Pesto “Valdostano” (dalla Liguria con furore) al Mont Morion
Un'amicizia, l'Ice Tour e le cascate del Mont Morion - Becca di Nona: dalla Liguria alla Val d'Aosta per riprendere un discorso interrotto...

Rossano Libera sull'ultimo tiro della Cascata di sinistra del Mont Morion (Becca di Nona)
“Pronto… Ti andrebbe di fare una cascata con me?”… Così inizia un’avventura... da una semplice telefonata di Betty… Ho conosciuto Elisabetta in occasione di un corso avanzato di alpinismo, lei piena di entusiasmo, io che volevo riprendere contatto con la montagna. La nostra amicizia è cresciuta indipendentemente dall’arrampicata, dato che per molto tempo ho avuto pochi spazi da dedicare alle nostre salite insieme.
Tra un aperitivo e l’altro, Betty mi raccontò di essere stata inserita nel team dell’Ice Tour e ora mi trovo qui, sarò in grado? poi mi dico… perché no? E’ stato così che dopo un paio d’ore ci siamo ritrovate in macchina, una decisione presa al volo, da Savona ad Aosta, lei con la sua grande voglia di andare, io che dopo dieci anni e una sola cascata ho riesumato quello che era rimasto del materiale del passato e una grande voglia di riprovarci.
L’accoglienza da parte di Ezio e l’ospitalità di sua madre sono davvero calorosi, ci raccontano qualcosa del posto in cui siamo diretti per queste salite. E’ bello conoscere le storie dei luoghi che visitiamo, è il modo più vero per accostarsi alle persone ed alle realtà che le circondano. Scopriamo che una montagna della quale fino al giorno prima non sapevamo nulla, ha molto da raccontare, Storie tristi, come quella dell’alluvione che, nel 2000, con una devastante frana oltre alle case si è portata via la vita di alcune persone. O di come certe amministrazioni progettino la realizzazione di una strada trattorabile, che verrebbe a deturpare un ambiente magico ed ancora selvaggio senza offrire in cambio una vera utilità.
E così, come spesso accade, quando non si programma e si parte, liberi e spensierati, mi sono davvero divertita, ho scoperto che tante cose sono cambiate e che il ghiaccio è sempre tanto, tanto freddo. Ogni tanto mi volto a guardare in basso, il panorama su Aosta è fantastico, Betty oggi è in grande forma e io mi sento davvero tranquilla. I movimenti inediti e goffi che mi ritrovo a compiere mi fanno vivere una nuova dimensione.
Unico appunto: perché i miei compagni non fanno più buchi per le picche? Ho qualche problemino a piantarle, è così bello agganciare le punte delle piccozze e fare i movimenti senza troppo sforzo, Faccio fatica, i miei compagni di avventura mi incitano, non mi arrendo e continuo... Alla fine dentro di me sento nascere la consapevolezza di avere nel mio bagaglio alpino tutta quella voglia di voler riuscire in una “cosa” dopo così tanto tempo di astinenza… Unico dubbio ora: cosa sono tutti questi dolorini?
Gabriella Calandria
Vai alla scheda delle cascate del Mont Morion - Becca di Nona
Nella foto: Rossano Libera sulla cascata di sinistra del Mont Morion
Tra un aperitivo e l’altro, Betty mi raccontò di essere stata inserita nel team dell’Ice Tour e ora mi trovo qui, sarò in grado? poi mi dico… perché no? E’ stato così che dopo un paio d’ore ci siamo ritrovate in macchina, una decisione presa al volo, da Savona ad Aosta, lei con la sua grande voglia di andare, io che dopo dieci anni e una sola cascata ho riesumato quello che era rimasto del materiale del passato e una grande voglia di riprovarci.
L’accoglienza da parte di Ezio e l’ospitalità di sua madre sono davvero calorosi, ci raccontano qualcosa del posto in cui siamo diretti per queste salite. E’ bello conoscere le storie dei luoghi che visitiamo, è il modo più vero per accostarsi alle persone ed alle realtà che le circondano. Scopriamo che una montagna della quale fino al giorno prima non sapevamo nulla, ha molto da raccontare, Storie tristi, come quella dell’alluvione che, nel 2000, con una devastante frana oltre alle case si è portata via la vita di alcune persone. O di come certe amministrazioni progettino la realizzazione di una strada trattorabile, che verrebbe a deturpare un ambiente magico ed ancora selvaggio senza offrire in cambio una vera utilità.
E così, come spesso accade, quando non si programma e si parte, liberi e spensierati, mi sono davvero divertita, ho scoperto che tante cose sono cambiate e che il ghiaccio è sempre tanto, tanto freddo. Ogni tanto mi volto a guardare in basso, il panorama su Aosta è fantastico, Betty oggi è in grande forma e io mi sento davvero tranquilla. I movimenti inediti e goffi che mi ritrovo a compiere mi fanno vivere una nuova dimensione.
Unico appunto: perché i miei compagni non fanno più buchi per le picche? Ho qualche problemino a piantarle, è così bello agganciare le punte delle piccozze e fare i movimenti senza troppo sforzo, Faccio fatica, i miei compagni di avventura mi incitano, non mi arrendo e continuo... Alla fine dentro di me sento nascere la consapevolezza di avere nel mio bagaglio alpino tutta quella voglia di voler riuscire in una “cosa” dopo così tanto tempo di astinenza… Unico dubbio ora: cosa sono tutti questi dolorini?
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