Biv. Costantini - Biv. Marussich - Monte Lasca Plagna
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Biv. Costantini - Biv. Marussich
Planetmountain
Bellezza
Autore scheda
Massimo Candolini, Guida Alpina
Versante
sud
Dislivello salita
1292m
Dislivello discesa
932m
Quota
2448m
Difficoltà
EEA
Orario
6.5
Periodo
Il periodo migliore per l'Alta Via Resiana è la stagione estiva, da giugno a settembre.
Frequentazione
Bassa
La cavalcata delle creste dalla Forcella di Infrababa Grande alla vetta del Canin costituisce il cuore dell'Alta Via Resiana. Il percorso si allontana dal filo di cresta solo per aggirare alcuni risalti ed è molto lungo: è un itinerario squisitamente alpinistico, a tratti esposto e con passaggi fino al II grado. Solo due brevi tratti sono attrezzati con cavi la discesa dal Picco Carnizza si svolge lungo una via ferrata, ma l'Alta Via Resiana non è affatto una ferrata!
Slebe, Lasca Plagna, Cerni Vogu, Porton Sotto Canin, Canin Basso, Canin e poi in discesa il Picco di Carnizza: tutte queste vette vengono attraversate dall'Alta Via lungo la quale non troverete certo affollamento, a parte la cima del Canin che può essere raggiunta anche da altri itinerari più brevi.
Il percorso è lungo e l'ambiente grandioso, è opportuno godere di una bella giornata ed evitare i temporali, tenendo presente che non sono molti i punti in cui si può abbandonare la cresta.
Slebe, Lasca Plagna, Cerni Vogu, Porton Sotto Canin, Canin Basso, Canin e poi in discesa il Picco di Carnizza: tutte queste vette vengono attraversate dall'Alta Via lungo la quale non troverete certo affollamento, a parte la cima del Canin che può essere raggiunta anche da altri itinerari più brevi.
Il percorso è lungo e l'ambiente grandioso, è opportuno godere di una bella giornata ed evitare i temporali, tenendo presente che non sono molti i punti in cui si può abbandonare la cresta.
Accesso generale
Il percorso inizia dal piccolo paese di Coritis, nella Val Resia (UD). Da Gemona di Friuli prendere la SS13 verso nord. A Resiutta svoltare a destra per la Sp42 per raggiunere prima Stolvizza, poi Coritis. Itinerario
DAL BIVACCO COSTANTINI ALLA INFRABABA GRANDE
Dal Bivacco Costantini si parte subito in salita rasentando le pareti del Mulac. Il sentiero si inerpica ripido su zolle di erba e pietre e dopo circa 15 minuti, all'altezza dell'insellatura fra il Mulac e la Baba Grande, si attraversa il canalone in orizzontale su lastre di roccia inclinate. Raggiunto il lato orografico destro si procede ancora su sentiero segnalato, ma sempre ripido e con numerose svolte. Verso l'alto ci si sposta un po' al centro del canalone, poi la pendenza si smorza ed in breve si sbuca in forcella.
Variante: dalla Infrababa Grande è possibile raggiungere in mezz'ora la cima della Baba Grande.
DALLA FORCELLA DI INFRABABA GRANDE ALLO SLEBE
Dalla forcella in poi l'ambiente improvvisamente cambia, ed inizia la lunga cavalcata delle creste che condurrà fino alla vetta del Canin. Lo spallone del Monte Slebe è caratterizzato nella prima parte da massi calcarei e prati, ricchi di flora alpina. Su di uno di questi grandi massi, vicino alla forcella, vi è la targa dell'Alta Via Resiana. La cresta dello Slebe è inizialmente larga e agevole da percorrere; si sale per traccia con qualche breve passo fra i massi, poi la cresta si restringe fino a raggiungere l'antecima del Monte Slebe. Qui inizia il primo tratto impegnativo dell’Alta Via. Si percorre per un breve tratto la crestina rocciosa ed esposta, poi una breve rampa dal lato sud permette di scendere una decina di metri (passaggi di I grado). Si attraversa fino sotto la vetta del Monte Slebe e si risale per canalini e facili roccette (I grado, passaggi di II) fino alla cima (segnalato, non vi sono attrezzature fisse).
