Jesse Dufton e la straordinaria salita di The Old Man of Hoy in Scozia
La salita di The Old Man of Hoy da parte del paraclimber cieco Jesse Dufton ha comprensibilmente lasciato il segno, tanto che l’altro giorno persino il parlamento scozzese ha voluto congratularsi con l’inglese e la sua compagna di cordata Molly Thompson per l’impresa. Come riportato la settimana scorsa, questa torre è un vero simbolo dell'arrampicata trad britannica. Guidato da Thompson, Dufton è riuscito a salire l’intera senza mai cadere: sei tiri assolutamente “puliti". L’avventura però era iniziata ore prima con l’avvicinamento per niente scontato per un non vendente, e si è conclusa alle ore piccole della notte quando, seguendo le istruzioni di Thompson, i due sono finalmente rientrati in tenda.
Jesse, partiamo dalla tua cecità. Sappiamo che riesci soltanto a percepire la luce.
Sì, ho soltanto la percezione della luce, riesco quindi a capire la differenza tra la luce ed il buio in una piccola parte dell’occhio, niente di più. Immagina guardare attraverso una cannuccia e che questa in fondo sia coperta da 5 o 6 strati di pellicola trasparente. Se metto la mano davanti al mio viso, non riesco a vederla. Ho perso la capacità di leggere circa 10 anni fa.
E come mai ti è venuto in mente di salire questa via allora?
Nel 2008 Molly e io siamo andati ad arrampicare a Reiff, sulla costa occidentale della Scozia. Mentre sfogliavamo la guida d'arrampicata, Molly ha notato una foto di Old Man of Stoer, un'altra torre sul mare. Siamo andati a salirla ed è stato un viaggio fantastico. Dopo questo, ho saputo di The Old Man of Hoy, che è più grande e più difficile di Old Man of Stoer. Sin da quel momento, The Old Man of Hoy è stata sulla mia lista di vie da fare.
Quindi avevi salito altre vie di più tiri in precedenza
Sì, molte. Ho iniziato con l’arrampicata trad da giovane e sinceramente non riesco a ricordare quando ho iniziato a scalare le vie multi-pitch, ma certamente prima dei 18 anni. Né Molly né io avevamo salito la torre prima.
Allora com’è stata?
L'arrampicata è stata davvero grandiosa. Il primo tiro è facile, l’abbiamo salito sotto il sole. Il secondo tiro un traverso difficile. Ci sono buoni appoggi per i piedi, ma sotto di loro c’è il vuoto e anche se non riesco a vederlo, lo sentivo quando andavo verso destra con in mano niente di utile. Il terzo tiro è quello chiave. Arrivi ad una larga fessura in un camino con tetto. Ti devi rannicchiare per fare un breve traverso, poi superi il tetto e raggiungere la fessura soprastante è faticoso. L’ho fatto abbastanza bene, ero contento. I tiri quattro e cinque sono facili da scalare, ma il quinto tiro è abbastanza audace. Il sesto tiro invece è incredibile, c'è una fessura che divide la torre in due e la segui fino in cima. Mentre la salivo il sole stava tramontando e riuscivo ad intuire una luce arancione che brillava attraverso la fessura. Non vedevo nessun dettaglio, ero soltanto consapevole di questa luce.
Hai piazzato tutte le protezioni trad, ma hai anche dovuto costruire le soste…
Sì, quando arrampico all'aperto di solito costruisco le soste da solo. Ho un sesto senso per dove si possono collocare i nuts e friends, tasto in giro finché non riesco a piazzare diversi pezzi e costruire una sosta solida. Non sempre piazzo il materiale nei posti più ovvi, ma le mie soste sono sempre solide. Quando ho salito Brant Direct (HVS) a Llanberis, nel Galles del Nord, ho costruito una complessa sosta su tre punti, mentre a circa 30 centimetri c’erano delle fettucce che avrei semplicemente potuto utilizzare se fossi riuscito a vederle….
La salita era solo metà della storia. Già arrivare alla base sembra complicato
Per me l’avvicinamento e il ritorno sono spesso difficili quanto, se non più difficili ancora, della scalata vera e propria. Quando non puoi vedere, il terreno accidentato è un incubo. Fortunatamente qui il sentiero che porta giù al promontorio è molto buono. Tuttavia, il piccolo sentiero dal promontorio alla base della torre è piuttosto stretto, con grandi salti sul vuoto a sinistra e a destra. Molly mi fa da guida per queste sezioni, e riesco a capire dal tono della sua voce quando siamo su una sezione dove è meglio "non cadere qui". C'erano alcuni di questi punti per arrivare alla torre. In genere le calate in doppia non sono troppo difficili, sono certamente più facili che arrampicarsi su terreni accidentati. Se sono completamente nel vuoto, allora è ancora più facile. L'ultima calata era nel vuoto e mentre mi calavo speravo che qualcuno in basso mi stesse osservando e che mi avrebbe detto quando mi stavo avvicinando a terra, per non calarmi direttamente sul mio culo.
Qual è la cosa di cui sei più orgoglioso Jesse?
Sono molto orgoglioso di aver scalato la via pulita. Ero fiducioso di poter arrivare in cima, ma temevo che se il passaggio fosse stato troppo difficile, avrei dovuto riposare oppure sarei caduto. Per fortuna ho arrampicato abbastanza bene sul tiro chiave, dopodiché sono stato un razzo sugli ultimi 3 tiri
Ultima domanda allora: avevi detto che non vedi l'ora di vedere il filmato...
Non vedo l’ora per due motivi. Il primo, per ascoltare Molly che mi descrivere nel film che Alastair Lee sta girando su di me. Non sarò in grado di vedere le immagini ma vorrei capire come Alastair racconta la mia storia. Il film sarà proiettato nel Brit Rock Film Tour del 2019. Il secondo motivo: spero che fin che sono vivo svilupperanno la tecnologia per sistemare i miei occhi. Mi rendo conto che probabilmente ci vorranno più di 10 anni, ma c'è sicuramente una possibilità che nei prossimi 30 anni sarà fattibile. Se questo accade, non vedo l'ora di vedere tutte queste foto ed i video, e confrontarli con l'immagine mentale che mi sono costruito nella mia testa.
OLD MAN OF HOY
Salita per la prima volta nel 1966 da Chris Bonington, Tom Patey e Rusty Baillie, la torre alta 137 metri è uno dei faraglioni più alti della Gran Bretagna e rappresenta una vera icona dell'alpinismo britannico.