Il grande Det. Giuseppe Alippi alpinista e contadino: una storia italiana
C’era una volta, tanto tempo fa… Potrebbe cominciare così “Il grande Det” che poi è la storia di Giuseppe Alippi, uomo, contadino, montanaro e infine grande alpinista d’altri tempi. Di quei tempi che pare non ci siano più. Giuseppe, il Det appunto, è nato nel 1934 sulle montagne sopra Lecco. E’ nato montanaro, e quindi avvezzo alla fatica verrebbe da aggiungere. Perché il Det ha dentro di sé la natura di quella montagna aspra e sincera che fin da ragazzo ha vissuto, e conosciuto, nel duro lavoro di tutti i giorni. Rompendosi la schiena, anche. Imparando tutto quello che c’era da imparare e da fare ma anche da amare.
Un lavoro e un modo di vivere (o di essere, per usare un’espressione cara al suo amico Bonatti) a cui è stato fedele tutta la vita e che dura tuttora. Poi il Det è stato, ed è ancora, un alpinista di quelli che ce l’hanno nel sangue salire le montagne. Di quelli che, inconsapevolmente, la prima loro scalata l’hanno fatta per falciare uno di quei fazzoletti d’erba non si sa come arrampicati fin lassù, dove non sono ammesse vertigini. Il suo è un alpinismo di grande passione anzi fatto solo di grandi passioni. Un andare per montagne che non ha mai rubato tempo al lavoro e perciò assolutamente gratuito e pulito. Fatto sempre di enormi sacrifici e fatiche seguite sempre da grande soddisfazione.
Così le sue vie sulle Grigne, e sul Sasso Cavallo, restano mitiche. Come assolutamente mitiche sono le sue avventure sul Monte Bianco o sulle Dolomiti. Per non parlare di quella sulla grande Nord dell’Eiger. Non a caso Riccardo Cassin lo scelse nella squadra per l’immensa Sud del Lhotse insieme a Messner e ai migliori alpinisti italiani. Non a caso fu grande amico del patagonico Casimiro Ferrari. E, a proposito di Patagonia, non è certo per caso che il Det, a 71 anni suonati, riuscì a salire quel Cerro Campana che, di tempesta in tempesta, gli sfuggiva da anni.
Sì è un uomo d’altri tempi il Det, con una volontà e una forza fisica e morale inarrivabili. Tutte qualità allenate dalla vita e dalla montagna. Come la sua bella faccia scolpita dal vento che campeggia dalla copertina di questo libro. Una faccia che ci ricorda un po’ come eravamo ma anche come possiamo ancora essere. Come questo bel libro, scritto da Giovanni Capra, che ci fa amare la grande storia - tutta italiana - di Giuseppe Alippi per tutti il “Det”.
recensione di Vinicio Stefanello