La bellezza non conosce grado

Ivo Ferrari e la bellezza dell'alpinismo che va oltre ogni metro di difficoltà. La via Pichl al Sassolungo (Dolomiti) ne è un esempio.
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Ivo Ferrari sulla parte alta della via Pichl al Sassolungo (Dolomiti)
Ivo Ferrari
Una bella estate di tempo splendido, tante idee, alcuni sogni e diverse salite effettuate, sono soddisfatto, ma... sappiamo tutti che l’alpinista non entra mai in sintonia con l’appagamento, più ne fai e più ne vorresti fare. Dopo alcune ascensioni, più o meno classiche e conosciute, dove ad essere sincero avrei potuto mettermi d’impegno nel raccontarvele riportandole magari fuori dall’immeritato oblio, ed invece mi sono limitato... a salirle! La stagione estiva volge quasi al termine, le giornate diventano sempre più corte e noi dobbiamo aumentare la velocità, si perché i bivacchi non sono più di moda, forse semplicemente perché non abbiamo più tempo per gironzolare con la calma.

Sono per tre giorni in giro con la famiglia, fiume, bagno, gioco... nel mezzo c’è una montagna imponente, il Sassolungo, ricco di storia e linee da storia. Non ho portato appositamente la corda per non cadere in tentazione, ma nella testa ho diversi stupendi consigli, uno fra tutti quello dell’Amico Daniele Moretti che nel suo stile mi ha detto “la bellezza non conosce grado”.

Se ritorno indietro di qualche settimana sento la voce di un compagno dirmi che a Lui la Pichl al Sassolungo non interessa, semplicemente troppo semplice. Io invece che sono interessato a tutto ciò che può interessarmi, quasi, quasi ci vado... e poi in cima non ci sono mai stato.

Al passo Sella di notte il silenzio è... irriconoscibile dal giorno, sento solo il respiro dei bambini all’interno del loro sacco piuma. Meraviglia! Con le mani in tasca e uno zaino leggerissimo sulle spalle mi porto velocemente alla base della Pichl, se la montagna è immensa, l’avvicinamento è quasi ridicolo. Il sole splende già nel cielo, è lunedì, nessuno o poche persone in giro.

Inizio a salire, la linea è di una logicità disarmante, penso agli apritori, quasi cento anni fa, “buttarsi” con la conoscenza e i mezzi di allora lungo l’ignoto maestoso. La roccia, dopo i primi metri disturbati dall’erba, diventa veramente bella, appigli sani e accoglienti, appoggi larghi e resistenti, salgo.

Il tempo oggi è meraviglioso, tutto fila via liscio e la parete mi affascina. Passano alcune ore e seduto sulla cima mi ritrovo stanco ed appagato... la lunga discesa infine mi riporta alla forcella del Sassolungo dove, vicino al Rifugio Demez, il resto della squadra mi aspetta. Forse è giusto che non vi abbia descritto le altre vie, forse è giusto che questa sia la via... la più bella via di quarto grado delle Dolomiti.

“che grado era Ivo?”
“Settimo...”
“Cavolo bella”
“che grado era Ivo?”
“Quarto...”
“Ha! Niente di che”
Questo è il motivo che mi lascia libero di non raccontare più molto di me... libero di salire sul sesto e sul quarto senza sentirmi dire “Niente di che!”

Buon divertimento

Ivo Ferrari

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