Dal Lago Maggiore al Lago di Garda, di Davide Canil
Quello di attraversare la Lombardia da suo estremo ovest al suo estremo est è un progetto che è nato fantasticando un giorno di circa 2 anni fa. Inizialmente pensavo che non sarei mai riuscito a trovare il tempo e l’occasione per partire ma piano piano le cose hanno iniziato a prendere forma e poco alla volta mi sono convinto che senza fretta sarebbe arrivato anche questo momento ed eccomi qui ad una settimana esatta dal rientro che ricomincio ad abituarmi alla vita di tutti i giorni tra gli affetti, il lavoro e i rumori del vicinato.
E’ traumatico passare in poche ore dal silenzio e la solitudine di un viaggio cosmico, all’andirivieni di una stazione: quella di Milano centrale, dove intercetto la coincidenza che da Desenzano mi riporti a casa. Se in montagna ognuno segue una rotta ben precisa, qui, tra un binario e l’altro, le persone girano in tondo con il mento un po' all’insù forse condizionato dagli elastici di una mascherina chirurgica (che molto spesso sembra dover sostenere nient’altro che una mandibola) che, strizzando gli occhi tra le ciglia e gli zigomi in direzione dei tabelloni luminosi, cercano la via di casa nel refrigerio di una carrozza dove compreso nel biglietto c’è un microclima da mezza stagione che per molti sarà la causa di un torcicollo assicurato.
Di questi 6 giorni passati in giro a zonzo da un capo all’altro della regione in cui vivo senza una fissa base di appoggio e con una pianificazione tutt’altro che pre-impostata (in una modalità che ho definito "in autonomia e autosufficienza") mi sono reso conto che il valore più bello di viaggiare è quello di poter percorrere un itinerario originale, uscendo dalle tradizionali opportunità convenzionali che fino ad oggi pensavo fossero le uniche possibilità disponibili per vivere un’avventura, scoprendo una modalità per me alternativa e personalizzata.
Sono anni che frequento la montagna ricercando obiettivi (di livello amatoriale) "predefiniti" o per meglio dire standardizzati, sistematicamente organizzati attraverso la costruzione di un "pacchetto" delineato più o meno così: 1) scelta della meta (che può essere una montagna, un rifugio o qualsiasi altro punto di interesse), 2) ricerca di informazioni e relazioni del percorso, 3) esecuzione del giro come da programma.
Questa è in linea generale la prassi che ho spesso seguito (e che in futuro comunque per praticità seguirò) ma che per questo viaggio non ho voluto prendere in considerazione per vari motivi: 1) in più giorni era impossibile pianificare esattamente come la mente ed il corpo avrebbero reagito a questo ( per me insolito) modo di viaggiare; 2) perché lo scopo di questa esperienza era quella di provare stimoli diversi e vedere strada facendo cosa sarebbe successo… volevo fare esperienza insomma. L’ unico paletto che sicuramente non si è mai spostato è stato un punto fisso essenziale: l’ attrezzatura, ovvero la tenda, il sacco a pelo e il fornello.
Quindi sono partito dal Lago Maggiore e per circa 400 km mi sono gestito ogni metro come meglio mi andava in quel momento, senza cercare un record o aspettative prestazionali, raggiungendo il lago di Garda. Attraverso il B-hiking, ovvero la mountainbike + hiking, ho conosciuto un po' meglio le terre che mi circondano e ho capito che posso dare valore anche a dei luoghi che fino a questo momento mi potevano lasciare indifferente.
Un viaggio che mi apre le porte verso una nuova modalità di vivere i sentieri, le montagne e la vita. Torno a casa con un pochino di consapevolezza in più a dimostrazione del fatto che per qualsiasi situazione che viviamo nella vita, l’esperienza prima ti fa l’esame e solo poi ti spiega la lezione, una lezione in questo frangente totalmente positiva!
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