Cascata Lujanta a Colfosco

27/01/2006

Canazei: serata con i grandi amici Andrea ed Hassan… decidiamo di andare a trovare Eva alla Montanara (osteria di Canazei dove lei lavora) per un aperitivo. Non facciamo tempo ad entrare quando il pazzo chiama e dice che ci sta raggiungendo da Arabba con una bella… gnocca! Inutile dire che l'aperitivo diventa cena e, soprattutto, che il pazzo è Ezio Marlier. La serata prende la piega di sempre qui in Val di Fassa; tra una fesseria e l'altra, senza troppi pensieri mi tirano in ballo per il giorno dopo: Io, Andrea, Hassan, il pazzo, Betty ed Eva andremo a fare "Lujanta" a Colfosco.

Per Eva è la prima cascata, e già il fatto (visto la scarsa annata)di decidere di venire con noi nonostante le dubbie condizioni (nostre e del ghiaccio) la dicono lunga su che razza di dura sia!!
La mattina ci troviamo presto al parcheggio adiacente la cascata perché Eva la dura, per le 15 deve assolutamente essere al lavoro a Canazei… alle 9 dobbiamo ancora partire… Anche se da lontano le condizioni della cascata sembrano non promettere un granché ci avviciniamo allegramente senza farci troppe pippe. Di fatti una volta arrivati all'attacco la cascata non è proprio un granché! I primi 10 metri si presentano di roccia, regalandoci solo 2 lingue di una cosa che si può definire poco più di "verglass" e un po' meno di "glass".

Andrea in forma come non mai parte per assicurare il pazzo ed il suo cannone (la macchina fotografica, e che avevi capito?)… Fa compagnia alla loro cordata anche Hassan pronto come in ogni momento a sparare cazzate in piena autonomia e libertà.

Il primo tiro risulta non essere troppo banale perchè delicato sia nei movimenti sia nella precarietà del ghiaccio. Nonostante questo Betty decide di partire da prima e, lasciandomi senza parole, se la sbriga senza troppi problemi. "È la mia volta?", parto cercando di essere veloce nel primo pezzo per fare spazio alla new entry del mondo verticale ghiacciato: Eva, ma anche perché, come se non bastasse, la cascata pisciava senza limiti.

Mi sposto dalla sua verticale e con calma mi appendo, tolgo i guanti con l'intento di darle qualche dritta ed aiutarla ma, non faccio in tempo a girarmi che lei era già quasi di fianco a me!! Il pensiero mi sorge spontaneo: "Il mondo sta cambiando, neanche le donne di una volta ci sono più".

Il tiro successivo però (almeno quello) lo faccio io. La cordata dei pazzi resta in mezzo con una sosta indipendente dalla nostra per via delle foto. Ezio mi dice: "vai senza problemi, naturale..però rallenta… fermati... torna indietro... muovi il braccio... ed infine… muoviti pure come vuoi". Alla fine con estrema naturalezza e velocità (mezzora) riesco a finire il tiro. Il resto della giornata prosegue tranquillo tra risate e gente che in doppia dimentica picche alle soste, per concludersi con la guida alla "Biasion" di Hassan per portare Eva in tempo al lavoro (la parte più rischiosa della giornata). La sera poi io, Andrea ed Hassan abbiamo fatto 4 salti alla struttura di Campitello vestita d'inverno per l'arrampicata in dry tooling.

La cena a casa mia, le cavolate, gli amici mi fan sempre più capire che questa è la bella vita, anche se non si ha una lira e non si sa cosa si farà "da grandi". Le cose che contano sono quelle che ci girano sempre nella testa e la cosa più importante è capire cosa si vuol fare adesso, prendere fiato ed avere il coraggio di mollare tutto se occorre… Grazie amici sono stato bene!

Max Rossi

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