DAL MONTE SLEBE AL MONTE LASCA PLAGNA
Dalla vetta dello Slebe un ometto posto in direzione nord-est indica il proseguimento del percorso. Si scende lungo un tratto attrezzato con funi metalliche e gradini verso una selletta (tratto di 50 metri in discesa, I grado e attrezzature). Dalla selletta prima per roccette, poi più facilmente lungo la cresta che si allarga, si raggiunge la cima tondeggiante del Lasca Plagna.
Variante: dal Lasca Plagna è possibile abbandonare la cresta lungo il sentiero che scende dal versante sloveno.
DAL MONTE LASCA PLAGNA AL CERNI VOGU
La cresta che scende verso il Cerni Vogu è regolare e facile da percorrere. Si superano prima due cime minori del Lasca Plagna e poi si scende all'insellatura perdendo nel complesso meno di cento metri di dislivello. E altrettanto facilmente si risale al Cerni Vogu da dove inizia il secondo tratto impegnativo dell'Alta Via Resiana.
DAL CERNI VOGU AL PORTON SOTTO CANIN
È una cresta rocciosa ed aerea, con la parete dal lato della Val Resia che presenta un salto di circa 300 metri, mentre il versante sloveno si affaccia sui Kaninski Podi con altezze variabili fino ad un centinaio di metri. Non vi sono facilitazioni (gradini o cavi metallici) lungo questo tratto, il percorso appare intatto e selvaggio, spettacolare ed impegnativo: è una passerella incastrata fra le rocce e il cielo! Si inizia scendendo con ripidi passaggi su difficoltà di I grado che si alternano a brevi terrazzi con cuscini d'erba e fiori. Il percorso continua sempre scendendo, non ripidamente come i primi metri, e si ricercano i passaggi più agevoli, sul filo di cresta o su uno dei due versanti. Ad un certo punto (a quota 2300 metri circa) si abbandona la cresta calandosi sul versante resiano per alcune decine di metri per raggiungere una caratteristica selletta, non sul filo di cresta, e valicata si perviene alla quota 2313 metri, punto più basso fra Cerni Vogu e Canin. Mancano ancora 300 metri in linea d'aria al Porton Sotto Canin e si percorrono, prevalentemente sul versante sloveno fra brevi cenge, tratti sulla cresta e risalti rocciosi. Infine alcuni passi in arrampicata consentono di raggiungere il Porton Sotto Canin e l'inizio della risalita al Canin Basso.
Variante: Dal Porton Sotto Canin è possibile abbandonare il percorso scendendo per un ripido pendio sui Kaninski Podi fino ad incrociare i sentieri nella località Zadnji Dol.
DAL PORTON SOTTO CANIN AL CANIN BASSO
Il primo risalto dal Porton Sotto Canin presenta un difficile passaggio di II grado, quindi rocce più facili di I grado per poi riprendere a camminare facilmente. A quota 2429 metri si incontra un cippo di confine ed il bivio della traccia che proviene da Casera Canin (via normale resiana per la vetta del Canin). Procedendo ancora si aggira sulla sinistra per sentiero un risalto roccioso, poi si ritorna sulla cresta che in alto diviene ampia e facilmente percorribile, fino alla vetta del Canin Basso, inferiore al Canin di soli 16 metri. Resti di una croce metallica ed un ometto di pietra ne evidenziano la cima.
Via normale resiana: è il percorso che da Casera Canin risale la dorsale sud-ovest fino al Canin Basso e quindi alla vetta del Canin. Tale percorso, segnalato con vernice rossa, costituisce la più importante via di fuga o di rientro sulla Val Resia permettendo di interrompere l'Alta Via in modo veloce e non difficile.
DAL CANIN BASSO AL MONTE CANIN
Alla croce di vetta del Monte Canin ci si arriva percorrendo la facile cresta risalendo brevemente ad una cima intermedia e poi al Monte Canin, 2587 metri, punto più elevato del gruppo, dell'Alta Via Resiana e del Parco Naturale delle Prealpi Giulie. La vetta è costituita dall'incontro di tre creste, quella sud appena percorsa, quella nord-ovest, che ci si accinge a scendere continuando l'Alta Via, e quella est costituita dalle cime dell'Ursic, del Monte Forato, ed ancora oltre la Sella Prevala, dal Monte Leupa, dal Cergnala e dalla Cima Confine, per una lunghezza totale di 5-6 km.
