L’Etna e la sua nuova cima di 3378 metri
A metà giugno del 2024, il più alto vulcano attivo della placca euroasiatica ha iniziato un nuovo ciclo eruttivo, molto interessante sia dal punto di vista geologico, sia dal punto di vista turistico vista la mole di visitatori che da ogni parte del mondo, ogni giorno si avventura a partire dalle sue pendici, fino ai Crateri sommitali, area in cui la maggior parte della fenomenologia vulcanica si manifesta nella sua massima espressione.
È proprio la vetta dell’Etna infatti che attrae maggiormente i viaggiatori, i quali ne rimangono estasiati per lo spettacolo di selvaggia bellezza che offre.
L’area sommitale del grande vulcano siciliano è costituita da diversi coni eruttivi formatisi in tempi geologici differenti. Li distinguiamo a partire dal Cratere centrale che è il più antico tra tutti essendosi formato nel 122 AC, quindi il Cratere di Nord est (NE ) formatosi a partire dal 1911, il Cratere di Sud est (SE) del 1971, e per ultimo il Nuovo cratere di Sud est (NSEC), che formandosi a partire del 2007 è a tutti gli effetti il più giovane dei crateri sommitali.
Il Cratere centrale, che sicuramente a livello morfologico è il più impressionante, ospita al suo interno altri tre importanti crateri, ovvero la Bocca nuova (BN) e la Bocca nuova 2 (BN2), nonché il famoso cratere della Voragine che ha visto la luce nel 1945.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad alcune notevoli attività generate sempre dal Cratere Voragine tra il 2019 e il 2021, ma anche il Cratere di Sud est ha dato prova del suo temperamento producendo una notevole serie di attività parossistiche, concludendo infine il suo ciclo eruttivo, almeno per adesso, con l’eruzione del dicembre 2023.
Dal 2021 quindi, la Voragine è stata totalmente silente, fin quando a metà giugno 2024, all’interno del cono di scorie formatosi tra il 2019/2021, è iniziata una debole ma spettacolare attività di spattering (schizzi di lava) che lentamente ma con costanza, si è poi evoluta in attività di tipo stromboliana sempre più intensa. La proiezione e la successiva messa in posto di materiale piroclastico, ha così originato un nuovo e maestoso cono letteralmente proteso sulla Bocca nuova.
Tale cono di scorie nella giornata del 4 luglio 2024 è stato il protagonista indiscusso di una attività esplosiva sorprendentemente energetica, e che nel giro di poche ore si è poi evoluta in attività parossistica, ovvero con la formazione di imponenti fontane di lava e la proiezione di materiale piroclastico a distanze considerevoli rispetto all’orlo del Cratere centrale.
Dopo una breve tregua, altri due eventi hanno nuovamente visto la Voragine ancora protagonista dell’attività vulcanica Etnea. Naturalmente questi processi vulcanici hanno contribuito a modificare totalmente l’area sommitale, che adesso risulta largamente ricoperta da piroclastiti di varie dimensioni, mentre il cratere Bocca nuova è completamente ostruito da un grande plateau di lava. Ma la cosa che ha maggiormente destato attenzione, è stata la variazione della quota massima della cima dell’Etna.
Parlando infatti di mutamenti, non possiamo non menzionare uno dei cambiamenti più significativi dell’intero vulcano, infatti se fino ad ora il Cratere di Sud est era il punto più alto con i suoi 3354 mslm, adesso la nuova cima è proprio il nuovo cono di scorie della Voragine, che grazie all’accumulo di materiali, si è accresciuto al punto tale da raggiungere la considerevole quota di 3378 mslm.
Questo è un fenomeno abbastanza normale nei vulcani attivi che presentano attività di tipo esplosiva, in quanto il materiale caldo (brandelli e bombe vulcaniche) che viene espulso violentemente da una bocca esplosiva, dopo la fase di ricaduta al suolo tende ad accumularsi e a saldarsi, contribuendo appunto alla formazione di nuovi coni o alla parziale o totale modifica di apparati preesistenti.
Queste rilevazioni altimetriche sono naturalmente il frutto di misurazioni di precisione effettuate dai tecnici dell’INGV-OE (Istituto nazionale geofisica e vulcanologia - osservatorio Etneo) ma naturalmente, potrebbero ancora cambiare in funzione di altre fenomenologie.
Nuove attività eruttive potrebbero accrescere ancora la cima dell’Etna, così come un collasso parziale del nuovo cono ne potrebbe far diminuire nuovamente l’altitudine.
Insomma, per noi che ci viviamo e per chi come me lavora come guida su questo colosso della natura, ormai è prassi consolidata aspettarsi di tutto, ed è forse proprio questo che rende questo luogo così speciale, ovvero la capacità di offrire al visitatore una bellezza in continuo mutamento.
di Massimo Flaccavento
Guida Alpina 1L, Guida Vulcanologica
Info: www.sicilymountainproject.com, www.ashara.it