conclude: "Non so se è stata la cima di Latok I oppure no, penso che non lo fosse. Ma ad essere onesti, non m’importa se abbiamo salito quella cresta sommitale di 360 metri oppure no. Sono sicuro che siamo saliti fino alla fine della cresta nord. E‘ stata una bella salita. Lo abbiamo fatto lavorando a turno, sostituendoci l'un l'altro. Con Sergey siamo stati una buona squadra, nonostante il fatto che era la prima volta che scalavamo insieme. Eri una brava persona, Sergey! Mi dispiace molto che sia successo tutto in discesa, quando la maggior parte del lavoro era già stata fatta. Per favore perdonami se ho fatto qualcosa di sbagliato."

Per il report completo di Gukov intitolato "Latok I Impossible non è per sempre” visitate www.mountain.ru in inglese oppure per la versione italiana visitate alpinistiemontagne.gazzetta.it




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