Alla Cima Brenta Alta aperta la via Keine Liebe, Nur Bier

Nell’estate del 2019 alla parete nord-est della Cima Brenta Alta nelle Dolomiti di Brenta Gabriele Carrara, Nicola Castagna e Andrea Galizzi hanno aperto la via di più tiri Keine Liebe, Nur Bier (Via degli Aspiranti Zodebala). Il racconto di Carrara che di recente ha ripetuto e relazionato la via.
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L'apertura di 'Keine Liebe, Nur Bier' alla parete nordest della Cima Brenta Alta, Dolomiti di Brenta (Gabriele Carrara, Nicola Castagna, Andrea Galizzi, 2019)
Gabriele Carrara

Il 7 luglio 2023 siamo tornati per ripetere la via aperta nel estate del 2019. Ci siamo così rinfrescati la memoria per poter fare una relazione valida. Con noi questa volta c'era anche un boss dolomitico, Tomas Gianola, che è riuscito a salire tutta la via in libera al primo giro. Qui sotto il racconto della nostra apertura di 4 anni fa; chi volesse andare a ripetere la via, legga bene la descrizione dei tiri nella relazione. Buona scalata.

Era il 2015, l'ennesima estate trascorsa a lavorare in Dolomiti di Brenta al Rifugio Tosa Pedrotti. Nelle ore di pausa si corricchiava, si scalava, si bevevano quattro birre in compagnia, oppure cercavo di rilassarmi guardando le cime che mi circondavano.

Per relax, oltre a dormire, mi piaceva provare a scalare con l'immaginazione sognando i passaggi di nuove linee tra colate nere e colorazioni più rossastre o gialle biancastre. Immaginarmi come fosse possibile, tra diedro, placche, tetti e fessure, passare da una cengia all'altra, senza dover compiere lunghi traversi.

Il Brenta é stata la mia maestra di vita e in quell'anno mi ha fatto sognare quella linea che insieme a due grandi soci siamo riusciti a concretizzare. In questo posto ho imparato ad ascoltare la montagna, dai giorni piovosi a quelli più limpidi. Viverla dall'alba al tramonto.

È passato parecchio tempo, semplicemente perché lei, la Brenta Alta ha voluto far la prima donna, facendosi desiderare al tal punto che quella linea stava andando quasi nel dimenticatoio. Il destino mi ha riportato poi qui, dove son cresciuto e dove ho capito che la vita in rifugio e la natura sono parte di me e non posso farne a meno.

Avevo passato molti momenti a sbinocolare tra lo Spigolo Gogna e Elisir di Giovinezza, per intravedere se fosse possibile passare senza intersecare alcuna via. I continui dubbi se fosse possibile scalarla completamente in libera senza creare una linea costretta tra due vie e la possibilità di un punto debole per uscire dai tetti.

Finalmente questi dubbi me li sono tolti. Nell’estate del 2019 io e El gial, lo Sceicco, siamo andati in perlustrazione. Abbiamo ripetuto prima lo Spigolo Gogna e poi la Detassis, che passa a fianco di Elisir, giusto per chiarirci le idee se quella linea fosse possibile. Ora rimaneva una sola cosa: trovare la motivazione per andare a scovare più da vicino quella linea, la linea degli aspiranti zodebala, Keine Liebe, nur Bier..

É l'estate 2019. Si parte, siamo in quattro, di materiale ce ne parecchio e la meteo non sembra nemmeno il top, ma é l’unico modo per far combaciare i giorni tra tutti. Tambu é in ferie, Noc, aspirante guida alpina, ha un paio di giorni liberi, El gial a quanto pare non deve studiare mentre io, per ora, riesco a prendermi il tempo che mi pare e piace. In fondo si vive una volta sola. Quindi via verso il primo tiro.

