La giusta battaglia di Erin Parisi
Erin Parisi ha scalato la maggior parte della sua vita, ma è stato solo quando nel 2016 ha fatto coming out come donna transgender che ha rivolto il suo sguardo verso le montagne più alte di tutti i continenti. Da obiettivo personale, il suo desiderio di scalare tutte le Seven Summits è diventato un impegno per cambiare la mentalità dell’opinione pubblica in merito alla comunità trans outdoor.
"Alla fine mi sono sentita messa in un angolo e ho perso del tutto la voce durante la mia transizione", racconta Parisi. "Volevo stare lassù, in montagna, dove nessuno poteva spingermi nell'ombra. Non esistono zone buie qui. Questo è il posto in cui posso dire: "Ecco questa sono io, e sono fiera di me stessa".
A febbraio Parisi ha raggiunto la vetta del Monte Vinson in Antartide, il quinto delle famigerate Seven Summits. Negli ultimi quattro anni, l’alpinista originaria del Colorado, ha scalato il Monte Kosciuszko in Australia, il Monte Kilimangiaro in Tanzania, il Monte Elbrus in Russia, l'Aconcagua in Argentina e il Monte Vinson. Ora sta per partire per la penultima cima che le occorre per raggiungere il suo traguardo delle Seven Summits: il Denali.
Durante questo mese, nel corso di tre impegnative settimane, Parisi tenterà di raggiungere la vetta del gigante dell'Alaska di 6.190 m. Nel 2018, prima di partire per la prima spedizione delle Seven Summits, Parisi ha anche fondato un'organizzazione no profit, TranSending 7, dedicata alla promozione dei diritti transgender e creata per incoraggiare e coinvolgere le persone transgender a praticare sport.
Negli Stati Uniti, diciotto stati hanno emanato leggi per vietare o limitare ai giovani transgender la partecipazione agli sport nelle scuole, una questione che rimane al centro dell'attivismo di Parisi.
"Quando si pratica sport si creano molte possibilità. È un percorso di crescita fin dalla tenera età, e questa eccezionale opportunità viene negata alle persone trans".
"Credo che ancora oggi molte persone trans non si sentano ben accolte a causa di come vengono comunicati gli sport outdoor e lo sport in generale. Spero di poter offrire alle persone un piccolo aiuto per riprendersi quello spazio, in modo tale che ne benefici sia la loro salute sia quella di ognuno di noi".
"Il motivo per cui desidero condividere la mia storia è perché magari, alle due del mattino, qualcuno che si sentirà stigmatizzato e solo, e non accolto dalla società, ascoltando le mie parole dirà: mi riconosco in questa narrazione trans, fa bene parlarne, io non sono diverso, e non ho bisogno di sopprimere chi sono".
Per maggiori informazioni su Erin Parisi e sulla Onlus TranSending7, visita TranSending 7 – Rising Stronger, Together