Junko Tabei, la prima donna in vetta all'Everest ricordata da Google
Junko Tabei, ex insegnante di Tokio, faceva parte della prima spedizione femminile all' Everest composta da 14 alpiniste, 23 sherpa e 500 portatori. Il tutto era organizzato dal Tokio Women's Mountaineering Club con l'obiettivo di salire il versante sud della più alta montagna della terra, seguendo la stessa via dei primi salitori, Edmund Hillary e Tenzing Norgay, che avevano raggiunto la vetta 22 anni prima: il 29 maggio 1953.
Come le sue compagne di spedizione all'Everest, Tabei non era un'alpinista qualsiasi. Si era appassionata alla montagna e all'alpinismo da giovanissima, e aveva sempre cercato di vincere e superare sul campo quel pregiudizio imperante (e maschilista) che a fatica contemplava – se non proprio rifiutava del tutto - le donne alpiniste. Non a caso diede vita nel 1969 ad un Club di alpinismo tutto femminile. Nel 1970 aveva salito l'Annapurna III (7.555m). E, appunto, nel 1975 fu promotrice di quella spedizione femminile che la portò in vetta.
Naturalmente non fu un'impresa facile. Il 4 maggio 1975 una valanga caduta dal vicino Nuptse travolse il campo 2. Miracolosamente tutti si salvarono. Anche se Junko Tabei e Yuriko Watanabe sfuggirono per un soffio alla morte e rimasero ferite. Gran parte del materiale però era stato portato via dalla valanga. Tutto sembrava perduto.
Poi la decisione di tentare il tutto per tutto con un unico tentativo. Così proprio Junko Tabei, rimessasi in sesto a tempo di record, insieme allo sherpa Ang Tshering installò il campo 6 in cresta. Dopo 3 giorni di attesa forzata per la tempesta, il due ripartirono alle 5 del mattino del 16 maggio 1975. Alle 8,30 erano alla Cima Sud. Dopo 4 ore, lottando contro la neve molle, erano in vetta. Junko Tabei era la prima donna a raggiungere gli 8.848 metri del tetto del mondo! Aveva 35 anni. Tabei dedicò tutta la propria vita all'alpinismo e alla montagna, ci ha lasciati il 20 Ottobre 2016.
Per la cronaca, naturalmente la salita di Tabei all'Everest fu realizzata con ossigeno supplementare. Cosa assolutamente normale per quegli anni, visto che la prima salita senza ossigeno di Reinhold Messner e Peter Habeler è arrivata solo nel 1978.
A distanza di pochi giorni da Tabei, e precisamente il 27 maggio 1975, la seconda donna a raggiungere la vetta dell'Everest fu la tibetana Phatong che faceva parte della mastodontica spedizione militare cinese al versante Nord. La terza, nel 1978, fu la grande e mitica alpinista polacca Wanda Rutkiewicz. Mentre la prima italiana fu la campionessa olimpica di sci di fondo Manuela Di Centa (23/05/2003 con ossigeno supplementare). Assolutamente da ricordare, poi, la salita di Nives Meroi che (insieme al marito Romano Benet) oltre all'Everest ha scalato tutti i 14 Ottomila senza ossigeno.