L'or du temps sul Grand Capucin, i Slovacchi si aggiudicano la prima libera
In macchina verso le Alpi francesi ero molto eccitato di finalmente visitare finalmente il posto di cui avevo sentito così tante storie: la leggendaria cittadina di Chamonix con le sue enormi guglie di granito, le sue erte e bellissime montagne e, ultimo ma non meno importante, le splendide viste sulle valli glaciali.
Durante l'intero viaggio dalla Slovacchia in Francia (circa 15 ore) abbiamo cercato di scegliere le zone più adatte per i nostri dieci giorni. Tra le varie vie menzionate, Martin Krasňanský ha parlato di L'or du temps. Aperta recentemente da Nina Caprez e Arnaud Petit, questa via ha immediatamente catturato la nostra attenzione tanto che l’abbiamo inserita nella lista di vie da provare se tutto fosse andato bene.
Innanzitutto, eravamo convinti che un buon acclimamento nella falesia di Envers sopra il Rifugio Envers des Aiguilles (2532m) sarebbe stato un buon inizio della nostra avventura a Chamonix. Così con grandi aspettative ci siamo diretti verso la stazione ferroviaria e abbiamo preso il treno per la stazione Mer de Glace. Durante i tre giorni in quella falesia abbiamo salito delle vie facili (6c+, 7a+, 7a+) per essere pronti e per abituarci alla roccia.
Dopo Envers ed un giorno di riposo, abbiamo deciso che avremmo tentato qualcosa di più difficile e abbiamo scelto L'or du temps, dato che la nostra eventuale salita sarebbe stata probabilmente la prima ripetizione. Pur non essendo completamente convinti che fosse una buona idea, a causa della difficoltà della via ma anche del brutto tempo, ci siamo comunque diretti verso il Grand Capucin.
Abbiamo preso la funivia Skyway Monte Bianco sul versante italiano e dopo aver continuato a piedi abbiamo installato il nostro piccolo campo base sotto l'imponente Grand Capucin. Poco dopo un breve snack, a mezzogiorno abbiamo dato un’occhiata alla prima metà della via, fino al tiro chiave. Abbiamo salito a-vista i tiri più facili, ma purtroppo non abbiamo avuto il tempo sufficiente per tentare il tiro di 8a una seconda volta, dopo il fallito tentativo a-vista di Robert e il mio fallito tentativo flash. Martin invece è stato sufficientemente saggio per aspettare condizioni migliori per il suo tentativo flash, e quindi siamo scesi.
Il giorno dopo ci siamo alzati un po’ tardi a causa del maltempo mattutino, e abbiamo cominciato ad arrampicare alle 9:30 circa. Questo ritardo e la grandine sui primi tiri non ci hanno fermato e siamo saliti rapidamente fino al quinto tiro, quello chiave. Lì abbiamo dato il nostro meglio e tutti e tre siamo riusciti a salire il tiro in libera; io da capocordata, Martin poi l’ha salito in stile flash e Robert l’ha salito da secondo.
Con otto tiri sopra le nostre teste sapevamo che la via era tutt’altro che finita. Oltre a lottare su una lunghezza di 6c+ che ha richiesto un secondo tentativo a causa di un appoggio scivoloso, siamo riusciti a salire il resto della via al primo colpo e siamo arrivati in cima al Grand Capucin alle 20.00, poco prima del tramonto. Due ore di calate nel buio ci hanno finalmente portati a terra. Avevamo trascorso ben 13 ore in questa splendida parete, e ne era valsa la pena!
Nel complesso siamo completamente soddisfatti per la nostra scelta e l’impegno perfetto che abbiamo dato. Siamo entrati in contatto con Nina Caprez poco dopo la nostra prima salita in libera e insieme abbiamo concordato che il tiro chiave è da valutare 7c+, mentre il secondo tiro più difficile è 7c.
Vorremmo ringraziare Arnaud e Nina per aver aperto questa straordinaria via che segue una linea diretta sull’erto e grandissimo granito del Grand Capucin. Attendiamo con impazienza altre avventure a Chamonix!
Pavel Kratochvíl
SCHEDA: L'or du temps, Grand Capucin