Corsi di Alpinismo per istruttori regionali

Elio Bonfanti e alcune considerazioni a margine dei Corsi di Alpinismo per istruttori regionali di Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, perchè Non basta fare salite per essere un bravo istruttore...
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Allievo all'opera
Planetmountain
Fu con molta riluttanza, poca modestia, tantissime certezze e cosa importante assolutamente nessun dubbio che a 28 anni “nel 1989” entrai a far parte dell’eletta schiera degli istruttori della scuola Gervasutti. Il mio “io” rimase però molto sorpreso quando alla prima uscita seppi che sarei stato affiancato da un istruttore esperto (Claudio Santunione) che doveva vegliare sulle mie malefatte… e capire il mio grado di preparazione.

Purtroppo questo benedetto “io” ci rimase ancora peggio nel momento in cui, dopo le doppie fatte con il freno moschettone, (perché avevo dimenticato il discensore a casa) l’angelo custode, mi fece una sonora “girata” davanti all’allievo. Quando poi mi successe di essere catapultato ad insegnare asola e contro asola (oggi posso dirlo) senza essere capace a farla, nel mio “io” le piccole crepe che iniziavo ad intravedere diventarono voragini e quindi cosa feci? Imparai le manovre? No! Nemmeno per sogno; semplicemente voltai le spalle alla scuola e all’insegnamento dicendo: tanto sono tutte cazzate!! Ma in ogni fine settimana tremavo al pensiero di dover fare un asola e contro asola di bloccaggio…

Dopo una maturazione durata… anni (sono un po’ lento) mi resi conto che a suo tempo, non era la scuola ad essere sbagliata ma lo sbagliato ero io e soprattutto erano le mie ambizioni a non essere in sintonia con la filosofia di questa. Quindi un volta rientratovi cercai di lasciarmi alle spalle tutti i preconcetti e le convinzioni che sino ad allora avevano condizionato il mio atteggiamento nei confronti dell’insegnamento e mi misi di buzzo buono ma questa volta soprattutto con umiltà a cercare di colmare le lacune che avevo. Anche se però non nascondo che quando al corso per istruttori nazionali venni bocciato per non aver mandato a memoria lo statuto e l’ordinamento del C.A.I le palle mi girarono ancora e pure parecchio. Anche se in seguito anche questo ultimo ceffone mi è servito per poter dirigere dei corsi, per redigere i nulla osta o per seguire gli iter istituzionali corretti al fine di risolvere una qualche questione legata alla scuola.

Oggi a quasi vent’anni di distanza ho definitivamente fatto mio il motto “We Serve” del “Lions” (che è un’associazione di cui ho fatto parte a lungo) ed è in quest’ottica che quando lo scorso anno mi proposero di organizzare il corso di formazione LPV (Liguria, Piemonte e valle d’Aosta) per istruttori regionali accettai con entusiasmo. Tutta questa prolusione perché?!. Perché insieme ai miei colleghi, in questo modulo, speriamo sì di essere riusciti a preparare ad insegnare, ma soprattutto confidiamo di avere fatto capire ai candidati che devono diventare istruttori titolati non per blasone ma per mettere a frutto il loro cammino di eccellenza all’interno delle loro scuole, assumendosi gratuitamente molte più grane, rischi e problemi di quanto non avessero già fatto prima e questo titolo deve esserne il mezzo e non il fine.

Questi ragazzi, al termine del percorso formativo di due anni, saranno e diventeranno, sia per gli allievi che per gli aiuto istruttori, un punto di riferimento e quindi dovranno dare risposte precise ed attendibili alle domande che verranno loro poste anche se queste saranno su un fiore piuttosto che su un animale. Dovranno esprimere carisma, serietà e competenza e se sino ad oggi potevano permettersi di non conoscere o di conoscere marginalmente le ultime novità in fatto di tecniche o di materiali, domani dovranno essere loro a mettere al corrente gli altri.

Perchè l’alpinismo coinvolge moltissime sfere cognitive dalla fisica alla chimica, dalla termodinamica alla fisiologia e quindi, al contrario di come diceva un nostro grande amico e grande alpinista: a venta fè d’salite (bisogna fare salite), dico che: a basta nen fe d’salite (non basta fare salite) in quanto la figura di un bravo istruttore non sempre e non per forza va a braccetto con quella di un forte alpinista ma quando questo connubio trova la collocazione nella persona giusta ecco che il compito di noi formatori diventa un cammino in discesa.


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