Monte Bianco e la goulotte Modica - Noury
Beppe Ballico e Andrea Gamberini e l'ultimo scorcio dell'anno sul Monte Bianco per prendere le condizioni (ancora) propizie per una delle più eleganti goulotte del Tacul.

Mont Blanc du tacul con le goulottes Modica e Albinoni
E’ veramente un inizio d’inverno strano questo 2006/2007, in valle trovare una cascata formata sembra essere un evento, mentre in questi ultimi giorni dell’anno, mi erano giunte parecchie voci sulle ottime condizioni delle Goulotte in Monte Bianco. Certo andare in Bianco è lunga, ma se veramente si trova quello che dicono… allora…
Sono passati appena due giorni dal pranzo di Natale e subito mi trovo al telefono con Luca Chelini di Verona per pianificare quando partire. A noi si unirà anche l’instancabile Andrea Gamberini di Faenza e un amico di Luca (sorpresa…). Ottimo, ora bastava decidere quando partire, anche se non rimaneva tanta scelta dati gli impegni di lavoro.
Si parte il 28 pomeriggio; a Verona ci si trova puntuali (più o meno), Luca mi presenta subito Stefano Tedeschi che sarebbe venuto con noi: un “giovanotto” non più ventenne, con una grinta pazzesca, 8 figli (…), che sapevo aver contribuito alla guida della Val Daone con la stesura delle note per la rivisitazione storica dell’arrampicata su ghiaccio, nonché forte ghiacciatore e ripetitore di innumerevoli salite impegnative sul Bianco. Sicuramente, vista la compagnia e soprattutto la meteo, ci aspettano due giorni all’insegna del divertimento. Tra una chiacchiera e l’altra, le cinque ore che ci separano da Courmayer volano e ci ritroviamo al parcheggio della funivia di Le Palud.
Venerdi 29, si sale al Torino e senza perdere tempo, si va a ripetere la Goulotte Valeria, ma di questo racconterà meglio Stefano in un suo diario e dopo l’ottima ospitalità di Leo, gestore del Rifugio Torino, programmiamo che il giorno dopo ci separeremo. Luca e Stefano, andranno a ripetere la Rebuffat alla Tour Rounde, mentre io e Andrea, stabiliamo che il tentativo di ripetere il Super con l’attacco diretto, avrebbe comportato la perdita della funivia alle 16.30 (…azz!), pertanto si va sulla “Modica”.
Le condizioni erano perfette, come la traccia. L’unico dubbio, visto l’appuntamento delle 16.30 con la funivia, erano le cordate di francesi che avremmo trovato sulla goulotte. Per non rischiare optiamo per una partenza all’alba e, dopo una colazione abbondante, alle 4.30 eravamo due bradipi che superano i 221 scalini fino ad arrivare al ghiacciaio. Alle 6.30 riusciamo ad essere già all’attacco del conoide di neve, che ci separa dalla Goulotte. I quattro francesi che ci precedevano si stavano legando per ripetere l’Albinoni e la Modica era tutta per noi.
L’alba era spettacolare e la temperatura di -16°. In meno di un’ora avevamo superato il tratto del canalone per ritrovarci sulla goulotte vera e propria, articolata tra magnifiche pareti e passaggi stretti tra un granito spettacolare. Il ghiaccio secco, ma gonfio, il sole che ci sfiorava ad ogni passaggio, ci hanno accompagnati per tre ore in un ambiente mozzafiato.
Giunge però l’ora di scendere e sotto un sole ancora cocente, ci ritroviamo al rifugio alle 13,00 davanti ad uno squisito piatto di pasta.
Beppe Ballico
Vai alla scheda della goulotte Modica - Noury
Sono passati appena due giorni dal pranzo di Natale e subito mi trovo al telefono con Luca Chelini di Verona per pianificare quando partire. A noi si unirà anche l’instancabile Andrea Gamberini di Faenza e un amico di Luca (sorpresa…). Ottimo, ora bastava decidere quando partire, anche se non rimaneva tanta scelta dati gli impegni di lavoro.
Si parte il 28 pomeriggio; a Verona ci si trova puntuali (più o meno), Luca mi presenta subito Stefano Tedeschi che sarebbe venuto con noi: un “giovanotto” non più ventenne, con una grinta pazzesca, 8 figli (…), che sapevo aver contribuito alla guida della Val Daone con la stesura delle note per la rivisitazione storica dell’arrampicata su ghiaccio, nonché forte ghiacciatore e ripetitore di innumerevoli salite impegnative sul Bianco. Sicuramente, vista la compagnia e soprattutto la meteo, ci aspettano due giorni all’insegna del divertimento. Tra una chiacchiera e l’altra, le cinque ore che ci separano da Courmayer volano e ci ritroviamo al parcheggio della funivia di Le Palud.
Venerdi 29, si sale al Torino e senza perdere tempo, si va a ripetere la Goulotte Valeria, ma di questo racconterà meglio Stefano in un suo diario e dopo l’ottima ospitalità di Leo, gestore del Rifugio Torino, programmiamo che il giorno dopo ci separeremo. Luca e Stefano, andranno a ripetere la Rebuffat alla Tour Rounde, mentre io e Andrea, stabiliamo che il tentativo di ripetere il Super con l’attacco diretto, avrebbe comportato la perdita della funivia alle 16.30 (…azz!), pertanto si va sulla “Modica”.
Le condizioni erano perfette, come la traccia. L’unico dubbio, visto l’appuntamento delle 16.30 con la funivia, erano le cordate di francesi che avremmo trovato sulla goulotte. Per non rischiare optiamo per una partenza all’alba e, dopo una colazione abbondante, alle 4.30 eravamo due bradipi che superano i 221 scalini fino ad arrivare al ghiacciaio. Alle 6.30 riusciamo ad essere già all’attacco del conoide di neve, che ci separa dalla Goulotte. I quattro francesi che ci precedevano si stavano legando per ripetere l’Albinoni e la Modica era tutta per noi.
L’alba era spettacolare e la temperatura di -16°. In meno di un’ora avevamo superato il tratto del canalone per ritrovarci sulla goulotte vera e propria, articolata tra magnifiche pareti e passaggi stretti tra un granito spettacolare. Il ghiaccio secco, ma gonfio, il sole che ci sfiorava ad ogni passaggio, ci hanno accompagnati per tre ore in un ambiente mozzafiato.
Giunge però l’ora di scendere e sotto un sole ancora cocente, ci ritroviamo al rifugio alle 13,00 davanti ad uno squisito piatto di pasta.
Beppe Ballico
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