Cervino parete ovest salita in inverno da Marco Farina e Marco Majori
La scorsa settimana i due alpinisti della Sezione Militare di Alta Montagna Marco Farina e Marco Majori hanno effettuato una delle poche ripetizioni, con tutta probabilità soltanto la terza, della la via Ottin - Daguin sulla parete ovest del Cervino. Aperta nel 1962 dalle guide alpine del Cervino Renato Daguin e Giovanni Ottin, nel 1978 questa "diretta alla ovest" è stata anche il teatro della drammatica prima invernale di Rolando Albertini, Marco Barmasse, Innocenzo Menabreaz, Leo Pession, Augusto Tamone e dei fratelli Arturo Squinobal e Oreste Squinobal. Dopo due giorni di salita con il bel tempo il 10 e 11 gennaio, in cima le guide valdostane vengono sorprese da una bufera violentissima. In discesa Albertini perde la vita e Marco Barmasse viene colpito da scarica di sassi che gli rompe una gamba; dopo una notte sulla cresta riescono a scendere alla capanna Carrel dove, bloccati dal maltempo, vengono recuperati da un elicottero quattro giorni più tardi.
Farina e Majori, guide alpine anche loro, ovviamente conoscevano bene la storia di questa parete fredda e appartata. "Mi ha sempre affascinato la ovest" ci ha spiegato Farina "L'idea mi era venuta dopo aver ripetuto la Bonatti e la Gogna sulla nord. Ma la ovest quando la guardi ti impressiona! E una volta in parete, abbiamo subito capito che non sarebbe stato per niente facile."
I due sono partiti venerdì scorso alle 8.20 dagli impianti di Cervinia e intorno a mezzogiorno si sono trovati alla base della parete ovest, dopo aver valutato che la nord era troppo secca e quindi non in condizione. La prima parte della via si sviluppava su un canale sciabile, non troppo difficoltoso, per poi arrivare ad incontrare delle goulotte con tratti misti di ghiaccio e roccia per lo più verticali (qualcuno anche appoggiato).
"La difficoltà di questo primo pezzo era rappresentata dalla consistenza del ghiaccio molto fine. Si rompeva ogni volta che mettevamo delle viti da ghiaccio" ha raccontato Majori. Finito questo tratto, i due alpinisti sono tornati sul lungo nevaio che li ha portati fino a quota 3650 metri dove alle ore 18.00 hanno bivaccato su una piccola cengia dopo 10 ore di salita.
All’alba di sabato 16 febbraio sono ripartiti nuovamente sul misto e su tratti di roccia estremamente fini e difficili da proteggere. Arrivati alla cosiddetta "fascia gialla" di roccia molto friabile, hanno superato tre tiri strapiombanti che hanno richiesto moltissima concentrazione. Solo qui hanno "tirato" due friends, tutto il resto è stato salito in libera. Superata questa sezione, tecnicamente la più delicata dell’intera parete, sono entrati in un pendio ghiacciato che li ha portati fin sotto la testa del Cervino. Sopra di loro rimanevano 400 metri di sviluppo su roccia in condizioni quasi estive e dopo gli ultimi tiri hanno raggiunto la cima alle 18.30. Sono scesi alla Capanna Carrel, raggiunta dopo 16 ore di arrampicata non-stop, e il giorno successivo sono scesi con 10 doppie dal Colle del Leone verso ovest per poi ritornare con gli sci a Cervinia.
Links: www.sportmilitarealpino.eu, Grivel, Montane