Riflessi

Vallunga. Alternanze di luce e di ghiaccio, di terra e roccia. Suoni, ombre e riflessi che scandiscono un incontro, ricercando l’armonia dell’intero...
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Ritorno nella luce dorata (Palestrina 1 e 2, Vallunga, Val Gardena)
Planetmountain

28/01/2007

Non conoscevo la voce dell’acqua immobile, né lo slancio di riflessi sparsi in alto.
Non sapevo dell’ombra che si fa cristallo né della pietra che veste luce larga.
Non sapevo, ma gli occhi inseguono un luogo che li fermi e il respiro cerca un battito più ampio, che pulsi con lo stesso ritmo di quello interno… ritmo libero, caldo, intero…

In macchina zaini, musica e parole si mescolano nell’attesa del mattino. Corriamo verso nord, apro e chiudo mille volte la guida di cascate. Val Gardena, Bullaccia, domani Val Lunga, Palestrina.

Dietro agli occhi di Francesco riconosco sete e passione. L’energia mi arriva sottile e densa, la verso nella mia, ne raccolgo la spinta, sorrido e vado.
…vado dietro la sua traccia che affonda nella neve fresca. Andiamo tra i larici che si piegano al bianco, andiamo sotto l’aria che rimbalza fra le pareti strette, andiamo, dentro ai nostri pensieri senza corpo, dentro al giorno che fuori cresce.

Occhi sempre alti a cercar una linea accesa, piega illuminata fra le guglie e i canaloni, riflesso incastonato nel palmo d’un intaglio. Ora ho sete anch’io. Desidero star nel riflesso.

Passata una quinta d’alberi fitti, filtra un raggio azzurro. Esco dal bosco e mi poso in un’altra forma. Cambio terra e sensi, tempo e modo, perdo i minuti, trovo il respiro, lascio il vuoto, tocco la materia; goccia, acqua, ghiaccio, odore di neve e gusto di freddo. Nella musica di fondo ogni suono si fa nuovo. Il ghiaccio si tende, piega, spezza, infrange. Si lascia graffiare e scolpire in un disegno. Non c’è parola o canto, ma note secche e regolari, fatte di elementi che si parlano. Lo spazio si riempie dei colpi della becca e dei passi dei ramponi. La mente si abbandona al nuovo ritmo e ogni nervo l’accompagna.

Salendo ho smesso di pensare, muovendo ho smesso di tener chiuso. Sento, distendo e vado. Sto nell’azzurro e mi sembra di non avere pelle. Tutto da fuori passa dentro.

Al ritorno camminiamo sulla traccia dell’andata, leggeri e calmi, bagnati e distratti. Parliamo ridendo, mentre la sera veste in fretta ogni cosa.

La Val Lunga scivola verso est aprendosi al sole. Il cielo è brillante e compatto. Camminando lo zaino sbatte sulla schiena, mentre la valle svela i suoi fianchi ai nostri occhi ancora alzati. Linee di ghiaccio sottili cadono ai lati, scivolando nell’ampia valle che ora trabocca di luce. La cascata è laggiù in fondo.

Inseguiamo la linea d’ombra che ora sta salendo. Camminiamo sul suo filo sino a sotto la colata. Ai suoi piedi ci sediamo. Un po’ per rispetto, un po’ per stupore. Il sole si infila tra una sella e accarezza i nostri volti, poi guarda il ghiaccio e lo fa vibrare come una corda di colore, spargendolo sulla tela del pendio.

Il tempo d’uno sguardo e poi la voglia di salirlo. Ora qui, nell’istante, il suo e il nostro. Domani sarà altro. Sia lui che noi.

Francesco sale schiena al sole. Un’altra cordata si affianca a sinistra. C’è energia tutt’intorno. La salita è veloce e regolare, corre fra placche e risalti verticali, per poi adagiarsi in alto, dove il ghiaccio scioglie in neve e riveste a tratti pietre e terra.

L’ultimo colpo di becca mi porta fuori dalla verticale, mi rilasso e sento parlare in sosta, il bianco ora si macchia di aghi di pino e terra smossa, l’odore d’acqua si mescola a quello del legno e della roccia. Quando incontro nuovamente lo sguardo di Francesco sento che sono felice.

Scendendo indugio nuovamente sotto la cascata, coi piedi nella neve fonda e le mani chiuse in tasca, accompagno il sole verso ovest, dove termina la valle. Curve di luce densa vestono la neve d’oro, mentre a est, la valle nasce con la luna che ora ha negli occhi il sole basso.

In quell’istante perdo corpo e tempo e spazio, e il respiro trova un battito più ampio, scandito tutto intorno dalla valle e i canaloni, dalle pareti e i cristalli d’oro, che pulsa con lo stesso ritmo di quello interno… ritmo libero, caldo, finalmente intero…

Daniela Grigoletto

vai alla scheda della Palestrina 1 e 2


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