Destinazione Groenlandia per Matteo Della Bordella, Alex Gammeter, Silvan Schüpbach e Symon Welfringer

300 km in kayak e una parete inviolata: partono settimana prossima Matteo Della Bordella, Symon Welfringer, Silvan Schüpbach e Alex Gammeter per la Groenlandia, con l’obiettivo una parete inviolata a circa 300 chilometri da Tasiilaq.
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Silvan Schüpbach, Matteo Della Bordella, Symon Welfringer e Alex Gammeter
archivio Matteo Della Bordella

Destinazione Groenlandia per Matteo Della Bordella, Symon Welfringer, Silvan Schüpbach e, per la prima volta Alex Gammeter. Per l’alpinista, membro dei Ragni di Lecco, si tratta della terza volta sull’isola all’estremo nord dell’oceano Atlantico. L’obiettivo è una grande parete, inviolata, a circa 300 chilometri da Tasiilaq, cittadina situata sulla costa est della Groenlandia. Per coprire la distanza i quattro hanno scelto di utilizzare il kayak, come già avvenuto nelle passate spedizioni di Della Bordella.

Il viaggio
Partiranno settimana prossima Matteo Della Bordella, Symon Welfringer, Silvan Schüpbach e Alex Gammeter, con l’obiettivo di raggiungere una parete inviolata a circa 300 chilometri da Tasiilaq. Nei prossimi giorni, dopo aver raggiunto l’isola, Matteo e i suoi compagni avranno modo di organizzare il materiale della spedizione e caricare i kayak. Prevedono di avere con sé circa 80 chili di materiale a testa, tra cibo e attrezzatura da scalata, per un totale di 320 chili di attrezzatura.

Questa fase iniziale del progetto sarà molto importante, richiede infatti una meticolosa e accurata logistica nel calcolare le quantità di cibo e di attrezzatura necessari. Lasciata infatti la costa non sarà più possibile rifornirsi fino al rientro.

"Le altre spedizioni erano logisticamente più semplici, perché gli avvicinamenti erano meno importanti" spiega Della Bordella. "Questa volta ci siamo prefissati un obiettivo molto più remoto, dovremo navigare un lungo tratto di costa ghiacciata per arrivare, dopo 300 chilometri di kayak, in una zona ricca di fiordi. Qui si trovava un insediamento inuit, popolato fino agli anni Settanta e poi abbandonato su ordine del governo: troppo isolato e troppo costoso e troppo difficile far arrivare i servizi necessari alla vita fino qui".

La parete
Il primo, e per ora unico, a individuare la parete di interesse per Della Bordell, Schüpbach, Welfringer e Gammeter, è stato lo scalatore americano Mike Libecki, che intorno al 2015 si è avventurato in questa piccola porzione di Groenlandia. L’alpinista aveva tentato un avvicinamento in barca, ritrovandosi poi bloccato dal ghiaccio. Un viaggio complicato, che ha visto solo un timido tentativo sulla parete.

L’obiettivo è una parate inviolata, di 1200 metri. Al termine del viaggio in Kayak i quattro avranno davanti un ulteriore giorno di avvicinamento, per raggiungere la base del bastione roccioso. Quindi inizieranno a muoversi in verticale.

"Abbiamo pochissime informazioni, solo una fotografia" spiega Della Bordella. "L’unica nostra certezza sono i tempi della spedizione: 30 giorni". 10 giorni servono per superare i 300 chilometri in kayak, altri 10 sono quelli a disposizione per scalare la parete, gli ultimi 10 servono per il rientro. "Vogliamo realizzare una spedizione a basso impatto ambientale, contando solo sulle nostre energie".

La crisi climatica
Non è la prima volta in cui Della Bordell si trova a vivere sulla sua pelle gli effetti della crisi climatica. Durante la sua ultima spedizione in Groenlandia, le pareti scalate, si trovavano in una zona inesistente sulla mappa che avevano con loro. "Il fiordo in cui stavamo navigando era ricoperto da 10 o 20 metri di ghiaccio, solo 20 anni prima" racconta. "Quest’anno invece sembra che le cose saranno diverse: se negli ultimi anni la copertura glaciale è sempre stata inferiore alla media, quest’anno la Groenlandia regista la maggiore copertura degli ultimi 15-20 anni. Questo non significa che la crisi climatica non esiste, ma solo che siamo in una condizione di normalità. Per quest’anno almeno".

Da queste osservazioni l’idea di ampliare gli orizzonti oltre l’alpinismo. "Questa volta, oltre a dedicarci alla scalata, vorremmo vivere l’ambiente della Groenlandia raccogliendo testimonianze da chi lo vive tutti i giorni, ma anche attraverso le nostre esperienze dirette".




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