DAL MONTE CANIN AL PICCO DI CARNIZZA
La discesa dal Canin verso il Picco di Carnizza si presenta inizialmente come una facile cresta, molto esposta sul lato nord-est. Splendidi infatti sono gli scorci sul sottostante Ghiacciaio del Canin e sul Foran dal Muss. Si scende quindi con passaggi fino al I grado affacciandosi su questo versante, ma rimanendo in realtà sempre sul filo di cresta o sul lato sudovest. Lungo una lastra rocciosa inclinata si abbandona la cresta (attrezzature metalliche) e ci si cala diversi metri sul versante resiano allo scopo di aggirare un primo risalto roccioso. Poi la traccia si riporta sulla cresta ed affronta alcuni passaggi impegnativi; l'ultimo in particolare, alto un paio di metri, è un breve passo di II grado molto esposto sul lato nord-est. Poco dopo si volge nuovamente sul versante resiano scendendo per roccette e canalini, abbassandosi fino a 2340 metri circa, ad una quota inferiore a quella della sella fra Canin e Picco di Carnizza. Questa digressione dal filo di cresta consente di aggirare il salto verticale che caratterizza l'ultimo tratto della dorsale del Canin. Con un traverso a tratti attrezzato costituito da roccette, ripidi prati e canali superficiali, si guadagna il fianco del Picco di Carnizza proprio sotto la verticale dell'insellatura fra quest'ultimo e il Canin, e si riprende a salire. Molto caratteristico il tratto centrale che si svolge su lastre calcaree appoggiate sulle quali è facile rinvenire le figure dei megalodonti, fossili a forma di bivalva messi in evidenza dall'erosione meteorica.
DAL PICCO DI CARNIZZA ALLA SELLA GRUBIA
Per scendere dal Picco di Carnizza si affronta il tratto attrezzato più lungo ed impegnativo dell'Alta Via. Le attrezzature sono state interamente rinnovate nel 2003, ma le folgori spesso le rovinano spaccando le rocce nelle quali i pioli, lunghi anche 40 cm, sono infissi. Questo indica che bisogna prestare attenzione allo stato delle attrezzature, ma anche e soprattutto evidenzia l'alta pericolosità di tutta la cresta riguardo il pericolo dei temporali e delle folgori. Il primo tratto di ferrata segue il lato sinistro di un canale, che ad inizio stagione è spesso innevato, scendendo lungo i cavi abbastanza facilmente. Raggiunto un pulpito lo si supera e si percorre con discesa più ripida una parete rocciosa in diagonale verso destra. Ora ci si cala per un breve tratto verticalmente e sfruttando l'ausilio di pioli metallici si scende un breve ed impegnativo strapiombo, sempre molto ben assicurati lungo il cavo. Ancora un traverso per piccola cengia verso sinistra fino a raggiungere il filo di cresta e finalmente le ghiaie e i ripidi prati alla base della parete ove termina la via ferrata. Si scende ora inizialmente lungo tracce, poi per sentiero più marcato in direzione nord-ovest, percorrendo, con brevi saliscendi, la crestina erbosa che conduce alla Sella Grubia e al Bivacco Marussich, situato nelle immediate vicinanze.
Variante: dalla Sella Grubia si può rientrare in Val Resia lungo il vallone del Rio Ronc, chiuso dalle selvagge pareti ovest del Picco di Carnizza. Il sentiero è ben segnalato e in circa 3 ore riporta a Coritis (segnavia n. 657) oppure a Stolvizza (segnavia n. 634). È altresì possibile dal bivacco scendere a Sella Nevea in Val Raccolana passando da Casera Goriuda (sentiero n. 645 e Sentiero Sereno, circa 3 ore).
Il Bivacco Elio Marussich di proprietà del Club Alpinistico Triestino è situato a poche decine di metri dal lato nord della Sella Grubia a 2043 metri. È una struttura fissa in lamiera interamente rivestita in legno e molto accogliente. Dispone di 9 cuccette con coperte e materassi, di tavolino e sgabelli con attrezzature varie da cucina. Non ci sono sorgenti di acqua nelle vicinanze. Materiale
È necessario un equipaggiamento da montagna, con vestiario adeguato e calzature robuste. È indispensabile disporre di imbracatura, kit da ferrata e casco (via ferrata Grasselli) ed opportuno prevedere l'utilizzo di piccozza e ramponi soprattutto ad inizio stagione o se si ritiene di scendere attraverso il Ghiacciaio del Canin. Se il percorso viene affrontato in più giorni è necessario attrezzarsi per il pernottamento in bivacco. Note
Il periodo migliore per l'Alta Via Resiana è la stagione estiva, da giugno a settembre. A giugno si può incontrare ancora neve sull'itinerario, luglio è il periodo migliore per la fioritura, settembre presenta di norma la condizione meteorologica più stabile (pochi temporali) ma le giornate sono più corte.
