Alta Via Resiana - il trekking sulle creste della Val Resia
L'Alta Via Resiana è un grandioso itinerario di trekking che cavalca tutte le creste che si affacciano sulla Val Resia. E' un percorso di grande bellezza e maestosità, attraversa ambienti diversi e solitari, presentando una lunghezza notevole con difficoltà alpinistiche.
L'Alta Via Resiana viene descritta con percorrenza dal Monte Guarda al Monte Sart (da sud-est a nord-ovest), ma può essere affrontata in entrambi i sensi di marcia. È segnalata con triangoli di vernice rossa lungo tutta la cresta, mentre i sentieri di carattere escursionistico riportano la normale indicazione del CAI (colore bianco-rosso e numero).
IL RACCONTO DI MASSIMO CANDOLINI
E' gennaio, sono le sei di sera ma è già buio quando ci prepariamo alla luce dei lampioni di un parcheggio a Resiutta. Oggi abbiamo lavorato per cui solo alle sette di sera iniziamo a risalire in auto la Val Resia fino all'abitato di Stolvizza. Da qui una tortuosa e ripida strada scende sul torrente Resia, lo attraversa e risale fino all'ultimo borgo, Coritis. Speriamo proprio di riuscire a percorre in jeep questo tratto che altrimenti ci farebbe impiegare almeno un'ora aggiuntiva di cammino. Ed abbiamo fortuna, la neve è dura ma 4x4 e ridotte fanno il loro lavoro!
Da Coritis dobbiamo raggiungere il Bivacco Costantini alla base della Baba Grande, un percorso non impegnativo, ci metteremo 2-3 ore, però alla luce della lampada frontale nella notte senza luna ci mette un po' d'ansia. Basta poco per commettere qualche banale errore di percorso ed impiegare molto più tempo del previsto.
Domani vogliamo cavalcare le creste del Canin lungo quell'itinerario che prende il nome di Alta Via Resiana. Sarà un percorso sul filo, sopra neve e rocce affioranti, in equilibrio fra cornici e baratri profondi, un lungo andare alla ricerca dei passaggi più facili. Aggireremo i risalti verticali e scenderemo talvolta di qualche metro sui versanti della montagna, per poi subito risalire verso il filo di cresta, verso il cielo. Proprio perchè l'Alta Via Resiana è un grandioso percorso incastrato fra la cresta e il cielo.
Con la luce dell'alba risaliamo la Forcella di Infrababa Grande, poi percorriamo il facile spallone fino quasi la vetta dello Slebe, dove iniziano le difficoltà vere. Nulla di terribile, passaggi su neve e rocce al massimo di II grado, talvolta esposto, qualche rara attrezzatura, e una cresta lunga, fino alla vetta lontanissima del Canin. Dopo lo Slebe il Lasca Plagna con le sue dolci creste nevose e poco dopo il Cerni Vogu. Ecco, siamo al cuore del nostro percorso, stiamo per affrontare il tratto più spettacolare, quello che ci porterà al Porton sotto Canin lungo una cresta affilata ed esposta, con brevi cenge e ripide discese. Pare di essere in trappola, imprigionati lassù fra la Val Resia, 2'000 metri più in basso e dall'altro l'altopiano dei Kaninski Podi, solitario e tormentato. E proseguiamo godendo di questa obbligatorietà del percorso, rimanendo sorpresi da come la natura abbia potuto pensare di creare questo passaggio, talvolta sorprendentemente agevole.
Sono passati alcuni mesi, in una bella mattina di luglio sono un po' teso. Ora sto accompagnando dei clienti, il mio mestiere è la Guida Alpina, e sto per affrontare la cresta che va dal Cerni Vogu al Porton sotto Canin. La progressione avviene in cordata in conserva, cioè siamo tutti legati assieme e nei passaggi più impegnativi io mi fermo e con opportune manovre effettuo la sicurezza necessaria. Ma c'è poco da dire, la sicurezza in conserva non è affidata ai chiodi ma all'abilità di chi la conduce e all'attenzione di chi è assicurato. Perciò l'impegno e la tensione in questo tratto sono massimi. I clienti sono molto abili, non ci sono problemi, dopo il primo tratto ripido segue una sezione su terrazzi calcarei proprio sul filo di cresta. Questi terrazzi sono ricoperti da cuscini di erba e di fiori, ed è luglio, la fioritura è al suo massimo, non è possibile non notare questa meraviglia. Ci fermiamo più volte ad osservare e a fotografare questa bellezza, sono cuscini di genziane, di sassifraghe, di stelle alpine e di papaveri delle Alpi Giulie. Sono fiori piccoli, dalle foglie ancor più piccole, coriacee, dense e vicinissime, raccolte come le pecore di un gregge che cercano protezione. Sono colori vivaci, il blu intenso delle genziane, il bianco candido del papavero, il giallo del ranuncolo. Sono intensi proprio per attrarre gli insetti così che possano diffondere il polline e nuovi fiori per la prossima stagione, ma senza dubbio i colori servono anche per stupire i pochi visitatori di questi luoghi.