Parto io, sono deciso a scalarlo e non guardare troppo alle protezioni, perché altrimenti potevo anche rimanere coi piedi per terra. Sono a metà tiro e riesco a mettere un chiodo bomba, forse ora il buco in terra non lo faccio più… Il passo dopo risulta bello ostico e con una strizzata, più per la voglia di non cadere che per la tenenza, traverso verso destra fino a rilanciare ad un buco dove mi ripiglio.

Poco più in alto riesco a proteggermi, sospiro. Risulterà essere una protezione essenziale visto che mentre cerco di capire il da farsi per la sosta, mi si rompe una presa e cado 6/7 metri senza nemmeno accorgermene.

Un inizio non dei più facili, ed é solo l’inizio… Mi sono fuso in nemmeno 30 metri, merda, per fortuna i miei compagneri sono motivatissimi e Noc, in poco tempo, sale un altro tiro completamente trad.

Il tempo di partire per il terzo e ci tocca già ritirarci perché inizia a piovere. Nello scendere aggiungiamo un chiodo al primo tiro, non male per un eventuale ripetizione. Rientriamo al Rifugio Brentei, meta di ritrovo degli Zodebala per bersi delle buone Weizen!

Il giorno seguente stessa storia, anzi peggio, io alla base cado e per un bel attimo non riesco ad alzarmi. Sarà perché ieri sono stato graziato e oggi punito, ma farsi male così é da storditi… Con noi abbiamo anche delle birrette, sarebbero state per la cima, ma di birre ne vendono ancora e in quel occasione non mi resta che consolarmi con qualcuno. Per fortuna i miei soci, nel mio sconforto, si fanno convincere e proseguono almeno per un tiro, poi mi aiutano a scendere. Ancora una volta si produce gran poco. Rientriamo in rifugio, beviamo due calici, mangiamo qualcosa e giù a valle, sarà meglio riposare la testa, a volte i segnali vanno ascoltati..

Passa una settimana e io, Noc e El Gial proseguiamo la via, oggi si produce ben di più, saliamo fin sotto l’evidente tetto del pilastro. Sul quarto tiro che salgo, mi trovo su un cliff a cercar di piantare un chiodo buono, sposto il cliff e lo risposto, così per più di mezz’ora cercando di mettere una protezione buona. Finché, ribattendo un chiodo pensando fosse un punto buono, mi cade. Il tintinnio che fa quando arriva alla base, 150 metri sotto di noi, arriva fino a me, merda. Di chiodi ne ho ancora, il problema é che non c'è un punto decente per piantarlo.

Lì, se voglio mettere una protezione buona, non mi resta che mettere uno spit, e così faccio.. Ora son più rilassato, ma anche un po' deluso, perché sui tiri non avrei voluto mettere spit, ma un margine di sicurezza "accettabile" vogliamo averlo. Proseguo in sosta e tocca a Noc.

Noc sale i tiri totalmente trad, trovando ogni tanto qualche clessidra. Finisce sulla sosta della via Gogna, che rinforza con un buon friend. Qui lasciamo giustamente tutto come in origine. Lo sapevamo bene che prima o poi ci saremmo finiti sopra, ma direi che così è top: la Gogna traversa completamente a destra mentre noi saliamo dritti su roccia strepitosamente sana e lavorata. Piede buono, mano enorme, bucone, a tratti passa dal verticale allo strapiombante leggero, mi metto in laterale e su ad un’altra presa buona, spaziale. Così fin in sosta, sono gasatissimo. Qui Noc trova anche un vecchio dado d'abbandono con moschettone, probabilmente lasciato da qualcuno che ripeteva la via Gogna e che, invece di attraversare, aveva proseguito dritto.

