Dossaccio, alpinismo invernale in Alta Valtellina
La cima del Dossaccio fa parte delle Alpi Retiche Cima Piazzi – Piz Sesvenna, sottogruppo Pettini-Plator le cui cime appartengono al ristretto ma intricato tratto dello spartiacque retico e le cui diramazioni si snodano dal più noto Passo del Foscagno (che porta a Livigno) al Passo d’Alpisella che ospita nelle sue vicinanze le sorgenti dell’Adda. La sua parete sud è quella che si guarda qualche volta distrattamente sulla destra prima del passo del Foscagno salendo dalla Valdidentro. D’estate non la si osserva mai sotto l’aspetto alpinistico, ma solo come una delle tante contorte elevazioni roccia misto erba. Sulle carte topografiche viene solo quotato il punto ma non compare il nome; la sua cresta nord va a collegarsi con il Monte Rocca che risulta addirittura più basso. Per questo a torto non viene considerata come cima e penso anche che pochi siamo saliti fin là.
Nei fondovalle i sentieri sono abbastanza frequentati, i percorsi sono piacevoli e le belle traversate che solcano ambienti spesso solitari sono molto suggestive. L’ambiente d’alta montagna è più frequentato d’inverno con qualche percorso scialpinistico: Monte Rocca, Monte Torraccia, Dosso Resaccio, Passo di Trela dalla Val Vezzola, Monte Trela.
Già con l’arrivo dell’autunno e della prima neve la bella parete sud del Dossaccio, ammantata si trasforma e da qualche anno è diventata il nostro “gioco” preferito; vista anche la comoda vicinanza, abbiamo iniziato una sistematica ricerca di itinerari alpinistici da molto semplici a qualcuno un po' più complicato. Viene da chiedersi come mai nessuno ci abbia messo mano prima, forse per il fatto che a volte quando una cosa è evidente alla luce del sole, non ci si rende conto del potenziale che potrebbe avere. L’ambiente è bello, molto bello, affascinante e carico d’energia e se si vuole anche un luogo dove il motore della fantasia si può tenere acceso a lungo senza fare troppo rumore. Entrare in quei canali, passare sulle rocce e sentire lo stridere dei ramponi e delle lame delle piccozze che penetrano nella neve dura e ti permettono di stare sospesi su quelle pendenze senza troppi affanni, guardare il vuoto attraverso le gambe e assaporarlo come senso di libertà, tutto questo è un viaggio verso il rafforzamento del carattere, che ci aiuta a migliorare il potere decisionale per apprezzare meglio le nostre capacità e potenziare i nostri valori intuitivi.
Il tutto porta a ricamare delle linee che portano in alto verso il cielo e che una volta raggiunta la sommità entrano a far parte di te.
Spesso non ci rendiamo conto, ma a volte quando sei sospeso nel vuoto o sei in situazioni difficili apprezzi meglio il senso della vita. La vita è breve, cerchiamo di viverla al meglio in ogni attimo che passa, con noi stessi e con gli altri. La vita di ciascuno è unica e divina, ma tanti non lo capiscono.
“Sono con il mio amico Stefano è mattina molto presto e il sole non è ancora spuntato. E’ ancora nascosto là in fondo dietro le montagne verso est. Ci stiamo avvicinando alla parete sulla neve spessa, dura, rugosa e nel rumore accorto dei nostri passi, la luce si fa via via più intensa sulla linea ben definita delle cime più alte. Intorno tutto è bianco, le montagne sono ammantate di neve liscia, dolce, immacolata che le ricopre come una coperta puntinata in basso da boschi che si aggrappano ai ripidi pendii.
Siamo già risaliti oltre la metà della parete quando all’improvviso la luce del sole aumenta tra la linea frastagliata della cresta e il cielo; il nuovo giorno si illumina d’oro e di bianco luminoso, l’esplosione meravigliosa del mattino è avvenuta portandoci l’anima in uno stato di grazia assoluta.
Arriviamo sulla cima col respiro affannato, accolti da un silenzio freddo quasi abissale che piano piano senza che ci s’accorga entra in te e penetra lentamente fino in fondo al cuore spingendosi anche nei labirinti spirituali ed affascinanti dell’essere. Gli occhi vanno a cercare orizzonti a nord dove la vallata ad anfiteatro è chiusa. Anche ad occidente ed a oriente vaste pareti “dipinte” di bianco fermano la vista ma non l’immaginazione. Solo a sud, da dove siamo venuti si nota la presenza umana che stacca con l’ambiente circostante. Due parole, uno sguardo rapido che assorbe l’insieme e giù veloci per un canale adiacente alla linea di salita. Tornare a valle è tornare alla vita quotidiana fatta di piccole cose che in fondo sono le più care”.