Così, con una corda in una mano, la macchina fotografica nell'altra e gli occhi sgranati ripenso a quando sono passato di qui d'inverno, a quanto lo stesso luogo possa essere diverso e malgrado ciò come mantenga ed accresca la sua bellezza e il suo fascino. Mi chiedo quando mai l'uomo con tutta la sua creatività, la sua arte e la sua ingegneria sarà in grado di inventare un posto così bello. Ma speriamo almeno che sia capace di lasciarlo così com'è.
Dopo un po' raggiungiamo la vetta del Canin, affollata da turisti-alpinisti saliti lungo le vie normali. Fanno troppo chiasso, non ci piace, scendiamo subito. E' meglio ritornare a tuffarsi lungo le creste che degradano verso il Picco di Carnizza, al margine della parete nord, ombrosa sopra il piccolo ghiacciaio del Canin, che cocciutamente continuiamo a voler chiamare ghiacciaio e a dargli tale rango malgrado la sua sofferenza sia palese.
Fra le pietre erose dall'acqua come campi solcati ed una lastra calcarea disegnata dalle bivalve dei megalodonti, incontriamo uno stambecco che lungo una cengia vaga curioso e solitario, forse un po' annoiato. Affrontiamo le ultime difficoltà, la via ferrata e la lunghissima discesa fino a Coritis fra pascoli e boschi di faggio, sempre più stanchi e lenti nel nostro procedere.
Ora sull'Alta Via Resiana scende il tramonto, ma essa si gode tutto il sole possibile. In valle la luminosità si smorza e si accende di luce rossastra la parete ovest del Canin, poi l'ombra sale ed anche lassù sulle creste e si conclude questa lunga giornata. Alta Via Resiana, alla prossima volta.
Periodo migliore
Il periodo migliore per l'Alta Via Resiana è la stagione estiva, da giugno a settembre. A giugno si può incontrare ancora neve sull'itinerario, luglio è il periodo migliore per la fioritura, settembre presenta di norma la condizione meteorologica più stabile (pochi temporali) ma le giornate sono più corte.
Il percorso nella stagione invernale è affascinante e severo, paragonabile alle grandi salite di ghiaccio delle Alpi, ma per questo è necessaria una solida esperienza alpinistica ed una attenta valutazione della condizione generale della montagna.
Le tappe
La lunghezza del percorso consiglia di suddividere l'itinerario in alcune tappe giornaliere, sfruttando i punti di bivacco attrezzati dislocati lungo l'Alta Via Resiana: ciò nonostante ognuno può scegliere a piacimento il percorso, effettuando varianti o interrompendolo dove possibile. I pernottamenti consigliati sono presso il Bivacco Costantini e presso il Bivacco Marussich, e cioè come segue:
Primo giorno: Coritis - Berdo di Sopra - Malga Còot - Monte Guarda - Bivacco Costantini (dislivello in salita 1277 metri, dislivello in discesa 236 metri, tempo medio di percorrenza 3.30 ore);
Secondo giorno: Bivacco Costantini - Infrababa Grande - Monte Slebe - Monte Lasca Plagna - Cerni Vogu - Porton Sotto Canin - Canin Basso - Monte Canin - Picco di Carnizza - Bivacco Marussich (dislivello in salita 1292 metri, dislivello in discesa 932 metri, tempo medio di percorrenza 6.30 ore);
Terzo giorno: Bivacco Marussich - Forca di Terra Rossa - Monte Sart - Ta-na Sartë - Sella Buia - Stolvizza (dislivello in salita 339 metri, dislivello in discesa 1811 metri, tempo medio di percorrenza 5.30 ore).
Mappe
Carta Tabacco 1:25000 Canin - Valli di Resia e Raccolana n. 027
Difficoltà
L'Alta Via Resiana presenta difficoltà squisitamente alpinistiche che non superano il II grado, con diversi tratti esposti e, soprattutto ad inizio stagione, l'attraversamento di tratti innevati. Tutta la cresta è molto soggetta al pericolo dei temporali e delle folgori, inoltre la nebbia può creare grossi problemi di orientamento. L'Alta Via percorre anche la via ferrata Rosalba Grasselli al Picco di Carnizza e per essa sono indispensabili imbracatura, kit da ferrata e casco. In ogni caso l'Alta Via Resiana non è una via ferrata! Essa va affrontata con adeguate conoscenze alpinistiche e ottimo allenamento.
Equipaggiamento
È necessario un equipaggiamento da montagna, con vestiario adeguato e calzature robuste. È indispensabile disporre di imbracatura, kit da ferrata e casco (via ferrata Grasselli) ed opportuno prevedere l'utilizzo di piccozza e ramponi soprattutto
ad inizio stagione o se si ritiene di scendere attraverso il Ghiacciaio del Canin. Se il percorso viene affrontato in più giorni è necessario attrezzarsi per il pernottamento in bivacco.
Informazioni utili
Ente Parco Naturale delle Prealpi Giulie
Piazza Tiglio 3 - 33010 Prato di Resia (Ud)
tel. 0433 53483 - 0433 53534
e-mail: info@parcoprealpigiulie.org
www.parcoprealpigiulie.org