Cervino Grandes Murailles: intervista a François Cazzanelli e Francesco Ratti dopo il concatenamento invernale
Quattro giorni lungo una "cresta Himalayana, sopra il cielo di casa" che tocca le vette di 20 montagne delle catene montuose del Furggen, Cervino, Grandes Murailles e Petites Murailles. Un esposto e freddissimo percorso di oltre 50 km in quota, effettuato con uno stile pulito e veloce dal 20 al 23 gennaio 2020 dalle due guide alpine François Cazzanelli e Francesco Ratti che si sono aggiudicati il primo concatenamento invernale del Cervino Grandes Murailles, quella corona di cime che si innalzano sopra la conca del Breuil. I due precedenti tentativi sono serviti per capire in fondo come risolvere questa traversata che, alla fine dei conti, ha "segnato un’evoluzione nel nostro modo di andare in montagna." Ecco il come e il perché.
"Una cresta Himalayana sopra il cielo di casa". Per chi non la conosce, ce la descrivesti velocemente?
François Cazzanelli: Si tratta del concatenamento di 4 catene montuose: Furggen, Cervino, Grandes Murailles e le Petitet Murailles. Queste 4 catene montuose segnano il confine della testata nord-ovest della Valtournenche. I numeri non sono ancora precisissimi (stiamo finendo di scaricare gli ultimi dati dai GPS) indicativamente da colle del Theodulo fino a valle in fondo al canalone dello Chateuax des Dames sono circa 50 km e per scalare tutte le vette abbiamo affrontato un dislivello positivo di circa 4700 m.
Voi siete i primi a farla tutta in inverno. Giusto per capire meglio, quanto spesso è stata fatta in passato nelle altre stagioni, e da chi?
François Cazzanelli: Sì siamo i primi! Mio padre Valter Cazzanelli assieme a Marco Barmasse aveva fatto nel 1985 la prima attraversata invernale delle Grandes e Petites Murailles ma aggiungendo il Cervino e la catena del Furggen in inverno non l’aveva mai fatto nessuno. Invece in estate l’aveva fatto Ferdinando Gaspard con un portatore ed una cliente. In ogni caso credo solo l’attraversata completa Grandes Murailles e Petites Murailles non l’abbiano fatta più di 15 cordate.
Salire il Cervino è il sogno per moltissimi alpinisti. In inverno una chimera. Per voi invece è stata per certi versi "soltanto" l’inizio della grande traversata..
Francesco Ratti: Sì, è vero, sembra quasi paradossale che una montagna così importante e impegnativa come il Cervino per noi rappresentasse solo l’ "inizio". Noi Guide del Cervino però abbiamo la fortuna di conoscere questa montagna molto bene e proprio per questo sappiamo anche che non va mai sottovalutata. Io e François poi avevamo già salito la Cresta Furggen al Cervino diverse volte e per questo motivo abbiamo deciso di uscire in vetta per la via Piacenza, che non avevamo mai fatto. Pensavamo di non trovare grosse difficoltà ma in realtà ci siamo trovati ad affrontare alcuni passaggi davvero esposti e "ingaggiosi" che ci hanno dato la sveglia fin da subito e ci hanno fatto capire che non sarebbero stati quattro giorno proprio tranquilli; infatti il bello doveva ancora arrivare…
Ma da quando pensate a questo concatenamento? E perché?
François Cazzanelli: Questo progetto ci frulla per la testa dal 2017! E per chiuderlo ci sono voluti ben 3 tentativi! Il perché credo che, guardando la cresta, sia ovvio: è bellissima e dalla conca del Breuil la si vede tutta. Sembra quasi che ti chiami!
Con che stile l'avete affrontata?
Francesco Ratti: Abbiamo usato tutti i tipi di progressione: conserva classica, conserva lunga e ovviamente tanti tiri. In inverno cambia tutto soprattuto in cresta! Tratti su cui dove in estate puoi quasi correre in inverno devi fare dei tiri. Poi sulle Grandes Murailles c’è pochissimo materiale (chiodi soste ecc…) e quindi diventa tutto più difficile.
L’anno scorso siete riusciti a completare 80%. Poi cos’è successo?
François Cazzanelli: L’anno scorso abbiamo tentato durante una lunghissima finestra di alta pressione e le temperature per essere a febbraio erano molto alte. Purtroppo quando siamo arrivati sulla Lioy abbiamo visto che sui Jumeaux c’erano dei funghi di neve strapiombanti e affrontarli con alte temperature sarebbe stato un rischio troppo alto per noi. Quindi abbiamo deciso di rinunciare.
In quanto tempo pensavate di farla adesso? Quanto materiale avevate con voi e quanto siete stati indipendenti? Avete depositato cibo da qualche parte in anticipo?