DOSSACCIO 2816 m - Alpi Retiche - Valdidentro - Alta Valtellina (SO) - ELENCO DELLE VIE DI SALITA |
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n. |
Nome via |
Difficoltà su misto |
Pendenza |
Dislivello |
Data salita 1° salita |
1 |
Canale Scaccianeve |
40-45° |
434 m |
02/04/2014 Eraldo Meraldi, Stefano Bedognè |
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2 |
Canale Angelina |
40-45° |
425 m |
08/12/2013 Eraldo Meraldi |
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3 |
Mezzaluna |
45-50°, 90° |
435 m |
18/03/2014 Eraldo Meraldi |
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4 |
Fiocco di neve |
45-50° |
455 m |
18/03/2014 Eraldo Meraldi |
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5 |
Finzioni d'una chimera |
40-45°, 60° |
510 m |
03/12/2013 Eraldo Meraldi, Luigi Bonetti |
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6 |
Sezione aurea |
M3 |
45-50° |
510 m |
18/12/2011 Eraldo Meraldi |
7 |
Extravergine |
M2 |
40-45°, 60° |
510 m |
18/12/2011 Eraldo Meraldi |
8 |
Canale Emme due |
40-45° |
500 - 510 m |
11/03/2013 1° discesa Matteo e Michele Pedergnana |
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02/04/2014 Stefano Bedognè |
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9 |
L'ombra della mia assenza |
M2 |
45-50°, 60° |
02/04/2014 Eraldo Meraldi |
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10 |
Canale del Cuore |
M3 |
40-45°, 60° |
465 m |
08/12/2013 Eraldo Meraldi |
11 |
Neve al Sole |
40-45° |
425 m |
13/12/2014 Eraldo Meraldi, Stefano Bedognè |
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12 |
Il ragazzo Giusto |
40-45° |
440 m |
11/04/2014 Eraldo Meraldi, Stefano Bedognè |
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13 |
Ciao Mamma |
M3 |
40-45°, 60° |
420 m |
13/12/2014 Eraldo Meraldi, Stefano Bedognè |
14 |
Cristallina |
M2 |
40-45°, 60° |
400 m |
07/12/2013 Eraldo Meraldi, Stefano Bedognè |
15 |
Canale dell'Angelo Custode |
40-45° |
400 m |
07/12/2013 Eraldo Meraldi, Stefano Bedognè |
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16 |
Controluce |
M2 |
45-50°, 60° |
400 m |
16/03/2014 Eraldo Meraldi |
17 |
Canale Biancaneve |
40/45°, 60° |
540 m |
16/03/2014 Eraldo Meraldi |
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01/07/2008 Severino Moranduzzo |
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18 |
Canal de li Pala |
40/45°, 50° |
483 m |
01/03/2009 probabile 1° salita e discesa Severino Moranduzzo |
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19 |
Bucaneve |
40-45°, 60° |
500 m |
16/03/2014 Eraldo Meraldi |
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20 |
Aria di neve |
40-45°, 60° |
500 m |
16/03/2014 Eraldo Meraldi |
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p.s. non si esclude che qualche linea sia stata salita o scesa da altri in periodi precedenti |
SCHEDA DOSSACCIO 2816m
Periodo: da prime nevicate invernali ad aprile.
Quote di partenza: Posteggio presso l’Hotel Interalpen – Passo del Foscagno 2245 m
Esposizione: S-SW-SE
Cartografia: Kompass 072 Parco Nazionale dello Stelvio 1:50.000 / 96 Bormio - Livigno 1:50.000 / Carta nazionale della Svizzera 269 Berninapass 1:50.000.
Materiale: base da alpinismo o scialpinismo, ramponi, piccozze, casco, imbracatura, materiale per assicurazione + ARTVA (Apparecchio di Ricerca Travolti in Valanga), pala e sonda.
Da consultare: Bollettino Neve & Valanghe di ARPA Lombardia - www.arpalombardia.it/meteo - neve & valanghe.
Accesso stradale partendo o passando da Bormio: da Bormio per Livigno passando i paesi di Isolaccia, Semogo e le Baite di Arnoga. Poco dopo aver superato la terza galleria posteggiare a destra nei pressi dell’Hotel Interanpen.
Accesso stradale partendo o passando da Livigno: da Livigno salire al Passo d’Eira e scendere a Trepalle, quindi proseguire per il Passo del Foscagno. Lo si supera e dopo 200 m si posteggia a sinistra nei pressi dell’Hotel Interalpen.
Accesso alla parete: dal posteggio, portarsi nei pressi della piccola Cappelletta e risalire il breve ripido pendio verso nord. Proseguire superando una serie di piccole vallette fino alla base della parete (10/15 min.).
Discesa: Lungo i canali di salita. I più semplici sono il n.2, 8, 11, 15, 18.
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