Karl Unterkircher Award 2018, vince il Nanga Parbat di Simone Moro, Ali Sadpara e Alex Txikon
Third time lucky, fortunato la terza volta direbbero gli inglesi. Forse è quello che ha pensato Simone Moro sabato scorso quando, alla terza nomination, gli è stato conferito il quinto Karl Unterkircher Award, il premio ideato per ricordare il forte alpinista altoatesino scomparso tragicamente esattamente 10 anni fa durante un tentativo di apertura di una nuova via sulla difficile ed immensa parete Rakhiot del Nanga Parbat.
La giuria, composto da alpinisti e giornalisti di alto livello - Silvio Mondinelli, Thomas Huber, Simon Kehrer, Hubert Moroder e Carlo Caccia - ha assegnato il premio a Moro per la sua straordinaria, storica prima invernale proprio del Nanga Parbat, effettuata nel febbraio del 2016 insieme ad Ali Sadpara, Alex Txikon e Tamara Lunger che si era fermata a pochi metri dalla cima.
C’è da sottolineare che lo spirito del premio biennale non è voler porre una salita sopra le altre, quanto evidenziarla ulteriormente anche in rapporto allo spirito di Karl Unterkircher. È in questa luce quindi che sono state celebrate anche le altre due salite di assoluto rilievo: quella della tedesca Ines Papert che insieme allo sloveno Luka Lindič hanno aperto nell’ottobre del 2016 Lost in Cina (ED, WI 5+, M6, 1200m), una “perfetta via di ghiaccio in quota” sulla parete SE di Kyzyl Asker (5842m) in Kirghizistan, e quella dell’altoatesino Simon Gietl e dello svizzero Marcel Schenk che, nel novembre 2016, avevano aperto Amore di Vetro (800m, M5, R), un’effimera linea di ghiaccio e misto sulla parete NE del Pizzo Badile.
Ospite speciale della serata di premiazione è stato come di consueto Kurt Diemberger, l’unico alpinista vivente ad aver scalato due Ottomila in prima assoluta che ha ricordato con affetto Unterkircher.
Motivazione della giuria
La giuria della 5° edizione del “Karl Unterkircher Award” composta da Silvio Mondinelli (presidente), Thomas Huber, Carlo Caccia, Simon Kehrer e Hubert Moroder si è riunita oggi, 14/07/2018 per decidere a chi assegnare il riconoscimento.
La scelta si è rivelata oltremodo difficile per l’altissimo livello di tutte le salite nominate che, rappresentando espressioni diverse dell’alpinismo contemporaneo, risultano difficilmente confrontabili. Tutte e tre le imprese sono pagine importanti della storia del confronto tra gli uomini e le montagne.
L’assegnazione del premio non è quindi voler porre una salita sopra le altre, quanto evidenziare una di queste pagine.
A dieci anni dalla scomparsa di Karl sul Nanga Parbat, la giuria ha così deciso di attribuire il “Karl Unterkircher Award” alla spedizione di Simone Moro, Ali Sadpara e Alex Txikon che il 26 febbraio 2016 hanno raggiunto in prima invernale la vetta del Nanga Parbat, che è stato anche l’ultimo grande sogno di Karl.
Lo spirito di Karl resterà sempre su questo gigante himalaiano che – come ha scritto Kurt Diemberger - non è semplicemente “la montagna nuda” limata dalle valanghe oppure “il re delle montagne”, ma anche il “Diamir” dove abitano tutti gli spiriti dei monti.
La giuria è stata particolarmente colpita dalla storia di Ines Papert e Luka Lindic sul Kyzyl Asker in Cina e dalla capacità di cogliere l’attimo di Marcel Schenk e Simon Gietl sul Pizzo Badile. Entrambe queste imprese rispecchiano in tutti i modi lo stile di Karl nell’affrontare le montagne.
Karl Unterkircher Award
2016: Jon Griffith e Andy Houseman, prima salita del Link Sar West (6.938m - Karakoram)
2014: Simon Anthamatten, Matthias Auer e Hansjörg Auer, prima salita della parete est del Kunyang Chhish, Karakoram/Pakistan.
2012: Marina Kopteva, Anna Yasinskaya e Galina Chibitok, nuova via sulla parete nord-ovest del Great Trango Tower (Pakistan).
2010: Ueli Steck, Schmid sulla parete nord del Cervino, la Golden Gate su El Capitan e le vie normali del GII e il Makalu.
Più informazioni: www.karlunterkircher.com