'Rotti e stracciati. Aria di Roma sulle cime', nuovo libro di Alberto Sciamplicotti

A "Montagne in città", la presentazione del nuovo libro di Alberto Sciamplicotti edito dal CDA di Torino, è stata l'occasione per ricodare l'alpinismo romano degli anni '70.



Alberto Sciamplicotti

Rotti e stracciati
Aria di Roma sulle cime

CDA Centro Documentazione Alpina, Torino

Pagg. 224
Ill. a colori e in b/n
Prezzo copertina L. 32000



A 'Montagne in città' è stato presentato 'Rotti e stracciati. Aria di Roma sulle cime' di Alberto Sciamplicotti, edito dal CDA di Torino, dedicato alla storia dell'alpinismo romano negli anni '70.
Per l'occasione, gli stessi protagonisti hanno rievocato quegli anni. Uscì alla ribalta - ha ricordato Massimo Marcheggiani - una nuova generazione di arrampicatori, ragazzi provenienti dalle periferie romane che scoprirono l'arrampicata quasi per caso e si muovevano sulle pareti secondo le nuove tendenze di quegli anni: Angelo Monti, Luca Grazzini, Paolo Abbate, Giampaolo Picone e tanti altri. Quasi tutti gravitavano attorno alla figura del giovanissimo Pierluigi Bini: con lui il modo di arrampicare cambiò completamente, spazzando via le ipertradizionaliste ideologie dell'alpinismo romano.

Cadde, soprattutto, ogni forma di soggezione dei romani verso le vie delle Alpi. Per la prima volta, i giovani di Roma andavano in Dolomiti ad aprire le loro vie, non più a ripetere quelle degli alpinisti del nord, favorendo gli scambi: i romani si legavano con Mariacher, Cozzolino o Campanile, mentre gli alpinisti del nord scoprivano l'Appennino Centrale ed il Gran Sasso quali nuovi terreni di gioco. I viaggi, per le condizioni economiche non certo floride dei protagonisti, assumevano spesso toni avventurosi: autostop, vite bohemiennes, espedienti fantasiosi per sbarcare il lunario, attrezzatura ed abbigliamento ridotti all'essenziale, rotti e stracciati come dice il titolo.

"Ho scelto la forma del racconto anziché il saggio storico - ha detto l'autore - perché gli stravaganti protagonisti di quegli anni mi ricordano i personaggi dei libri d'avventura. Si creavano, ad esempio, legami di amicizia indistruttibili tra persone del tutto diverse, come il diciassettenne Pierluigi Bini e l'ultrasessantenne Vito Plumari. Non si contano gli aneddoti sui due (alcuni li ha raccontati lo stesso Bini durante la serata), che furono inseparabili compagni d'avventura fino alla morte di Vito, avvenuta pochi anni fa".

Aldo Frezza


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