Il percorso nella stagione invernale è affascinante e severo, paragonabile alle grandi salite di ghiaccio delle Alpi, ma per questo è necessaria una solida esperienza alpinistica ed una attenta valutazione della condizione generale della montagna Cartografia
Carta Tabacco 1:25000 Canin - Valli di Resia e Raccolana n. 027
Il percorso inizia dal piccolo paese di Coritis, nella Val Resia (UD). Da Gemona di Friuli prendere la SS13 verso nord. A Resiutta svoltare a destra per la Sp42 per raggiunere prima Stolvizza, poi Coritis. Itinerario
DAL BIVACCO COSTANTINI ALLA INFRABABA GRANDE
Dal Bivacco Costantini si parte subito in salita rasentando le pareti del Mulac. Il sentiero si inerpica ripido su zolle di erba e pietre e dopo circa 15 minuti, all'altezza dell'insellatura fra il Mulac e la Baba Grande, si attraversa il canalone in orizzontale su lastre di roccia inclinate. Raggiunto il lato orografico destro si procede ancora su sentiero segnalato, ma sempre ripido e con numerose svolte. Verso l'alto ci si sposta un po' al centro del canalone, poi la pendenza si smorza ed in breve si sbuca in forcella.
Variante: dalla Infrababa Grande è possibile raggiungere in mezz'ora la cima della Baba Grande.
DALLA FORCELLA DI INFRABABA GRANDE ALLO SLEBE
Dalla forcella in poi l'ambiente improvvisamente cambia, ed inizia la lunga cavalcata delle creste che condurrà fino alla vetta del Canin. Lo spallone del Monte Slebe è caratterizzato nella prima parte da massi calcarei e prati, ricchi di flora alpina. Su di uno di questi grandi massi, vicino alla forcella, vi è la targa dell'Alta Via Resiana. La cresta dello Slebe è inizialmente larga e agevole da percorrere; si sale per traccia con qualche breve passo fra i massi, poi la cresta si restringe fino a raggiungere l'antecima del Monte Slebe. Qui inizia il primo tratto impegnativo dell’Alta Via. Si percorre per un breve tratto la crestina rocciosa ed esposta, poi una breve rampa dal lato sud permette di scendere una decina di metri (passaggi di I grado). Si attraversa fino sotto la vetta del Monte Slebe e si risale per canalini e facili roccette (I grado, passaggi di II) fino alla cima (segnalato, non vi sono attrezzature fisse).
DAL MONTE SLEBE AL MONTE LASCA PLAGNA
Dalla vetta dello Slebe un ometto posto in direzione nord-est indica il proseguimento del percorso. Si scende lungo un tratto attrezzato con funi metalliche e gradini verso una selletta (tratto di 50 metri in discesa, I grado e attrezzature). Dalla selletta prima per roccette, poi più facilmente lungo la cresta che si allarga, si raggiunge la cima tondeggiante del Lasca Plagna.
Variante: dal Lasca Plagna è possibile abbandonare la cresta lungo il sentiero che scende dal versante sloveno.
DAL MONTE LASCA PLAGNA AL CERNI VOGU
La cresta che scende verso il Cerni Vogu è regolare e facile da percorrere. Si superano prima due cime minori del Lasca Plagna e poi si scende all'insellatura perdendo nel complesso meno di cento metri di dislivello. E altrettanto facilmente si risale al Cerni Vogu da dove inizia il secondo tratto impegnativo dell'Alta Via Resiana.
