Croda Marcora (Sorapis, Dolomiti), discesa con gli sci della parete SO
Se negli ultimi anni la ricerca degli ultimi Tremila sciistici delle Dolomiti aveva significato le prime discese, nel 2017, della Punta Piccola dei Tre Scarperi (3099m) e del Piz Popena (31552m), il 2018 è stato la realizzazione di nuovi sogni.
Primo fra tutti la discesa della Punta dei Tre Scarperi (3145m): Vascellari la ha inseguita per qualche anno, con le condizioni che non arrivavano e due tentativi (con Matteo De March e Giovanni Zaccaria la prima, e con Loris De Barba la seconda), compiendola finalmente con Davide D’Alpaos il 10 marzo 2018. Il lavoro di ricerca storica ha tuttavia fatto emergere a posteriori una precedente discesa, del 1999, ad opera di tre guide alpine: Toni Obojes, Andreas Messner e Othmar Zingerle.
Poi una decina di nuove discese in Dolomiti e il 7 maggio, con una stagione che sta per terminare anticipatamente, si torna su un Tremila: la discesa della Croda Marcora, con una linea che è ben visibile nella sua interezza solo dalla Punta Nera o dalle creste sopra il Faloria.
I punti di grande interesse sono il canale risolutivo che dalla conca conduce alla spalla: si tratta di un canale imponente, ripido ma non estremo (45°, settore 50°), dove però non si può sbagliare perché alla base c’è un minaccioso spalto roccioso, a picco sulla vallata d’Ampezzo.
Anche la lunga banca sopra il canale non offre punti di respiro, né in salita né in discesa, con segmenti estremi come una breve strettoia vertiginosa e il ripido e stretto canalino nascosto sotto la cima.
In basso quelle che sembrano cenge rocciose sono in realtà completamente sciabili, sebbene ripide ed esposte, e depositano sul Ghiacciaio Occidentale del Sorapis, uno dei pochi ghiacciai dolomitici segnati visibilmente, specie a stagione più avanzata, dai tratti caratteristici quali colore marcatamente azzurro e qualche ruga di crepacci.
Una bella giornata di sci ripido, con settori di sci estremo, e con momenti divertenti come l’attraversamento del laghetto del Sorapis (Vandelli) in disgelo, con il ghiaccio a granita che cedeva sotto gli sci costringendo a un movimento continuo, divertente ma minaccioso, per evitare il bagno gelato. E infine il rientro sotto il temporale incipiente, felici.