Elements of Life al Cimon della Pala, il racconto di Matteo Faletti
All’inizio di aprile Emanuele Andreozzi e la guida alpina Matteo Faletti hanno aperto una spettacolare linea su una delle cime più famose delle Dolomiti, il Cimon della Pala nel gruppo delle Pale Di San Martino. Chiamata Elements of Life, la via sale la cascata di ghiaccio aperta nel gennaio 2020 dalle due guide alpine Patrick Gasperini e Flavio Piccinini insieme a Tiziano Vanzetta, poi prosegue per altri 800 metri su terreno nuovo, superando difficoltà fino a AI5/M6. Ecco il report di Faletti.
ELEMENTS OF LIFE di Matteo Faletti
Stiamo rientrando dal Passo del Tonale con Emanuele dopo l'apertura della via nuova sulla Nord di Cima Cercen quando, ancora stanchi, iniziamo nuovamente a fantasticare su qualcosa di nuovo… Emanuele mi propone una nuova linea sul Cimon della Pala, gli chiedo subito di cosa si tratta, visto che avevo già adocchiato la parete nord.
Qualche inverno fa infatti avevo fatto un giro sotto per capire cosa si potesse fare, ne avevo anche parlato con altri possibili soci di una apertura, ma avevano spento il mio entusiasmo dicendo che Tone Valeruz da quella parete era sceso con gli sci da due differenti linee. Per cui era facile e non così ripida o particolare come piace a noi, allora avevo lasciato perdere.
Comunque, alla richiesta di Emanuele sono pronto per farci un giro, gli chiedo se ha qualche foto della possibile salita ma niente, mi abbozza una linea immaginaria che solca la parete dicendomi che le colate le ha viste andando a fare il canale del Travignolo. Poi, essendo a nord, difficilmente sarebbero sparite. Chiedo ad altri amici che sono passati di lì i giorni precedenti, ma dalle foto non si vede nulla. Mi fido di lui e partiamo prestissimo da casa direzione Passo Rolle.
È ancora presto per vedere bene ma durante l'avvicinamento non si scorge nulla che assomiglia alle colate che mi ha descritto Emanuele. Mi dice: "ero convinto si vedessero bene dal canale di accesso, dai saliamo ancora un pò vedrai che ci sono." Arriviamo praticamente sotto per vederle bene, "Ma che splendide colate" dico io. A questo punto lasciamo gli sci ed inizio le danze salendo il primo tiro.
Ci alterniamo andando a ricercare la via migliore per salire, alcuni tratti obbligatori dove la linea è evidente, altri dove la nostra scelta ci ha sicuramente ripagato, fino ad un punto dove Emanuele prende il comando e a lui tocca un pendio di neve con un accumulo da aggirare. Almeno così sembra da sotto. Finisce la corda e lo seguo per qualche decina di metri, finché sento che inizia ad assicurarmi. Salgo e vedo che la corda ad un certo punto sparisce dentro la neve, ma io per superare l'ostacolo devo salire ancora, la neve è inconsistente e continua a cedere sotto i miei piedi mentre le piccozze non rimangono ancorate a nulla.
Lavoro di fatica ed equilibrio per guadagnare quei 3 metri di neve almeno a 80°, sbucando sulla struttura più bella ed estetica della via. Una "Pinna di squalo" fatta di neve! Non credo ai miei occhi, adesso vedo il mio compagno che mi dice di fermarmi per scattare una foto, e io gli dico "ma che fortuna abbiamo a scalare in un posto così bello ed estetico in ambiente invernal! E proprio difronte a noi la parete sud della Marmolada dove sarebbe possibile scalare al sole in maglietta."
Ora che passo io al comando noto un bel camino dove sicuramente riuscirò a proteggermi, solamente che quasi alla fine un grosso fungo di neve ostruisce la strada. Salgo fin sotto al blocco di neve che mi sbarra la via di salita, ma non riesco a mettere molto per proteggermi; riesco a piantare un chiodo per superare dall'interno del camino il blocco di neve instabile sopra di me. Riesco anche a proteggermi ad un friend proprio un attimo prima che il blocco rotola da sotto i miei piedi, fortuna che Emanuele era riparato!
Con il tiro successivo Emanuele finisce la parte ripida ed inizia l'ultima parte di pendio di neve e misto più facile che ci condurrà in vetta per circa 200m. Beffa per noi o pesce d'Aprile, il non arrivare in vetta ma appena sotto sul grande intaglio dove termina la via Andrich che sale il lato sud del Cimon.
La felicità di essere arrivati su è tanta, mancano solo 30 metri alla vetta ma la tanta neve, le poche ore di luce a disposizione e la voglia di rientrare tranquilli ci dicono di iniziare a scendere. Optiamo per rientrare dalla parete di salita, facendo una doppia sulla linea di salita mentre le altre obliquando verso il canale del Travignolo.
È ormai buio quando tocchiamo terra con i piedi ma non abbiamo ancora finito, dobbiamo raggiungere l'attacco della via per recuperare gli sci e scendere al passo Rolle. Solo scendendo in macchina e facendo qualche conto ci rendiamo conto di quanto lunga sia la via che abbiamo aperto, 900 m circa.
Emanuele Andreozzi: ringrazia Elbec
Matteo Faletti: ringrazia la sua famiglia, La Sportiva, Leki, MDV (Marker, Dalbello, Völkl)
SCHEDA: Elements of Life, Cimon della Pala, Pale di San Martino, Dolomiti
Arrampicare su ghiaccio e sullo sfondo c'è la sud della Marmolada