DAL CERNI VOGU AL PORTON SOTTO CANIN
È una cresta rocciosa ed aerea, con la parete dal lato della Val Resia che presenta un salto di circa 300 metri, mentre il versante sloveno si affaccia sui Kaninski Podi con altezze variabili fino ad un centinaio di metri. Non vi sono facilitazioni (gradini o cavi metallici) lungo questo tratto, il percorso appare intatto e selvaggio, spettacolare ed impegnativo: è una passerella incastrata fra le rocce e il cielo! Si inizia scendendo con ripidi passaggi su difficoltà di I grado che si alternano a brevi terrazzi con cuscini d'erba e fiori. Il percorso continua sempre scendendo, non ripidamente come i primi metri, e si ricercano i passaggi più agevoli, sul filo di cresta o su uno dei due versanti. Ad un certo punto (a quota 2300 metri circa) si abbandona la cresta calandosi sul versante resiano per alcune decine di metri per raggiungere una caratteristica selletta, non sul filo di cresta, e valicata si perviene alla quota 2313 metri, punto più basso fra Cerni Vogu e Canin. Mancano ancora 300 metri in linea d'aria al Porton Sotto Canin e si percorrono, prevalentemente sul versante sloveno fra brevi cenge, tratti sulla cresta e risalti rocciosi. Infine alcuni passi in arrampicata consentono di raggiungere il Porton Sotto Canin e l'inizio della risalita al Canin Basso.
Variante: Dal Porton Sotto Canin è possibile abbandonare il percorso scendendo per un ripido pendio sui Kaninski Podi fino ad incrociare i sentieri nella località Zadnji Dol.
DAL PORTON SOTTO CANIN AL CANIN BASSO
Il primo risalto dal Porton Sotto Canin presenta un difficile passaggio di II grado, quindi rocce più facili di I grado per poi riprendere a camminare facilmente. A quota 2429 metri si incontra un cippo di confine ed il bivio della traccia che proviene da Casera Canin (via normale resiana per la vetta del Canin). Procedendo ancora si aggira sulla sinistra per sentiero un risalto roccioso, poi si ritorna sulla cresta che in alto diviene ampia e facilmente percorribile, fino alla vetta del Canin Basso, inferiore al Canin di soli 16 metri. Resti di una croce metallica ed un ometto di pietra ne evidenziano la cima.
Via normale resiana: è il percorso che da Casera Canin risale la dorsale sud-ovest fino al Canin Basso e quindi alla vetta del Canin. Tale percorso, segnalato con vernice rossa, costituisce la più importante via di fuga o di rientro sulla Val Resia permettendo di interrompere l'Alta Via in modo veloce e non difficile.
DAL CANIN BASSO AL MONTE CANIN
Alla croce di vetta del Monte Canin ci si arriva percorrendo la facile cresta risalendo brevemente ad una cima intermedia e poi al Monte Canin, 2587 metri, punto più elevato del gruppo, dell'Alta Via Resiana e del Parco Naturale delle Prealpi Giulie. La vetta è costituita dall'incontro di tre creste, quella sud appena percorsa, quella nord-ovest, che ci si accinge a scendere continuando l'Alta Via, e quella est costituita dalle cime dell'Ursic, del Monte Forato, ed ancora oltre la Sella Prevala, dal Monte Leupa, dal Cergnala e dalla Cima Confine, per una lunghezza totale di 5-6 km.
DAL MONTE CANIN AL PICCO DI CARNIZZA
La discesa dal Canin verso il Picco di Carnizza si presenta inizialmente come una facile cresta, molto esposta sul lato nord-est. Splendidi infatti sono gli scorci sul sottostante Ghiacciaio del Canin e sul Foran dal Muss. Si scende quindi con passaggi fino al I grado affacciandosi su questo versante, ma rimanendo in realtà sempre sul filo di cresta o sul lato sudovest. Lungo una lastra rocciosa inclinata si abbandona la cresta (attrezzature metalliche) e ci si cala diversi metri sul versante resiano allo scopo di aggirare un primo risalto roccioso. Poi la traccia si riporta sulla cresta ed affronta alcuni passaggi impegnativi; l'ultimo in particolare, alto un paio di metri, è un breve passo di II grado molto esposto sul lato nord-est. Poco dopo si volge nuovamente sul versante resiano scendendo per roccette e canalini, abbassandosi fino a 2340 metri circa, ad una quota inferiore a quella della sella fra Canin e Picco di Carnizza. Questa digressione dal filo di cresta consente di aggirare il salto verticale che caratterizza l'ultimo tratto della dorsale del Canin. Con un traverso a tratti attrezzato costituito da roccette, ripidi prati e canali superficiali, si guadagna il fianco del Picco di Carnizza proprio sotto la verticale dell'insellatura fra quest'ultimo e il Canin, e si riprende a salire. Molto caratteristico il tratto centrale che si svolge su lastre calcaree appoggiate sulle quali è facile rinvenire le figure dei megalodonti, fossili a forma di bivalva messi in evidenza dall'erosione meteorica.