Francesco Ratti: Le esperienze degli anni passati ci avevano insegnato che il tempo necessario per portare a termine questa traversata in inverno sono 4 giorni, quindi fin dall’inizio pensavamo di farla in 4 giorni. Come materiale con noi avevamo una corda da 50 mt, una serie di friends, 6 chiodi da roccia e 4 viti da ghiaccio oltre a moschettoni, fettucce e cordini vari. Non abbiamo fatto depositi di cibo da nessuna parte. Sapevamo che in Capanna Carrel avremmo trovato cibo nelle nostre riserve per la stagione lavorativa sul Cervino, ma a parte questo ci siamo portati fin dall’inizio tutto il cibo e il gas necessari a sopravvivere per 4 giorni.
Parlateci dell’importanze del freddo per una realizzazione di questo genere. Il freddo come nemico forse, ma anche come amico, giusto?
François Cazzanelli: Direi che è fondamentale, la cresta ha svariate esposizioni. Molti tratti sono in pieno sud e con il caldo possono diventare molto pericolosi perché in inverno sono carichi di neve.
Allora cos’è stata la cosa più difficile di questi 4 giorni?
Francesco Ratti: Il momento più critico di questi 4 giorni è stato durante il secondo giorno quando oltre a condizioni di neve difficili (tanta neve incollata sulle pareti della Punta Bianca) ci siamo trovati in mezzo a una sorta di bufera con nebbia e vento forte. Eravamo convinti che le previsioni meteo fossero cambiate o le avessero sbagliate e se così fosse stato avremmo dovuto sicuramente abbandonare. In realtà ci trovavamo in una nuvola localizzata solo dove ci trovavamo noi e anche il vento è poi calato nei giorni successivi permettendoci d’arrivare in fondo al nostro progetto.
Quando avete percepito di esserci finalmente riusciti?
François Cazzanelli: Una volta superati i "Jumeaux" (Punta Giordano e Punta Sella, nel mezzo delle Grandes Murailles), sapevamo che non avremmo più incontrato grandi difficoltà tecniche e che era solo questione di tener duro fino alla fine.
Starvi dietro è difficilissimo, siete una cordata più che affiatata…..
Francesco Ratti: Sì, sono diversi anni che scaliamo insieme e quindi ci conosciamo molto bene. In ogni situazione sappiamo chi di noi due è più efficace e veloce e dunque chi dei due prenderà il comando della cordata. Su questo tipo di terreno (che definirei "misto delicato impegnativo") siamo particolarmente efficaci insieme.
Come giudicate questa realizzazione rispetto alle altre vostre compiute in passato?
Francesco Ratti: E’ un sogno che abbiamo da diversi anni, per ben due volte abbiamo fallito prima di riuscirci e i fallimenti ci hanno permesso di imparare e migliorarci per farci trovare pronti quest’anno quando abbiamo avuto la possibilità di chiudere il progetto. Completare il concatenamento invernale ha segnato un’evoluzione nel nostro modo di andare in montagna e di valutare le condizioni della montagna.
Link: www.francoiscazzanelli.it, FB François Cazzanelli, FB Francesco Ratti, francescoratti.blogspot.com, Salewa, Millet Mountain, Garmin, Grivel
PRIMO GIORNO - 20 gennaio
- Partenza Colle del Teodulo, 3480 mt.
- Traversata completa del Furggen fino a raggiungere il bivacco Bossi. Corno del Theodulo 3469 mt, Cima del Breuil 3462 mt, Furggen 3492 mt, Cima della Forca 3349 mt.
- proseguito sulla cresta del Furggen fino alla vetta del Cervino 4478 mt. Discesa poi per la cresta del Leone e pernottamento alla Capanna Jean Antoine Carrel 3830 mt.
SECONDO GIORNO - 21 gennaio
- Discesa fino al Colle del Leone, attraversata del Traverso del Leone fino al Colle del Breuil.
- Punta Maria Cristina 3708 mt, Punta Maquignaz 3841 mt, Punta Carrel 3841 mt, Punta Bianca 3918 mt, Colle delle Grandes Murailles
- pernottamento al bivacco Perelli (3.831 mt)
TERZO GIORNO - 22 gennaio
- Punta Margherita 3905 mt, Punta dei Cors 3849 mt, Punta Lioy 3816 mt, I due Jumaux 3872 mt, Becca di Guin 3805 mt
- pernottamento al bivacco Paoluccio (3.572mt)
QUARTO GIORNO - 23 gennaio
- Punta Budden 3603 mt, Tour du Creton 3579 mt, Mont Blanc du Creton 3406 mt
Discesa a valle per il Vallone di Vofrède.