Fissate le corde fino in vetta per la spedizione cinese che misurerà l’altezza dell’Everest

È di poche ore fa la notizia che una squadra, di alpinisti al servizio della spedizione cinese impegnata per la misurazione dell’altezza dell’Everest, è riuscita a salire in vetta dal versante tibetano completando l’installazione delle corde fisse. Quella cinese è l’unica spedizione sulla montagna più alta della terra a causa della chiusura per l'emergenza Covid-19.
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L'Everest dal Campo Base Nord (Tibet)
Francesco Tremolada

Come riportato a metà aprile, per contenere la pandemia di Covid-19 i governi nepalesi e cinesi hanno chiuso i confini e, di conseguenza, anche tutta l’attività alpinistica sulle montagne più alte del mondo. L’unica eccezione è stata un permesso dato dal governo cinese ad una spedizione sul versante tibetano del Chomolungma. Si tratta di una spedizione commerciale che però ha anche l'obiettivo di misurare la quota della montagna più alta della terra.

Dopo diversi tentativi negli scorsi giorni, arrestatisi a 8000 e 8600 metri di quota, per via dei venti forti, secondo il nepalese Mingma Gyalje Sherpa un team di alpinisti tibetani composto da Dorjee Tsering, Tenzing Norbu, Dunpa, Tashi Gombu, Tsering Norbu e Dorje è arrivato in cima poche ore fa. Gli alpinisti sono riusciti a fissare le corde per il secondo team che domani dovrebbe effettuare le misurazioni, seguiti poi dai clienti della spedizione commerciali.

Come molti ricorderanno non è la prima volta che al Chomolungma (il vero nome tibetano della più alta montagna del mondo) viene misurata l'altezza. La quota della vetta è comunemente indicata a 8848m anche se alcuni pensano possa essere più bassa o comunque variare a seconda dello spessore del manto nevoso che la ricopre. Dunque nulla di strano. Ciò che invece in qualche modo fa notizia è il periodo particolare in cui avviene tutto questo. La montagna infatti è “chiusa per Covid-19” e la spedizione cinese è l’unica presente. A memoria negli ultimi anni ricordiamo solo un episodio simile. Era il 2008 e il versante tibetano era stato chiuso (mentre su quello nepalese non si poteva superare il Campo 2) per far spazio alla “corsa” fino in vetta della fiaccola delle Olimpiadi di Pechino 2008.




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