Creta di Aip: nuova via nelle Alpi Carniche di Anna e Michal Coubal
"Sei pieno di sorprese, Master Baggins", la citazione di Thorin nello Hobbit di J. R. R. Tolkien mi risuona nelle orecchie. Anche questa parete è una grande sorpresa, sin dal primo giorno. A luglio, quando esploriamo la parete da ogni angolazione possibile, sospettiamo che sarà difficile. Dopo otto ore di martellamento dei chiodi e di provare i movimenti, riesco a superare due tiri di venticinque metri. Qui la roccia è di una qualità fantastica, ma è molto raro trovare dei buoni piazzamenti. Anche qui ci sono sezioni in cui i chiodi si piantano solo a metà. Mi sento come se stessi impazzendo. Ho i crampi alle mani e Aja non sente più le gambe dopo essere rimasta seduta sull'imbrago per quattro ore. Decidiamo di scendere. Si spera che domani avremo nuove energie per supererare questa parte e continuare fino in cima.
Aja e io siamo seduti nei nostri sacchi a pelo e ci rimpinziamo di gulasch. Ricordo il mio vecchio amico Kujan, una leggenda del dopoguerra dell'arrampicata sull'arenaria della Repubblica Ceca.
A metà degli anni '80, Kujan soffriva di problemi di salute e doveva sottoporsi a cure cardiache. Ma era un grande combattente. Era solito indossare un'imbracatura pettorale anche di notte, per abituarsi alla pressione che si sente durante l'arrampicata. Una volta gli fu ordinato di trascorrere un po’ di tempo in una spa, ma si era annoiato a morte. Ecco perché io e mio fratello abbiamo deciso di salvarlo. Abbiamo raccolto dei vestiti da arrampicata, un materasso ed un sacco a pelo che avevo appena finito di cucire e l’abbiamo praticamente rapito dal sanatorio, dicendo che dovevamo visitare un vecchio amico malato. Durante quei due giorni non abbiamo desiderato nulla. Avevamo a nostra disposizione una quantità infinita di torri di arenaria, una chitarra accanto al fuoco e persino salsicce arrostite. La mattina successiva ci ha detto che si sentiva dieci anni più giovane e ci ha chiesto se avevamo versato il gulasch nel suo sacco a pelo, perché aveva sentito il profumo per tutta la notte. Tornato in sanatorio, sembrava di nuovo un paziente rispettabile, la cui serietà era tradita solo dall'inconfondibile odore del fuoco.
Le parti centrali della parete sono un po’ più piacevoli da vedere. Le placche apparentemente più compatte sono solcate da fessure ininterrotte. Ma quando mi unisco ad Aja ad una sosta, capisco la sua esitazione. La roccia è in parte formata da piccole lastre incastrate l'una nell’altra, che suonano vuote come una campana quando le tocchi con un martello. Fortunatamente la via non è così difficile, ma ci stiamo proteggendo solo con fettucce e friend.
Conosco quel suono, mi ricorda la nord del Triglav che abbiamo salito nel 1986, sotto il bordo della Sfinge. Su una piccola sella dietro la torre, che per le sue dimensioni farebbe vergognare qualsiasi zona di arenaria ceca, suggerisco a mio fratello di sederci un po’ e bere qualcosa. "Andiamo un po' oltre", mi risponde. E poi, venti minuti dopo, siamo seduti e ci guardiamo indietro. Tutta la torre inizia a muoversi e con un terribile ruggito crolla e svanisce nella vallata sottostante. Una volta che la nuvola di polvere scompare, non ne resta alcuna traccia.
Vediamo l'ultima torre sopra di noi. La parete della "cattedrale", che si trova appena sotto la vetta, è divisa da un camino. Discutiamo se salire il lato della parete formato da placche visibili qua e là, oppure il camino stesso. Penso che di avventure ne abbiamo avute abbastanza. Dopotutto, sono un ex climber di arenaria, e un camino è una scommessa sicura. La parte finale del camino mi ricorda che prima di fare l’alpinista, ero uno speleologo molto attivo. Ma nelle grotte siamo sempre prima scesi, e poi risaliti con una corda, non il contrario. Il camino non può essere alto più di venti metri. Lentamente mi sposto sul bordo dello strapiombo. Tutto si muove. Se riuscissi a posizionare un friend, potrei appendermi ed afferrare la presa successiva. Ma il friend mi scivola di mano e cado. Strappo via tutte le protezioni, vengo fermato dalla protezione sotto lo strapiombo. E sotto quello, c’è un solo chiodo ed una brutta sosta dove Aja è rannicchiata. Qualcosa colpisce la mia bocca ed una parte del mio dente anteriore scompare improvvisamente. Avevo sempre sperato di non rivivere mai più situazioni come queste. Spengo il cervello e riprovo.
La vetta della Creta di Aip è stupenda. È come l'altopiano de Il Mondo Perduto, lì in alto sopra tutto, con viste meravigliose tutt'intorno. Questo momento vale quasi sempre la pena. Tutto ciò che serve è attrezzarsi non soltanto con il materiale giusto, ma anche con un bel po’ di fortuna.
di Michal Coubal
SCHEDA: The Hour Between Dog and Wolf, Creta di Alp, Alpi Carniche