Tre nuove vie d'arrampicata su Cima Cee, Dolomiti del Brenta, by Luca Giupponi & C.
Nell’Autunno 2013 mio fratello Davide mi ha accompagnato in una selvaggia valle del Brenta Settentrionale dove ha visto una parete, bella e sconosciuta. Siamo nella zona del lago di Tovel vicino a casa nostra. Tutti e due siamo appassionati di questi luoghi, insieme qui abbiamo aperto otto vie, conosciamo bene queste montagne, ma questa valle laterale ci era sfuggita! Increduli osservando la cartina leggiamo che si chiama Valle della Roccia, il nome sembra propizio!
Sbucato dal bosco mi si presenta davanti un piastrone di calcare grigio nero di circa 250 metri, girato a nord ovest e lisciato dall’acqua. Studiamo la parete con il binocolo. Non si vedono linee evidenti e neppure si riconoscono appigli e appoggi: sono tutti girati all’inverso! Purtroppo è Novembre, la parete è tutta bagnata, così rimandiamo all’anno prossimo.
Estate 2014, decidiamo di attaccare in centro alla parete e di ragionare a metro, nel senso che non guardo molto all’insù, ma risolvo e mi godo man mano quello che ho davanti poi si vedrà. Mi assaporo il piacere di creare una prima linea, il privilegio, la libertà e la responsabilità di avere una parete vuota. Spero di essere all’altezza della via e di non finire in un vicolo cieco. L’etica che in cui credo è l’arrampicata libera, sempre, mai passaggi in A0 o sui cliff, passi obbligatori.
Ho aperto altre vie su pareti nord ovest con roccia simile, su cima D’agnola, o al Piz Meda, ma una roccia così levigata non l’avevo mai trovata. Diverse volte ho dovuto abbassarmi e mettere lo spit più in basso di dove ero arrivato in arrampicata, perché non c’era nulla su cui fermarsi.
Tra un temporale e l’altro in 4 intense giornate di arrampicata, con quattro diversi compagni, Davide (giupponi ndr), Giorgio (Bertagnolli), Ulla Walder (mia moglie) e Franco (Battocletti) che ringrazio di cuore, riesco a finire la via. Una immensa soddisfazione, non tanto per le difficoltà effettive ma per il tipo di arrampicata, mai scontata, la qualità della roccia, la linea che ne è uscita, l’estetica e l’essenzialità di alcuni tiri dove bastava poco di meno, per complicare di molto la situazione. Mentre scalavo su Appigli dispersi avevo intuito che a destra c’erano delle belle lavagne… ma ero stufo di placche dovevo far passare un po’ di tempo.
Passata una stagione ci sono ricascato di nuovo, inizio a destra una nuova via; piedi spalmati, cliff che scivolano, dita spellate, ma bicipiti riposati! Ma qui su queste cime sconosciute torno sempre volentieri, anzi sono i posti che preferisco e che mi stimolano di più. Così nell’estate 2016 è nata La linea del Tempo 10 tiri di sensazione anche qui, con difficoltà fino al 7c+ e alcuni tiri (2, 5, 7,8,) dei veri gioiellini. Compagni di questa salita sono stati Davide (Giupponi ndr) e Markus (Aufderklamm).
L’essenzialità per me è qualità di arrampicata. Dopo 34 anni di scalata sento molto di più la bellezza di un tiro, di un appiglio, che la difficoltà pura. Arrampicare ora è soprattutto scoprire appigli nuovi, in questo stile, sicuro ed esigente nel medesimo tempo.
Quest’ultima via la dedico a Paolo Leoni scomparso a settembre 2016. Ho sempre provato ammirazione per questo arrampicatore eccezionale, per la sua umiltà, per l’arrampicata naturale che l’accompagnava, per il suo ingegno nel costruirsi chiodi cliff, ganci… per le incredibili linee all’avanguardia che ha aperto nei fine settimana in Dolomiti, che resteranno a testimonianza del suo livello e audacia. L’avevo conosciuto nel 1988 alla falesia di Nomesino in Val di Gresta, dove accompagnava il figlio che iniziava ad arrampicare, lui saliva tutte le vie come fossero una via classica in montagna. Ricordo Les Prestige (7b+) con due rinvii e imbrago artigianale fatto in casa!
È stata una gioia immensa scoprire queste due vie, ma ne rimaneva ancora una da tentare, la più repulsiva. Finalmente quest'estate sono riuscito a convincere Rolando (compagno di tante belle salite) ad unire le forze per risolverla. Così tra giugno e agosto ha preso forma Silverado, un concentrato di tecnica, etica, bella roccia e divertimento.
di Luca Giupponi
Cima Cee di Rolando Larcher
Non sempre la prima valutazione è quella giusta! Questo è ciò che mi viene in mente pensando alla Cima Cee. Quando vidi per la prima volta questa parete, la scartai subito. Una decisione rapida e lapidaria, dovuta non a questioni di qualità (anzi di quella ce n'è fin troppa), ma perchè la sua levigata compattezza, tanto mi ricordava le gran fatiche e gli introvabili posizionamenti dei cliff, vissuti aprendo “Don Lurio” sulla vicina Cima Ometto.
