Alex Txikon verso il K2. Cronache invernali dal Karakorum di Domenico Perri
Il 10 ottobre del 2018 Alex Txikon, in una conversazione telefonica, mi aveva personalmente preannunciato la decisione di affrontare un altro inverno in Himalaya, ma era ancora indeciso circa la scelta, tra varie possibilità, Makalu, Everest o K2. Si ventilava da tempo circa una sua richiesta di permesso di salita invernale al K2. In quei giorni mi aveva chiesto di accompagnarlo al CB del K2, mi aveva anche confessato di essere "molto, molto contento della mia presenza all’Everest con lui…". Dopo la telefonata avvertii un tuffo al cuore, ripensando all’esperienza trascorsa al seguito della spedizione del 2018. E un tremito nell’anima, ripensando alla opportunità di ripartire ancora una volta. Tuttavia, declinai quasi subito l’invito. Sarebbe stato complicato dovermi assentare per un mese dal mio lavoro. Peraltro, in Karakorum, e nell’area del K2 ero già stato nel 2011 e nel 2014.
Oggi, a circa un anno dal rientro dal campo base dell’Everest, dopo aver seguito la spedizione di Alex Txikon nel 2018 in invernale e senza ossigeno, conclusasi senza esito a causa dei forti venti in quota, riprendo il mio viaggio narrativo verso il K2. Stavolta sarà un racconto personale degli accadimenti e delle vicende relative alla spedizione di Alex Txikon al K2, ed al suo secondo tentativo di invernale. Il primo tentativo, nel 2014, fu prematuramente interrotto dalla burocrazia cinese che negò i permessi ai tre forti alpinisti impegnati nella scalata della parete nord del K2, Adam Bielicki, Denis Urubko e Alex Txikon (adventureblog.net, 17 dic. 2014).
Il racconto che scriverò per i lettori di Planetmountain.com si dipanerà da un vertice insolito, attraverso le testimonianze personali dei membri della spedizione, e il filo diretto che intratterrò con Ignacio De Zuloaga, di Barcellona, coordinatore della spedizione, Eneko Garamendi, un altro membro basco già impegnato nella precedente spedizione all’Everest. Inoltre, con la collaborazione di Asghar Ali Porik, Ceo di Jasmin Tours, l’agenzia pakistana che supporta la spedizione. E naturalmente con Alex, quando ci consentirà un contatto diretto dal campo base.
Con Alex ci sarà Felix Criado, un forte alpinista galiziano, già suo compagno di scalata proprio sul K2 nel 2013 (dopo un tentativo fallito a causa delle intense nevicate), due alpinisti polacchi, Marek Klonowski e Pawel Dunaj, e un gruppo di compagni nepalesi, Nuri Sherpa, Chhepal Sherpa, Geljen Sherpa, Wallung Sherpa e Pasang Sherpa, ormai molto affiatati, grazie alle precedenti esperienze invernali sull' Everest. Oltre a Ignacio De Zuloaga, ed Eneko Garamendi (manager del campo base), fanno parte del team Bruno Barrilero (pilota di droni e fotografo), Josep Sanchís, Kepa Lizarraga, entrambi medici.
Partiti da Bilbao il 28 dicembre scorso, il team si è ricostituito a Kathmandu. Dopo un breve incontro con Simone Moro, impegnato nella scalata invernale al Manaslu, Txikon ha raggiunto sabato scorso Islamabad, dove ha ritrovato gli altri membri europei del team. Il 6 gennaio, dopo un rapida sosta organizzativa a Skardu, ha ripreso il viaggio raggiungendo nella giornata di ieri il villaggio di Askole, nel cuore del Karakorum, a circa 3000 m. di quota, ultimo avamposto abitato da cui inizia il percorso di avvicinamento al campo base del K2, attraverso il ghiacciaio del Baltoro.