DAL PICCO DI CARNIZZA ALLA SELLA GRUBIA
Per scendere dal Picco di Carnizza si affronta il tratto attrezzato più lungo ed impegnativo dell'Alta Via. Le attrezzature sono state interamente rinnovate nel 2003, ma le folgori spesso le rovinano spaccando le rocce nelle quali i pioli, lunghi anche 40 cm, sono infissi. Questo indica che bisogna prestare attenzione allo stato delle attrezzature, ma anche e soprattutto evidenzia l'alta pericolosità di tutta la cresta riguardo il pericolo dei temporali e delle folgori. Il primo tratto di ferrata segue il lato sinistro di un canale, che ad inizio stagione è spesso innevato, scendendo lungo i cavi abbastanza facilmente. Raggiunto un pulpito lo si supera e si percorre con discesa più ripida una parete rocciosa in diagonale verso destra. Ora ci si cala per un breve tratto verticalmente e sfruttando l'ausilio di pioli metallici si scende un breve ed impegnativo strapiombo, sempre molto ben assicurati lungo il cavo. Ancora un traverso per piccola cengia verso sinistra fino a raggiungere il filo di cresta e finalmente le ghiaie e i ripidi prati alla base della parete ove termina la via ferrata. Si scende ora inizialmente lungo tracce, poi per sentiero più marcato in direzione nord-ovest, percorrendo, con brevi saliscendi, la crestina erbosa che conduce alla Sella Grubia e al Bivacco Marussich, situato nelle immediate vicinanze.
Variante: dalla Sella Grubia si può rientrare in Val Resia lungo il vallone del Rio Ronc, chiuso dalle selvagge pareti ovest del Picco di Carnizza. Il sentiero è ben segnalato e in circa 3 ore riporta a Coritis (segnavia n. 657) oppure a Stolvizza (segnavia n. 634). È altresì possibile dal bivacco scendere a Sella Nevea in Val Raccolana passando da Casera Goriuda (sentiero n. 645 e Sentiero Sereno, circa 3 ore).
Il Bivacco Elio Marussich di proprietà del Club Alpinistico Triestino è situato a poche decine di metri dal lato nord della Sella Grubia a 2043 metri. È una struttura fissa in lamiera interamente rivestita in legno e molto accogliente. Dispone di 9 cuccette con coperte e materassi, di tavolino e sgabelli con attrezzature varie da cucina. Non ci sono sorgenti di acqua nelle vicinanze. Materiale
È necessario un equipaggiamento da montagna, con vestiario adeguato e calzature robuste. È indispensabile disporre di imbracatura, kit da ferrata e casco (via ferrata Grasselli) ed opportuno prevedere l'utilizzo di piccozza e ramponi soprattutto ad inizio stagione o se si ritiene di scendere attraverso il Ghiacciaio del Canin. Se il percorso viene affrontato in più giorni è necessario attrezzarsi per il pernottamento in bivacco. Note
Il periodo migliore per l'Alta Via Resiana è la stagione estiva, da giugno a settembre. A giugno si può incontrare ancora neve sull'itinerario, luglio è il periodo migliore per la fioritura, settembre presenta di norma la condizione meteorologica più stabile (pochi temporali) ma le giornate sono più corte.
Il percorso nella stagione invernale è affascinante e severo, paragonabile alle grandi salite di ghiaccio delle Alpi, ma per questo è necessaria una solida esperienza alpinistica ed una attenta valutazione della condizione generale della montagna Cartografia
Carta Tabacco 1:25000 Canin - Valli di Resia e Raccolana n. 027
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Autore scheda
Massimo Candolini, Guida Alpina
Versante
sud
Dislivello salita
1292m
Dislivello discesa
932m
Quota
2448m
Difficoltà
EEA
Orario
6.5
Periodo
Il periodo migliore per l'Alta Via Resiana è la stagione estiva, da giugno a settembre.
Frequentazione
Bassa
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