Ora fissiamo la statica, El Gial recupera saccone con il mangiare e materiale, ora nemmeno lui si bagna. Infatti, mentre Noc saliva i due tiri, aveva fatto un bello scrollo e El Gial che era più in basso con il saccone, se l’é presa tutta, mentre noi, per una volta nella vita, ringraziamo la strapiombanza. Il team é perfetto, per ora manca solo una cosa, una meteo un po' più decente. A questo punto ci tocca calarci per la terza volta, visto che il prossimo tiro traverserà a destra sotto i gialli ma va a riprendere le placche nere, dove un attimo prima scendevano cascate d acqua.

Come sempre settembre non si smentisce, giornate da favola, tempo stabile, temperatura top. Peccato che una nevicata di qualche giorno ci posticipa l’ultimo raid. È il 13 settembre 2019, le pareti sopra i 2700, sui lati poco soleggiati, sono ancora sporche di neve, ma per fortuna la verticalità di questo pilastro non ha questi problemi.

Per raggiungere la statica dovremmo fare due tiri della nostra via, ma optiamo per salire dalla Gogna che oltre ad essere più facile é anche più corta. Con un tiro di 60 metri raggiungiamo la seconda sosta, dove risalendo la statica uno alla volta arriviamo alla sesta sosta. Da qui si ritorna a scalare.

Noc scala il settimo tiro, già attrezzato in precedenza, per riscaldarsi le mani e la mente. Non male per affrontare l’ottavo tiro. La partenza dell'ottavo tiro si presenta subito ostica, un boulderino tutto tranne che banale, proprio un paio di metri sopra la sosta.
Dopo un po' d’incertezza, Noc fa un dinamico che lascia sia me che El Gial basiti, giuro che me lo sono visto in sosta! Ora sembra più “facile", ma molto psicologico, infatti con un esposizione totale si traversa completamente verso destra per 15 metri, aggirando così gli strapiombi. Da qui fissiamo la statica, recuperiamo il saccone e El Gial, dalla sosta sotto, risale sulla statica. Con un pendolo nel vuoto non indifferente ci raggiunge in sosta ancora sbiancato.

Riparto io e ora la linea non é troppo logica, voglio andare a prendere il dietro a sinistra, mi alzo qualche metro dalla sosta, poi attraverso parecchio a sinistra. Provo a passare basso ma la roccia non é delle migliori e nemmeno facile, allora disarrampico e cerco di tornare in un punto dove aggiungo uno spit, viste le protezioni scarse e non buone..

Ora son più tranquillo perché un eventuale caduta non dovrebbe risultare troppo pericolosa. Qualche metro sopra lo spit trovo una clessidra, da qui qualche metro di placca compattissima porta ad una buona fessura dove mi proteggo a bomba, ed infine traverso verso sinistra ad un comodo terrazzino dove farò sosta. Mi raggiungono anche Noc e El Gial. Qui mangiamo qualcosa, guardiamo le foto, é molto evidente che l’uscita della nostra via é proprio su quel diedro alla nostra sinistra, sembra essere l’ultimo tiro.

Parte Noc, in poco tempo scala parecchi metri fin quando il camino-fessura di 50 metri è bagnato, ma la solita testa dura non molla. In cima al tiro, con un urlo, ci dice che é finita. Mi renderò conto, facendolo da secondo, che in quelle condizioni era davvero impegnativo. Grande Noc, siamo proprio fuori dalla nostra via Keine liebe Nur bier!

Ora ci tocca la ragliata per portare i sacconi in cima in Brenta Alta, passando dagli ultimi 4 tiri facili della Gogna. Una volta giunti alla Bocca di Brenta, Noc ci saluta perché la mattina deve lavorare, mentre noi al rifugio Pedrotti raggiungiamo il papà di El gial e tutta la compagnia del rifugio, per berci delle buone birre e collassare nella mitica 33!

Grazie Brenta, é stato un grande onore poter scalare una nuova linea in una delle tue pareti più iconiche, che regalo.

Il berghem, El gial, Il noc, Gli zodebala

SCHEDA: Keine Liebe, Nur Bier, Cima Brenta Alta, Dolomiti di Brenta




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