Andrea Testa, addio al gigante buono
Non riesco a dare un ordine alla miriade di pensieri e ricordi che mi affollano la mente su Andrea. Quando ho avuto la tragica notizia dalla sua compagna di vita, Lara, non sapevo dove sbattere la testa e il primo impulso è stato quello di andare a casa sua, io e un caro amico comune, Luigi, non so bene per cosa, ma ne sentivo la necessità.
Non abbiamo trovato nessuno ma appena arrivato ho guardato ancora quell’angolo di paradiso terreste che è la casa di Andrea e Lara; adagiata sul versante a sud di un monte sui Colli Euganei, metà prato e metà bosco, un po' distante e un po' elevato dalla "civiltà" lì sotto.
Il luogo, la casa, il prato, il capanno degli attrezzi, la casetta sull’albero, tutto impeccabilmente ordinato e in perfetta armonia, il cancello e le porte sempre aperte, un luogo accogliente in tutti i sensi, dove ho ricevuto in questi anni solo e sempre saluti festosi da parte di tutta la famiglia ogni volta che sono passato a trovarli.
Un luogo perfetto. E mi sono reso conto che sono andato lì perché lì è Andrea, quasi volessi salutarlo ancora una volta. Perchè quel luogo rispecchia la sua personalità, una personalità che gli ha permesso di incontrare la sua splendida compagna e insieme di realizzare quell’armonia, partendo da quella casa che avevano acquistato con mille pensieri e paure ma con la determinazione e la consapevolezza che ti viene dalla realizzazione del proprio sogno.
Era un uomo concreto, consapevole delle sue capacità, determinato nel perseguire i suoi obiettivi in ogni cosa che faceva, tenendo al centro la sua splendida famiglia, senza mai perdere di vista il rapporto con gli altri, perché "la felicità è reale quando condivisa".
Andrea era da tutti conosciuto come la persona gioviale e accogliente per definizione, era l’amico sincero, onesto, che ti diceva o ti faceva capire sempre cosa pensava. Era un professionista serio, affidabile, corretto, meticoloso in ogni cosa che faceva, sapeva sempre soppesare le difficoltà e le sue capacità, nulla era fatto a caso, sempre pronto ad apprendere e a trasmettere conoscenze ed esperienze.
In ogni ambito Andrea ha profuso studio e impegno per imparare, cosa che gli ha valso il riconoscimento delle sue capacità e competenze da parte di tutti quelli che hanno lavorato al suo fianco, che fosse un’impresa alpinistica, il lavoro di guida alpina, su un albero come treeclimber o su fune in ambiti complessi. Se c’era Andrea, si andava sul sicuro.
Resta l’incredulità per questa tragedia, resta un grande vuoto in tutti noi, resta il dolore e l’amarezza di aver perso così prematuramente un uomo di questo stampo, resta il dolore immenso per la sua famiglia, ma resta anche il suo esempio di come affrontare la vita. Quanto mi mancherà il tuo saluto "come xèa? Tuto bèn?". Ciao Andrea, amico mio.
di Davide Crescenzio