La spedizione denominata K2 WinterTopAppeal ha altre finalità, oltre a quella specificamente alpinistica. Alcune iniziative pionieristiche, quali l’uso dei pannelli solari e le pale eoliche per trasmettere i messaggi, al fine di salvaguardare l’ambiente, riducendo l’uso di fonti energetiche fossili. Inoltre verranno installate svariate stazioni meteorologiche a quote differenti, per monitorare il clima invernale in Himalaya e le previsioni meteo, ma anche per analizzare i cambiamenti climatici in un ecosistema altamente sensibile all’incremento delle temperature terrestri, il tutto gestito dal Basque Center For Climate Research(BC3). Fra gli altri, un ulteriore progetto scientifico, il K2-Xtreme Genetics Project, che si prefigge di studiare i mutamenti genici associati ai cambiamenti fisiologici in organismi sottoposti a ipossia ipobarica estrema. Infine, un progetto di prevenzione e tutela della salute delle popolazioni Baltì, gestito dalla Fundaciòn Baltistan, attraverso la donazione di oltre mezza tonnellata di farmaci e prodotti alimentari alle popolazioni locali, inoltre saranno consegnati generatori di energia elettrica e accumulatori.
Tutto questo grazie all’impegno umanitario e personale di Alex Txikon.
Le spedizioni invernali al K2
Alex , dopo un lungo riserbo, ha deciso di annunciare la scalata invernale del K2 a fine novembre, attraverso un conciso comunicato stampa. Sulla stessa vetta è impegnata un’altra spedizione, russo-kazako-kirghisa, il cui capospedizione è Vassily Pivtsov, con Artem Braun, responsabile dell’organizzazione. Un primo incontro fra i leader delle due spedizioni è avvenuto a Skardu. Un caloroso gentlemen's agreement fra alpinisti impegnati in un’impresa estrema, fra le più dure al mondo.
Nel frattempo, i soliti incalliti detrattori nostrani, presaghi di sventure di professione, hanno già sposato la causa della spedizione russo-kazako-kirghisa, contrapponendola alla spedizione di Txikon, già data per fallita, poiché ritenuta troppo ambiziosa nel tentativo di scalare la vetta attraverso la Via degli Americani, sulla inviolata cresta nord-est, scalata nel 1978 da un fortissimo team guidato da Jim Whittaker (la Via Americana incrocia la Via Italiana a circa 7950 mt). Peraltro Alex non si è mai pronunciato in modo definitivo sulla scelta della via. Saranno le condizioni ambientali, nivologiche e climatiche a dettar le scelte dei due team. E magari potranno unire le loro forze, come peraltro ventilato dallo stesso Braun, in un’intervista rilasciata a Anna Piunova (mountain.ru), nella quale ha rivelato alcune incognite ed altre interessanti riflessioni sulla spedizione al K2.
Rispondendo alle domande sul tipo di stile adottato dalla spedizione russo-kazako-kirghisa, Braun ha risposto che non intende utilizzare ossigeno durante la scalata, ma solo in caso di emergenza. La via da seguire sarà lo Sperone degli Abruzzi, ritenuta la più sicura, a dispetto della scelta dei polacchi, che decisero l’inverno scorso di salire per la Via Cesen, ripiegando poi sulla Via degli Italiani a stagione conclusa.
Artem Braun aveva già fatto parte della spedizione al Kangchenjunga con Denis Urubko (c'è anche un riferimento indiretto ai motivi del rifiuto di coinvolgere Urubko nella spedizione al K2 di quest'anno) ed era anche membro della spedizione al K2 nell’inverno 2014-2015 per la parete nord (con Urubko, Adam Bielecki e Alex Txikon), poi fallita a causa del rifiuto dei cinesi.
In una intervista a Desnivel, Alex aveva annunciato di aver stabilito contatti con Braun per coordinare le due spedizioni durante la scalata invernale al K2, tuttavia non è stato ancora confermato in modo definitivo un accordo fra le due spedizioni (nella citata intervista ad Anna Piunova, Braun non ha escluso una collaborazione fra i due team, anche se non sa ancora come potrà avvenire).
15 gennaio 2019
Oggi, con un messaggio privato Asghar mi ha appena comunicato che Pawel Dunaj e Marek Klonowski, membri polacchi della spedizione di Txikon, hanno raggiunto il campo base. Ad essa si aggiungerà un altro forte alpinista polacco, Waldemar Kowalewski, di Stettino, appena giunto a Skardu. Intanto il folto gruppo di alpinisti e portatori guidato da Alex, dopo aver bivaccato domenica a Urdukas, a circa 4000 m. di quota, ha appena raggiunto Concordia a 4530 m., ultimo campo prima del CB del K2.
di Domenico Perri
Info: alextxikon.com