Alla Grotta delle Ciaole a Campitello Matese (Molise) la via di misto Running free

Riccardo Quaranta presenta la nuova via di misto 'Running free', aperta alla Grotta delle Ciaole sul Monte Croce Matese (Monti del Matese) in Molise insieme a Nico Caprioli e Antonio Patullo.
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Riccardo Quaranta sul primo tiro di 'Running free', Grotta delle Ciaole, Campitello Matese
archivio Riccardo Quaranta

Con febbraio si entra generalmente nel clou della stagione di misto e ghiaccio in Appennino. Con The number of the beast avevo già avuto un buon assaggio di stagione del mondo effimero e precario del Matese. Rientrato da un trasferta di cascate di ghiaccio al nord faccio un giro a piedi in uno dei luoghi culto del misto molisano (e non solo), cioè la parete della Grotta delle Ciaole.

La nebbia avvolge tutto, fa un freddo cane (siamo tra -7 e -8 °C) e la parete non si vede affatto. Non demordo comunque: salgo alla Grotta, foto di rito e decido di ridiscendere... pazienza ci ho provato. Ma sarà che lì alberga qualche spirito della montagna a cui sto a cuore (e che diverse volte mi ha salvato da disavventure ben più gravi della visibilità) ed ecco all’improvviso che la nebbia scompare.

Scatto un po’ di foto a raffica e mi faccio un’idea al volo. Ma sarà a casa, la sera, che al pc riguardo le immagini ed il mio occhio cade su quella che appare una rampa ghiacciata, nel settore di "The talisman" e di "Battle Hymn". Ingrandisco, studio, immagino la linea. Ok la motivazione è già a mille. Giro la foto con il tracciato immaginato a Nico, vecchio amico, che dal profondo sud verrà a trascorrere un po’ di giorni di vacanza da me.. "che ne dici di questa rampetta..poi sopra diventa più difficile, ma vedremo.. ci sei?".

Il 9 febbraio mi ritrovo a tracciare in neve fonda grazie alla nevicata della notte... ma ci sono abituato e Nico mi segue senza indugio. Il meteo non è propriamente "da apertura": tanto freddo e spindrift condiscono un inizio che sembra già tutto in salita. Ci rifugiamo in un piccolo sgrottamento a preparare il materiale e si avverte subito l’atmosfera natalizia: mi sento pesante come Babbo Natale con i doni con tutta quella attrezzatura addosso.

"Mi porto anche il trapano" dico a Nico e mi affaccio fuori a dare una sbirciata al primo tiro.."piccola" sorpresa, quella che sembrava una rampa in foto, nella realtà è un muro a 90° di ghiaccio. Rientro nel piccolo riparo e dico "No Nico, il trapano lo porti tu".. sorridiamo entrambi, si inizia da subito sul serio, niente tiro di riscaldamento.

La prima lunghezza ce la portiamo a casa con relativa facilità, ma la seconda mi mette alla prova seriamente: un traverso quasi sprotetto di 10 metri in cui ho (ed abbiamo) dovuto dare il meglio per venirne a capo, ma è probabilmente la lunghezza più bella che abbia aperto nella mia carriera. Nico mi raggiunge alla S2 abbastanza sconvolto, "Ricca’ io riprendo oggi a scalare su misto, non ti pare di avere esagerato?". "Dai che ora riposi ed il prossimo mi sembra più facile".

Niente di più falso, parto per un altro tiro intenso in cui il dry si mischia sapientemente al misto appenninico, con inclinazioni mai al di sotto degli 80°. Diverse volte sono costretto a fermarmi, chinare il capo e lasciare che lo spindrift termini... siamo ormai corazzati di uno strato di ghiaccio sia io in azione che lui in sosta. Supero il passo chiave, termino il tiro e chiedo a Nico se vuole raggiungermi… "sono un unico pezzo di ghiaccio" mi risponde. Io non sto meglio e la salita si interrompe qui, per oggi. Rientriamo con il nostro esoscheletro di galaverna addosso, abbastanza scioccati sia dalle condizioni con cui siamo stati in parete che dalla difficoltà della scalata.

Una via incompiuta per me è sempre un tarlo che non mi fa dormire. Il freddo sembra prolungarsi ancora e questa volta è Antonio "Sacchetto" che ad avere ferie. Nico gli cede volentieri il posto dedicandosi quel giorno ad attività ben più rilassanti. Io e Sacchi risaliamo i tiri già aperti rivivendo ancora la roulette del traverso (ancora più precario della prima volta) ed apriamo finalmente l’ultimo tiro, anche questo non banale, che ci porta al termine della parete.

Inutile scrivere qui la felicità provata nell’arrivare a quell’albero e poi nel ritrovarci tutti insieme a festeggiare con grandi birre al "Ciapin", il pub degli scalatori, luogo dove le tensioni e la fatica cedono il posto a chiacchiere rilassate e ricordi delle avventure appena trascorse.

"I spent the night in an LA jail
And listened to the sirens wail
They ain't got a thing on me
I'm running wild, I'm running free, yeah"
Running Free, IRON MAIDEN

Grazie a Nico e Sacchetto per quest’altra avventura. A Climbing Technology, Garmont e Campo Base Outdoor Roma per il continuo supporto.

di Riccardo Quaranta, Guida Alpina

Link: www.riccardoclimbing.com

SCHEDA: Running free, Monte Croce Matese




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