Così rifiutai la generosa proposta di Gippo (Luca Giupponi), per tentare l'apertura di un nuovo itinerario. Lui non si perse d'animo e con entusiasmo, nel 2014 aprì e liberò la prima via di questa parete: “Appigli dispersi”. Un nome che faceva presagire, che quanto avevo visto, non discostava troppo dalla realtà... Quella fu un'estate assai piovosa, che non saziò a sufficienza il mio bisogno di montagna ed avventura. In autunno finalmente il tempo migliorò e grazie alla quota non eccessiva ed un sole magnifico, alla fine di ottobre assieme ad Herman Zanetti, andai a provare la nuova creazione. Ne rimasi piacevolmente colpito: dalla roccia solida e molto esigente tecnicamente; dall'ambiente selvaggio, estetico, quieto ed accogliente. Ma soprattutto dalla bella ed impegnativa via aperta con maestria da Gippo, nonostante lo stile della parete fosse l'antitesi alle sue doti. Un buon esempio, perchè non è giocando in casa che ci si migliora...
La parete offriva altre possibilità, con linee ancor più esigenti e Luca nel 2016 tornò all'attacco, saggiandone il lato destro. Assieme al fratello Davide (lo scopritore della parete) ed altri amici, riuscì a risolvere un altra incognita interessante: “Linea del Tempo”. Arriviamo così a quest'ultima primavera, quando la ricomposta collaudata cordata, Giupponi-Oviglia-Larcher, decise di ripetere la nuova creazione. Una piacevole, goliardica giornata di scalata, lungo questa impegnativa via, con il risultato di un'altra bella on-sight.
Due vie, due capolavori, due giornate di totale godimento della scalata. Nel mezzo delle due, la linea principale della parete: evidente, fantastica, magnetica, intonsa. Per questa era giunto il momento di ricredermi. Mi ero sbagliato a giudicare negativamente questa nuova parete; ma forse nemmeno troppo... ero stato solamente obbiettivo! Qui però la qualità e l'estetica sono tanta cosa, tali da giustificare l'impegno richiesto; perchè le cose di valore vanno sempre sudate e guadagnate!
Felici e spensierati come due bimbi, io e Gippo ci siamo ritrovati ancora assieme, curiosi ed entusiasti nello scoprire il nuovo giocattolo. Un progetto comune, ottima occasione per vivere dei piacevoli momenti d'amicizia, rubati a mille impegni.
Difficoltà e bellezza corrispondevano alle aspettative e in quattro splendide giornate, abbiamo risolti tutti i rebus motori per la cima. Era nato “Silverado”, luogo in cui il colore grigio argento predomina, sinonimo di ottima pietra lavorata dall'acqua e dal calcare, garanzia di elegante scalata.
di Rolando Larcher
Ringraziamo per le splendide foto Geremia Vergoni.
Per il supporto tecnico:
Rolando Larcher: La Sportiva - Montura – Petzl - Totemcam.
Luca Giupponi: La Sportiva - Mammut
APPIGLI DISPERSI
Materiale: 2 corde 60 metri, friend BD dal numero 2 al 0,2.
L1. 6a 40 metri 5 spit friend BD 0.4
L2 5c 30 metri 3 spit friend BD 0.5
L3 7a + 38 metri 5 spit + 3 clessidre
L4 7c + 35 metri 8 spit
L5 6b + 28 metri 2 spit friend BD 0.4, 0.75, 1 kong 00
L6 7c 30 metri 8 spit
L7 6c+ 25 metri friend BD 0.4, 0.75
L8 7a + 35 metri 7 spit
Discesa in doppia dalla via. Dalla sosta 8 alla S.7-S.5-S.3-S.2-terra.
LA LINEA DEL TEMPO
Materiale: 2 corde 60 metri, 10 rinvii, friend BD1, 0.75, kong 00, per L3 e L4. L1. 7b+ 32 metri 8 spit
L2 7b+ 30 metri 8 spit
L3 7a 20 metri 5 spit friend BD 1 kong 00
L4 6b 25 metri 4 spit friend BD 1 0.75
L5 7a+ 35 metri
L6 6c+ 20 metri 8 spit
L7 7c+ 40 metri friend
L8 7b 40 metri
L9 6c+ 40 metri
L 10 7a 20 metri
Discesa: in doppia dalla via
SILVERADO
Materiale: 2 corde 60 metri, 14 rinvii, Totem Rosso, Viola e Blu
L1. 7c+/8a 40 metri 13 spit
L2 7b 18 metri 3 spit
L3 7b+/7c 30 metri 7 spit + Totem Rosso e Viola
L4 7a+/7b 30 metri 6 spit + Totem Viola
L5 8a/8a+ 55 metri 13 spit + Totem Blu
L6 7b 35 metri 9 spit + Totem Blu
Discesa in doppia dalla via
ACCESSO Cima Cee: Da Tuenno (Val di Non) per la Val di Tovel fino al ristorante Capriolo. Qui prendere a dx la strada sterrata per Malga Tuenna e dopo circa 4 km sulla dx si incontra una baita in legno a bordo strada. Continuare ancora per circa 300 metri fino al bivio a dx con una strada forestale con sbarra e divieto, qui parcheggiare. Proseguire a piedi per la forestale e al bivio tenere la destra. Dopo circa 15 min, 40 mt prima che finisca la strada, prendere la ripida traccia a sx che risale la Valle della Roccia. Seguire la traccia segnata da ometti finché si arriva alla pietraia poco sotto la parete. In totale dalla macchina circa 40 min.