Solenne Piret, il sogno impossibile diventa realtà

Solenne Piret, nata senza un avambraccio, è oggi una delle più forti paraclimber in circolazione. Con due campionati mondiali in tasca e boulder fino al 7B vive la sua vita inseguendo sogni che ora sa di poter trasformare in realtà. La nostra intervista.
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Solenne Piret in arrampicata a Magic Wood
Solenne Piret archive

Solenne Piret è nata senza l’avambraccio destro, ma questa mancanza non ha mai rappresentato una limitazione al suo talento per l’arrampicata. Anzi, ha rappresentato uno stimolo in più per mettersi alla prova e migliorarsi continuamente, per sognare in grande… e in verticale. Per lei, che scala boulder fino al 7B, l’arrampicata è una questione di famiglia. I suoi genitori si sono conosciuti a Fontainebleau, località parigina famosa per i suoi blocchi, e Piret ha vissuto la sua infanzia tra magnesite, corde, rinvii e giornate trascorse al sole, ai piedi delle falesie di arrampicata. Sport che non la appassiona fin da subito, anzi. Dopo i primi approcci la ragazza sceglie di dedicarsi ad altro fin quando nel 2017 torna a toccare la roccia. Ed è folgorazione. Il grado sale in fretta e altrettanto rapidamente entra a far parte della nazionale francese paraclimbing guadagnandosi, nella sua categoria,il Campionato mondiale Paraclimbing 2018 e 2019. Dopo sarebbe venuto il mondo del ghiaccio, solo in toprope fino al gennaio 2023 quando ancora una volta sceglie di mettersi alla prova, e allora eccola salire da capocordata Sombre Héros, la classica cascata di Ceillac, aperta nel 1980 da nientediméno che Jaques Perrier e Jean-Marc Troussier,. "Sono super orgogliosa di me stessa!". Due occhi chiari e il sorriso stampato in volto. Un concentrato di determinazione e voglia di vivere.

Solenne, quando ti sei appassionata al ghiaccio?
Ho provato l'arrampicata su ghiaccio per la prima volta nel 2018. L'ho trovata divertente, anche se fin da subito ho pensato che fosse un po’ troppo complicata per me. Ero convinta di non poter affrontare le linee più verticali. Penso che il punto di svolta sia stato nel gennaio 2022.

Per te l'arrampicata è un affare di famiglia, ma non l'hai sempre amata…
All’inizio per me arrampicata significava gite in famiglia nei fine settimana, e quando se adolescente non ami particolarmente questa attività. Per questo non mi sono legata subito all’arrampicata. E poi avevo una scusa già pronta per non farcela, e nessuno mi ha spinto a provare il contrario. Non avevo un modello in cui identificarmi per dimostrare a me stessa che era possibile.

Alla fine hai trovato in te stessa questa motivazione. Una caratteristica del tuo carattere?
Penso di sì. Io sono una persona molto dubbiosa, ma ho anche la capacità di mettere da parte ogni dubbio, di credere in me stessa, di ascoltarmi e soprattutto di non farmi porre limiti dagli altri.

Infatti sei tornata all’arrampicata. Quando hai ripreso il grado è aumentato subito?
Sì, il livello è salito rapidamente. Anche perché mi sono subito posta l’obiettivo di entrare a far parte della nazionale francese di paraclimbing. Ho cercato le persone giuste con cui scalare e da cui farmi formare, poi mi sono data da fare.

L’arrampicata occupa tutta la tua vita?
No, parallelamente alla carriera sportiva lavoro in proprio come architetto.

Oggi sei sicura di te, hai una carriera ben avviata sia come sportiva che nella vita di tutti i giorni. Ma com’è stato crescere senza un avambraccio?
Non è stato facile crescere con questa differenza, anche se ho avuto la fortuna di essere sempre stata circondata da belle persone. Da bambina pensavo spesso che avrei voluto essere come gli altri e per un periodo ho nascosto il braccio. E sono stata molto brava a farlo! Alcuni miei compagni di scuola hanno impiegato mesi prima di rendersene conto. Spesso mi sono rifugiata nella mia immaginazione durante la crescita.

E cosa sognavi?
Una vita stilosa, da atleta di alto livello.

Ci sei riuscita…
Sì, per me erano sogni impossibili. Non avrei mai pensato di realizzarli.

Cosa sogni oggi che hai raggiunto i tuoi traguardi di bambina?
Vorrei salire un tiro fino all’8a nella mia categoria, finora mai salito da nessuno. Sono convinta che sia possibile, anche se forse non sarò io a farlo per prima.

E poi, cosa vorresti per il tuo futuro?
Più spazio in montagna e magari un allargamento dei miei orizzonti sportivi, alla ricerca di quelle attività che mi facevano sognare da bambina: alpinismo, vie lunghe, sci, parapendio, e molto altro.

Piret ringrazia: Petzl, SCARPA




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